Stile

Nella corsa alla Casa Bianca
i vice sono stati più bravi dei titolari

STILE

Kamala Harris e Mike Pence

 Sembra insolito vista la posta in palio. Eppure verrebbe quasi da dire che i vice sono stati più bravi dei titolari. E non è un aspetto secondario per la qualità della corsa alla Casa Bianca. A poche settimane dalle presidenziali, la sfida tra i due ha infatti proposto uno scenario del tutto diverso rispetto allo spettacolo nervoso e urlato offerto dai primattori della contesa. È un segnale significativo, che riflette molto bene lo stato d’animo dell’America proiettata nell’ansiosa ricerca di una nuova identità e del ritorno a un clima meno infuocato.

Concordano infatti quasi tutti gli osservatori nel ritenere che nel corso del loro unico dibattito in tivù Kamala Harris, figura emergente dei democratici, e Mike Pence, confinato sovente all’ombra di Trump, abbiano mantenuto una calma davvero serafica, dando l’impressione, col loro comportamento, che un dibattito civile è ancora possibile. Non è cosa da poco sul finire di una campagna segnata dagli urli, dagli insulti sguaiati, e dai twitter spesso offensivi arrivati in larga misura dal campo repubblicano.

A Salt Lake City, teatro del confronto, si è intuito che pur nel prevedibile scontro destra-sinistra sui temi più scottanti, tornare alla normalità sostituendo il timoniere è un obbiettivo a portata di mano: una questione di stile, come evidenzia la vittoria ai punti della senatrice democratica.

Renzo Balmelli da  L’avvenire dei lavoratori

 

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