SERVI A CASA NOSTRA

Nonostante i tanti sorrisi riservati alla Meloni nel suo primo viaggio esplorativo nella tana del lupo a Bruxelles, vedo che su un tema cruciale, come quello della migrazione illegale nel Mediterraneo, le posizioni non potrebbero essere più distanti.
Quanti anni sono che abbiamo dovuto farci carico delle conseguenze del Trattato di Dublino, che affibbiò ai Pesi di più vicino approdo l’onere di provvedere all’accoglienza di orde sempre più nutrite di persone di cui nulla sappiamo, con tutti gli ormai comprovati pericoli di ritrovarci in casa nel dei migliore dei casi uomini senza arte né parte, mere bocche da sfamare o da curare, e nel peggiore gente costretta ad arruolarsi in cosche nostrane (e non solo), campando con lo spaccio di droga, armi ed altre forme di criminalità?

Qui sopra, la Ocean Viking, battente bandiera norvegese, e la Humanity 1, tedesca. (Apprendo all’ultima ora che le navi in rada sono diventate QUATTRO!). L’Italia è sottoposta a formidabili pressioni proprio dai governi che hanno concesso la propria bandiera a queste navi, usate come veicoli di scudi umani contro le nostre coste, ma guardandosi bene dal farsi carico delle persone che sono a bordo, lasciandolo interamente al “porto più vicino e sicuro”. Che, guarda caso, è da troppi anni solo l’Italia, lasciata sola a fronteggiare i moniti/minacce da politici e nazioni che ci danno pure lezioni di morale [VEDI]

Quello che è più indisponente è il coro di sinistra, che fa il tifo per porti e confini aperti a chiunque, come se l’Italia fosse il bivacco di stranieri da ogni parte del globo, che impongono con la forza la propria presenza, senza rendersi conto che l’Italia non può ospitare le eccedenze, in tumultuosa crescita, di Africa e Asia. Né si rendono conto che, riempiendoci di vagabondi, scade in proporzione il valore di ogni singolo uomo, scaduto a puro numero.

PUBBLICITA’

Forse dico una banalità, ma molto pertinente: se qualcuno cercasse di entrare, senza neppur bussare alla porta, nella casa di abitazione di uno a caso di questi sinistrorsi dal cuore largo quando non vengono intaccati i suoi diritti, lo lascerebbe entrare, in base a generici principi di solidarietà? O non chiamerebbe invece la polizia per farlo buttar fuori da casa sua? Mi piacerebbe tanto che succedesse a gente come Lerner, Saviano, Fratoianni, Bonelli e compagnia cantando.

2,1 milioni di italiani sono alla fame con pensioni al minimo (€ 518). 3,8 milioni campano con pensioni tra € 518 e 1.031. I migranti, al 90% non aventi diritto a risiedere in Italia, costano allo Stato € 5 miliardi all’anno. Grazie a ciò, “non ci sono i soldi” per alzare le pensioni minime a livelli dignitosi

E tanto basti per i nostri urlatori di generosità a spese altrui. Ma altrettanto valga per quegli Stati che, forti della distanza dalle coste mediterranee (come Germania, Norvegia, Olanda e altri “nordisti”), o dalle coste libiche e marocchine (leggi: Francia), predicano gli stessi vacui principi di solidarietà che essi stessi si guardano bene dal praticare. E giù a riempirsi la bocca di “legge del mare”, “obbligatorietà di prestare soccorso” e via di questo passo, dopo aver concesso alle navi di varie ONG il diritto di bandiera, dimenticando che questo equivale a trasformare ciascuno di questi vascelli in estensioni del proprio territorio. Ciononostante, Germania e Norvegia, alla ribalta in questi giorni proprio per aver concesso a due vascelli di battere bandiera tedesca e norvegese, se ne lavano le mani; ma non farebbero altrettanto se, per ipotesi, qualcuno le cannoneggiasse, facendole colare a picco.

