Si potrebbe parlare di tanto, ma non ho più voglia di parlare. Anche basta.

Tutti i nodi vengono al pettine.
Non ho voglia di dire che oggi, 15 settembre è l’anniversario della morte di Oriana.
Non ho voglia di dire che 4 giorni fa è stato quello della tragedia delle Torri gemelle.
e l’altro ieri della scomparsa del Vate. ” Mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita”. Non resta che sperare di ritrovare la giusta via con “l’amore che move il sole e le altre stelle”.
Terminando con “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Che fa ben sperare .

11 settembre, Oriana Fallaci, Dante

Certo, non c’è nessuna attinenza. Almeno sembra.
Eppure sono eventi collegati. Almeno da ciò che potevano prevedere, o hanno previsto.
Facciamoci delle domande e diamoci le risposte.
Dopo l’11 settembre, si disse che nulla sarebbe stato più come prima. E così è stato.
La povera Oriana si è sgolata nel metterci in guardia da ciò che poteva o sarebbe potuto accadere. Soprattutto nell’evidenziare non tanto la forza degli altri, quanto la debolezza nostra.
Oggi si può dire tranquillamene ma non serenamente, che sta accadendo.
L’occidente è a rischio. default. Il G20 lo ha dimostrato e confermato. per dirla con Veneziani. “l’Occidente ha perso l’egemonia mondiale, è minoritario rispetto al resto del mondo, deve fare i conti con potenze più grandi e con vaste alleanze tra gli orienti e gran parte del sud del pianeta, l’Africa e e il sud occidentale, quello latino americano”.

Non ho voglia di dire quel che sta accadendo a Lampedusa. Ne stanno già dicendo tutti i media. E, stavolta, tutti, o quasi, abbastanza d’accordo, quelli di destra e di sinistra. Dato che perfino la negazione della realtà ha i propri limiti.

Non ho voglia di dire che il best seller del generale espone ciò che la maggior parte degli italiani pensa. Lui stesso ha chiarito che le sue esternazioni non sono contrarie al suo status di militare. Citando un articolo ben preciso.
Chi lo ama e chi lo odia. Ma certamente è una persona che, come dice lui stesso, non fa e non vuol fare lo show man, e soprattutto non pensava di avere questo successo personale. Partito da un’ idea ha poi ha costruito, sul materiale che aveva, l’opera. Dato che siamo in democrazia ha voluto esprimere le sue opinioni. Opinabili ma democraticamente accettabili, anzi, auspicabili. Nessuna omofobia, nessun sessismo, sostiene. Ha avuto al suo comando donne e omosessuali e nessuno si è mai lamentato di un suo atteggiamento particolare nei loro confronti.
Che cosa significa normalità in lingua italiana? Non è normale ciò che è eccezionale. Questo per quanto riguarda l’accusa di omofobia. La natura è piena di anomalie.

PUBBLICITA’

C’è stato qualche accostamento a figure politiche, da parte dei media. Ma il suo scopo è e voleva essere sociale, niente affatto politico
Il lucro? Perchè, si chiede Vannacci, non sono stati fatti i conti in tasca alla povera Murgia o Saviano, tanto per citare due eclatanti scrittori. Che, si suppone, campassero con i proventi editoriali. A differenza di chi vive di lavoro.
Dopo 37 anni nelle forze armate, prima di scrivere pubblicamente, si è accertato accuratamente di quanto espongono le norme militari riguardo alla libertà di pensiero e di parola. Così come era prevedibile.
Escluse solo ingiuria, calunnia, offesa. Niente di tutto questo, appare nel libro. Sostiene il Generale.
Secondo lo status militare sono negati alcuni diritti, ma il Codice Ordinamento militare all’articolo 1472, succitato, sulla libertà di manifestazione del pensiero cita:
“Ogni militare può esprimersi liberamente pubblicare i propri scritti, tenere libri o pubblicazioni di qualsiasi tipo o tenore, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare il proprio pensiero salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato,
di servizio per i quali deve essere ottenuta apposita autorizzazione”. Nei casi previsti dall’articolo, resta fermo il divieto di propaganda politica.

C’è tanto altro da dire in questo complicato contorto e arzigogolato periodo, ma davvero non se ne può più. Di dire.
Ora chi ne ha facoltà deve passare ai fatti e con coraggio.

Batistuta e Schmidt

Per chiudere, non voglio dire di una nota campanilistica. Dopo il nome di Batistuta esce il nome di Schmidt, candidato sindaco sostenuto da Fratelli dìtalia. Non solo per la sua grande popolarità, o per aver dimostrato la sua competenza a largo raggio. Ma anche per la sua, più volte dimostrata, capacità di tenere testa al Nardy, con il coraggio di opporsi ad alcune sue spassose e inverosimili idee.
Mentre gli alleati ci stanno riflettendo senza esprimersi, per ora.
Se son rose fioriranno, anzi nasceranno, dato il tempo di una gravidanza a termine nella norma.Carla Ceretelli

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