Suggerimenti turistici di luoghi artistici:Valle del Dadès,

Suggerimenti turistici di luoghi artistici
Valle del Dadès, Marocco

SUGGERIMENTI TURISTICI DI LUOGHI ARTISTICI

Valle del Dadès, Marocco

 Una delle zone più suggestive e incantevoli del Marocco è la Valle del Dadès, un canyon situato a circa 112 chilometri da Ouarzazate, nella vallata detta delle rose.

 Il modo migliore per visitarla richiede un’auto a quattro ruote motrici, magari anche solo noleggiata. La Valle del Dadès, ha origini antiche, si è probabilmente formata con un processo geologico molto lungo, più di 600 milioni di anni: che vedeva protagoniste le pareti dell’Alto Atlante e il fiume Dades.

Da molto tempo la Valle del Dadès rappresenta la strada principale tra il deserto e le oasi commerciali del Tifilalt.

I suoi paesaggi mostrano composizioni visive di grande ricchezza figurativa: con oasi, palmeti e bellissime Kasbah, il contrasto cromatico tra le more formazioni rocciose e le tinte dei mandorli, e delle noci è di grande spettacolo per la vista.

Le Kasbah presenti in questa valle sono assai interessanti, splendide quelle di Skoura.

Con qualche ora della giornata si possono fare delle indimenticabili gite a piedi, per esplorare ad esempio il canyon della gola de Miguirne dove compaiono all’improvviso laghetti e sorgenti. Il periodo più confortevole per visitare le Gole del Dadès è la primavera, perché in questa stagione la natura si manifesta in tutta la sua maggior floridezza.

Nel paesaggio semidesertico fatto di sabbia e rocce  dominano il giallo rossiccio, il moro ed il rosso, bruciato dal sole. Il tutto sembra preannunciare  l’avvicinarsi del  grande Sahara.

Una valle suggestiva separa l’Alto Atlante, con cime innevate di oltre 4.000 metri, dal Jebel Sarho. E’ in questa regione che si distende con curve pronunciate il fiume Dades, lungo circa 222 km, che confluisce ad Ouarzazate con l’Oued Draa.

Questi due corsi d’acqua ciclici, irregolari, soffrono durante la stagione calda di carenza d’acqua, solo con lo scioglimento delle nevi il loro letto appare ricco e splendente d’acqua.

 Malgrado le difficoltà nell’approvvigionamento dell’acqua e la carenza di risorse rinnovabili, le popolazioni della regione non emigrano,  ricavando dai territori, con un durissimo lavoro, vari cereali e frutti, come i datteri, e praticando un abbondante e rassicurante allevamento di capre; la popolazione appartiene per lo più al raggruppamento dei Chleuh,  una diramazione dell’etnia berbera nota per la resistenza delle proprie tradizioni, una cultura resistente nel tempo, appena scalfita dall’attraversamento nel territorio delle culture  e  costumi Arabi.

   Biagio Giordano

 
 
 
 
 
 

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