Dietro questi sorrisi si cela il gelo per la nuova posizione, finalmente “sovranista”, dell’Italia sul fronte migranti. È solo agli inizi il braccio di ferro tra Italia e Paesi del Nord, mentre l’UE rimane neutrale, e quindi tacitamente contro l’Italia, abbandonata in prima linea. L’inerzia di Bruxelles potrebbe innescare la miccia che fa saltare l’UE, sorta su principi di uguaglianza ed equità

Che è precisamente quanto verrebbe di fare, dopo averne evacuato l’equipaggio, per il nocumento che le loro azioni provocano al nostro Paese. La Meloni le ha definite “navi pirata”. Io le definirei piuttosto navi da guerra, visto che vogliono scaricare sul nostro territorio persone non grate (perché aggravano le già precarie condizioni di sicurezza nel nostro Paese) e quindi contro la nostra, espressa e reiterata, volontà: sono pertanto veri e propri scudi umani, forzati contro l’Italia come proiettili, per fiaccarne, oltre alla sicurezza, l’economia, caricando infermi e disabili, che accresceranno il carico sulle nostre strutture sanitarie, donne incinte e minori, per impietosirci e forzarci la mano quando il permesso di entrare in porto non arriva. Tutte tecniche ben collaudate e in atto anche in queste ore. Il grosso dei barconi proviene dalla frazione libica più prossima all’Italia: la Tripolitania, retta dal gen. Haftar e sotto l’influsso turco-russo. Abbiamo di fatto, se non di diritto, dichiarato guerra alla Russia per interposta nazione; ed è chiaro che, oltre alla chiusura dei rubinetti del gas, un altro modo di offesa è quello di far pressione sui nostri confini, consci che l’UE non muoverà un dito per sollevare l’Italia da questa piaga. Con chi dovremmo trattare in Libia? Con chi ha interessi diametralmente opposti ai nostri?.

Con una Libia così frammentata, il proposito, anche di questo governo, di aprire un dialogo per tamponare le partenze non può che essere e restare un pio desiderio

Il gioco è talmente sporco e spavaldo che sembra assurdo di doverne render conto, dopo anni di fiumi di parole senza risultati: è evidente il gioco di squadra tra trafficanti e ONG, che dei primi sono diventati l’asse portante. I barchini o barconi entrano in mare, qualunque ne siano le condizioni; tanto, le ONG sono lì per questo, a prescindere se il mare è mosso (dando così motivo alle ONG di intervenire, in combutta con gli scafisti, che forniscono loro le coordinate) o è calmissimo, come è da oltre un mese. Anche in questo caso le ONG si prodigano per salvare barche che non necessitano affatto di soccorso: tant’è vero che un altro profluvio di barchini fai-da-te arriva senza sforzo sulle nostre coste, creando un problema in più. Anche chi arriva coi barchini è un’altra forma, ancora più subdola, di scudi umani: arrivano, insalutati ospiti, e pretendono di sbarcare, o magari di venir trasbordati su premurose navi della Guardia Costiera o della GdF. Anche in questi casi, si ha una violazione dei nostri confini e, come tali, dovrebbero essere caricati su una nostra nave e riportati da dove son partiti. Vi sembra eccessivo? Allora, provate a partire in barca da Porto Ceresio, sul lago di Lugano, e andarvene in una giornata serena, a Morcote, in terra svizzera. Per prima cosa, i gendarmi svizzeri vi arresterebbero e vi riporterebbero in Italia. Lo fanno anche i francesi a Ventimiglia coi migranti che passano il confine. Solo noi dovremmo tenerci chi non vogliamo.

All’arrembaggio! Qui sopra l’abbordaggio di una nave pirata. Così la Meloni ha definito le navi ONG. Io le definisco navi da guerra, che sparano contro di noi proiettili umani, usati come carne da macello dai trafficanti (e da chi si muove dietro di loro) e poi scaricati come massa destabilizzante nel nostro Paese

