Terrorizzati

TERRORIZZATI

Le raccapriccianti notizie che giungono da Parigi, ultime di una serie di minacce ed attentati contro l’Occidente e le sue preferite destinazioni turistiche, non fanno che esacerbare lo stato di assedio in cui siamo precipitati, a partire dal famigerato 11 settembre 2001

TERRORIZZATI

 Le raccapriccianti notizie che giungono da Parigi, ultime di una serie di minacce ed attentati contro l’Occidente e le sue preferite destinazioni turistiche, non fanno che esacerbare lo stato di assedio in cui siamo precipitati, a partire dal famigerato 11 settembre 2001. Un assedio prima di tutto psicologico, che fa svanire ogni nostra certezza, ogni nostra illusione di sicurezza, fisica ed economica.


Torri Gemelle in fumo

Fisica ed economica; perché teniamo ben presente l’altra data, meno roboante ma gravida di terribili conseguenze per il nostro livello di vita che è stata il 15 agosto 2007, quando è scattata la crisi finanziaria che, mentre arricchiva pochi speculatori, falcidiava le nostre scontate certezze economiche e le speranze di un lavoro stabile e dignitoso, specie per i nostri figli.

Nel giro di meno di un decennio siamo stati bersagli di due forme di terrorismo: quello illegale, dapprima, e quello “legale”, poi. Togliere all’uomo la sicurezza di vita e di lavoro significa gettarlo in uno stato di terrore costante, sia nel salire su un aereo o nel ritrovarsi in una piazza affollata, sia nell’attesa angosciosa di lettere minatorie da parte di creditori, veri o presunti, pubblici o privati, banche in primis. Ma se la paura di morire in un attentato è tuttora assai remota, quella di ricevere ingiunzioni di pagamento, sanzioni o condanne per le inadempienze che il coacervo crescente di leggi ci porta a compiere, è un attestato costante alla nostra qualità di vita. Crescono le leggi di pari passo alla nostra incapacità di rispettarle, diventando così tutti a vario titolo insolventi, trasgressori, evasori, rei. Chi può sentirsene del tutto indenne? 


Attentato di ieri a Parigi

Spesso faccio mentalmente un confronto con la tanto -giustamente- deprecata atmosfera che regnava nell’Unione Sovietica, dove tutti vivevano in uno stato di ansia continua per il timore di essere spiati, denunciati, arrestati per reati veri o presunti. Ebbene, ci stiamo avvicinando a grandi passi verso quella realtà, circondati come siamo da cartelli di divieti, telecamere, indagini, verifiche e controllori di ogni ambito e sorta, vessati per giunta dalla grancassa mediatica di processi, tribunali, arresti, giudici, sentenze, condanne, col contorno dei relativi termini legulei. E i fatti di Parigi rappresentano un poderoso colpo di acceleratore in quella direzione.

La sinistra insiste su tasse ed evasori, la destra su un’ossessiva sicurezza. In questa forbice annaspiamo noi, che temiamo il tam tam di misure per svuotarci il portafogli tanto quanto quelle varate in nome della sicurezza, spesso solo pretesto per completare i prelievi dai redditi già in costante calo di noi cittadini, visti come polli da spennare con tasse e sanzioni per ogni violazione, anche per mantenere il macchinoso apparato di accertamenti e verifiche. I punti di partenza della precarietà, fisica ed economica, in cui viviamo sono proprio le due date che ho menzionate in apertura, Non è molto diverso sparare a un uomo o togliergli il pane. 

 
Manifesto dell’ISIS

Concludo osservando che d’ora innanzi l’attuale sistema di controlli, fisici e finanziari, sull’onda degli attentati che ISIS & sim. ci hanno già anticipati, non faranno che renderci la vita ancora più complicata e penosa, tanto da farci persino rimpiangere l’attuale: sarà una serie ininterrotta di invasioni nella nostra esistenza, con la progressiva chiusura in noi stessi, mentre ogni palpito di felicità sarà guardato con malevolenza e sospetto: in sostanza, una vita vista attraverso le lenti di polizia e tribunali, poco degna di esser vissuta; che è precisamente ciò a cui lo Stato Islamico e sue propaggini ci vogliono condannare: un’Europa come la Siria e l’Iraq, sia per l’orrore del sangue versato che per il terrore del sangue futuro, la guerriglia di logoramento, senza fronti né divise. Già si allunga ogni giorno la lista dei Paesi a rischio terrorismo, da evitare. Ora la lista include anche i luoghi stessi dove viviamo: da Parigi a Roma, da Londra a Washington.

 Migranti in marcia verso il Nord Europa

 Mentre il ricupero a mare e l’accoglimento via terra di migranti perlopiù islamici continua senza sosta, facilitando l’ingresso in un’Europa stoltamente aperta ai terroristi pronti a colpire.

Altro che Happy Days!

Marco Giacinto Pellifroni                           15 novembre 2015

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