Tirreno Power

Leggiamo insieme la relazione al bilancio 2009. Il ruolo dei sindacati
Tirreno Power, non tacere il ”piano di incentivazione all’esodo”:
60 dipendenti, dopo un calo crescente iniziato già dal 2008
Cosa prevede l’accordo di mobilità firmato? Il bastone e la carota

Leggiamo insieme la relazione al bilancio 2009. Il ruolo dei sindacati
Tirreno Power, non tacere il ”piano di incentivazione all’esodo”:
60 dipendenti, dopo un calo crescente iniziato già dal 2008
Cosa prevede l’accordo di mobilità firmato? Il bastone e la carota

Vado Ligure- Dopo le 10 domande rivolte all’Ing. Carlo De Benedetti sull’ampliamento a carbone della centrale tremoelettrica di Vado Ligure, è scattato in “grande stile” il pressing sull’opinione pubblica al quale i sindacati non si sono certo sottratti.

L’arma Tirrenica – la solita, la principale, la meglio collaudata – è quella del classico ricatto occupazionale: se ampliamo assumiamo; se non ampliamo chiudiamo e licenziamo.

Un classicone del bastone & carota, efficacemente applicabile con quadrupedi adibiti al tiro, meno con bipedi privi di clava ma dotati di un pur labile intelletto.

E’ interessante notare come, se da una parte Sindacati & azienda brandiscano questo refrain, dall’altra, con ben altra discrezione, abbiano GIA’ firmato un “Piano di incentivazione all’esodo”

 

Già. Perchè tra le pieghe della relazione di bilancio Tirreno Power 2009  http://www.tirrenopower.com/finance/bilanci.aspx emergono alcuni “particolari” significativi. Ne riportiamo, in copia incolla, qualche passaggio:

– Pag 53 : “Normativa e Costo del Lavoro

Nel corso del secondo semestre 2009 è iniziata la fase operativa del Piano di mobilità del personale Tirreno Power, che proseguirà nell’anno 2010, con l’esodo di circa 60 dipendenti.

– Pag 64: “Il costo del personale ammonta a euro 57.529 migliaia a fronte di euro 47.323 migliaia del 2008. L’incremento è riconducibile ai maggiori oneri per incentivo all’esodo (…) derivanti dall’accordo di mobilità (della durata di 18 mesi) sottoscritto da Tirreno Power con le OO.SS. (Organizzazioni Sindacali, n.d.r.), allo scopo di garantire il completo allineamento tra l’organico aziendale e l’effettivo fabbisogno di personale. La consistenza del personale al 31 dicembre 2009 è pari a 591 unità, contro le 617 unità del 31 dicembre 2008.”

– Pag. 65: “Gli accantonamenti pari a euro 18.932 migliaia hanno principalmente riguardato, per euro 15.043 migliaia, gli oneri connessi al Piano di mobilità ed esodo incentivato relativi alle uscite 2010

– Pag. 125: “gli accantonamenti riguardano principalmente, per euro 15.043 migliaia, gli oneri per incentivo all’esodo e alla mobilità

Per i più scettici rintracciamo anche un “Verbale di accordo”  stipulato tra Tirreno Power e CGIL – CISL – UIL, pubblicato in un angolino del sito di FILCEM, il sindacato di categoria.

http://www.filcemcgil.it/index.php?module=Areafiles&func=display&lid=134

 

Leggiamo, tra l’altro:

“Premesso che (…)

– 2: Tirreno Power deve improrogabilmente provvedere rispetto ad una situazione organizzativa di oggettivo disagio (…)

– 3: Tirreno Power ha già utilizzato lo strumento della mobilità (ultimo periodo chiuso al 30 giugno 2006)

– 4: Nel protocollo di intesa (…) sottoscritto con le organizzazioni sindacali nazionali le Parti hanno convenuto sulla possibilità di accedere a procedure di mobilità volontaria mediante piani di incentivazione stabiliti in accordo con le rappresentanze sindacali stesse

– 5: Nelle diverse sedi sono emerse ulteriori eccedenze che rendono necessaria l’apertura di una nuova mobilità, mediante un piano di incentivazione di caratteristiche simili al precedente.

Una nuova mobilità. Se ne sentiva la mancanza.

Azienda e sindacati “CONVENGONO” quindi che “si darà corso ad una nuova procedura di mobilità per un totale di 141 lavoratori”.

Trentaquattro (34) di questi solo a Vado Ligure dal 1 luglio 2009 al 31 dicembre 2010

Letto, confermato e sottoscritto: Tirreno Power, Filcem – CGIL, Flael – CISL, Uilcem – UIL”

Le firme che seguono sono vergate di pugno (non troppo chiuso) e hanno tutta l’aria di essere autografe.

 

Certo, le promesse occupazionali propalate a guisa di pastura per il consenso al progetto di ampliamento a carbone della centrale di Vado, appaiono leggermente contrastanti con questo lieto quadretto di costanti benserviti – che non vorremmo fossero anche a carico pubblico – beffa nella beffa per una società come Tirreno Power tanto in crisi da chiudere le annate con 80 milioni di Euro di utile netto. Che ne dite?

Mario Molinari

ilpunto@savonanews.it

  

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