Poi, dietro tutte queste torbide alleanze, come quelle che legano di fatto trafficanti (fornitori di bombe umane) e ONG (navi proiettili), si muove un mondo di sedicenti associazioni filantropiche, specie di stampo cattolico, nonché qualche miliardario che, dopo aver depredato con proditorie mosse ostili, varie nazioni, Italia in primis, tanto per non cambiare (nonché Gran Bretagna et al.), dopo aver accumulato miliardi con ardite speculazioni finanziarie, soprattutto al ribasso, vuole ripulirsi la coscienza, elargendo fondi a pioggia a varie ONG, che altrimenti non potrebbero permettersi queste prolungate scorribande in mare: le navi sono un patrimonio vagante, con costi di nolo, equipaggi, carburante e vettovaglie che, già anni fa, ammontavano a € 14.000/giorno. [VEDI]
Quasi non bastasse, è di questi giorni la notizia di sostanziose donazioni a politici e rispettivi partiti che, per ricambiare il donato, devono unirsi al coro pro-migranti e pro-Europa: valga l’esempio di € 1 milione e mezzo elargito dal solito Soros a +Europa di Emma Bonino e suoi membri, come Dalla Vedova. Tutto alla luce del sole, mentre per anni si incolpa, senza prove, l’ingerenza russa nel partito di Marine Le Pen in Francia e della Lega in Italia.

Post Scriptum: ore 13. Sento alla radio dello sbarco concesso a 145 persone su 180 (ossia l’81%) dalla nave ONG Humanity 1. Si tratta di donne, minori, perlopiù non accompagnati, malati e disabili, insomma “fragili”. Proprio quelle categorie da me più sopra indicate come quelle che maggiormente gravano sulle strutture sanitarie ed economiche italiane. Criteri umanitari? Certo. Ma, guarda caso, riguardano 4 su 5 dei presenti a bordo. Faranno ancor più da testo in futuro: “Se questi sono i criteri, sarete accontentati nei prossimi sbarchi: vi riempiremo di persone che graveranno sui vostri ospedali e sui vostri bilanci. Possiamo trovarne quanti volete: il numero per noi non è un problema. Mentre noi ci riempiremo le tasche di questa zavorra, che però riesce a trovare i soldi, tanti soldi, per pagarci la traversata.”
Un finale inaspettato, dopo tanto ringhiare. In pratica, era tutto un bluff, una farsa. Sotto questo punto di vista, meglio persino il PD & C., che almeno predicano chiaramente sbarchi indiscriminati e accoglienza per tutti. Questo governo sta dando prova, o conferma, che è una destra ipocrita, di facciata, che ha interpretato i sentimenti diffusi degli italiani contro gli sbarchi clandestini, per far ingoiare l’avversione popolare all’invio di armi in Ucraina e per prendere palate di voti, oggi già traditi, a tempo di record. In molti oggi avranno la bocca amara.
E adesso sotto con la Geo Barents… 

Marco Giacinto Pellifroni   6 novembre 2022

Condividi

One thought on “SERVI A CASA NOSTRA”

  1. Parigi val bene una messa, figuriamoci un posto a tavola nelle centinaia di mense imbandite nei palazzi del potere, a cominciare da palazzo Chigi. Il dramma per gli elettori italiani è che sapevano bene di che panni vestono gli accoliti della Meloni e che verminaio ci sia in Forza Italia. Sapevano anche bene che per quanto meraviglioso sia il popolo della Lega capi e capetti – compreso il Capitano – per intelligenza, coerenza e determinazione non valgono nulla. Lo sapevano ma cosa dovevano fare? non andare a votare e far votare gli altri o disperdere il voto (come ho fatto io) sapendo che né Italexit né Rizzo ce l’avrebbero fatta? Sono tempi bui per la politica ed è forte la tentazione di chiudersi nel privato. Molti erano disposti a ingoiare il rospo dell’Ucraina aggrappandosi alla sicurezza e allo stop all’invasione: per la sicurezza abbiamo avuto la buffonata del decreto anti Rave, uno specchietto per le allodole, cioè per noi poveri citrulli; sull’invasione anche peggio: Salvini (comprato, ottenebrato o intimorito fa lo stesso) pensa di prenderci in giro con la storiella dei minori, dei malati e delle donne gravide. La Meloni, quella che urlava: “Faremo il blocco navale!” è incapace di arrossire. E intanto non sono 180 gli sbarchi ma da qui a poco saranno un paio di migliaia (una quindicina se li prenderanno Francia, Spagna e forse Germania, gli altri venticinque dell’ Ue – giustamente, perché di norma governi fanno quello che è utile non per sé ma per i loro cittadini – nemmeno uno). Così è, caro Pellifroni, tempi bui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.