Senza un Governo (forse è meglio)

Senza un Governo
(forse è meglio)

Senza un Governo (forse è meglio)

L’assenza di una maggioranza parlamentare al Senato, con il MoVimento 5 Stelle che non concederà il voto di fiducia iniziale e con Bersani che dice “no a Berlusconi”, si aprono scenari interessanti, nonostante qualcuno parli di “irresponsabilità”. E’ forse la volta buona per rilanciare la centralità del Parlamento italiano.

Chi è l’irresponsabile?
Si sente da più parti che il 5 Stelle sarebbe “irresponsabile”, perché non darà la fiducia a nessun Governo. Eppure era chiaro che sarebbe stato così, da anni. Non è il caso di ripercorrere le tappe dei principi cardine di questa forza politica. Negli ultimi vent’anni, il centrodestra è stato al governo per 10. I governi tecnici, più ovviamente quelli politici dell’area DS-PdSI e co., sono stati tutti sostenuti dal centrosinistra. E non ha fatto nulla. Il MoVimento dovrebbe dare la fiducia a chi:

 -non ha dichiarato ineleggibile Berlusconi (cercate su youtube “Violante alla Camera”);

-non ha fatto MAI la legge sui conflitti di interesse (stesso discorso di Violante);
-non hanno modificato la legge elettorale nel 2006-2008 (governo Prodi), né tentato di emendarla per renderla migliore nell’ultima legislatura;
-vuole il finanziamento pubblico ai partiti (eccetto Renzi, che però si fa sostenere dai finanzieri con sede alle Cayman);
-vuole il TAV;
-vuole il carbone;
-ha effettuato le nomine della Fondazione MPS;
-ha sostenuto il governo Monti, pur non essendo necessario a livello numerico (quindi se era contro a certe manovre, come dice oggi, bastava fare opposizione);
-ha denigrato per anni il MoVimento e i suoi attivisti ed eletti.

Se si cercano degli irresponsabili, il PD farebbe bene a guardarsi nel suo partito: dagli uomini storici degli ex-PCI, ex-DC, ex-DS fino a raggiungere gli elementi delle emanazioni locali (qua a Savona possiamo annoverare Berruti, ma soprattutto Martino). Irresponsabili perché non si curano dei cittadini, che è quello per cui vengono eletti e (stra)pagati.
Il voto di fiducia
Occorre anche chiarire a tutti che cos’è la fiducia. La fiducia è l’istituto che regola l’esistenza del Governo ed è un rapporto che intercorre tra il Parlamento e l’esecutivo stesso. Il Governo per insediarsi a pieni poteri ha bisogno del voto di fiducia iniziale da parte di entrambe le Camere (in un bicameralismo perfetto come il nostro, le Camere hanno esattamente le stesse funzioni).
Tecnicamente serve solo per permettere al Governo di entrare in carica, ma a livello politico assume enorme rilevanza: infatti si concede a certi esponenti partitici di prendere le redini dell’Amministrazione centrale a pieni poteri. Possono fare tutte le nomine che vogliono dove gli spetta, possono intervenire con decreti legge, possono ricevere una legge-delega dal Parlamento per emanare un decreto legislativo, possono portare ddl all’esame delle Commissioni. E non esistono fiducie “a tempo”: per revocare la fiducia al Governo, e quindi farlo “cadere”, occorre presentare una mozione di sfiducia, motivata, firmata da almeno 1/10 dei membri della camera in cui si vuole presentare. Questa deve essere approvata a maggioranza assoluta. Quindi non basta che il Governo venga battuto su qualche pratica, per far sì che cada, come pensano in molti. Altra cosa è la questione di fiducia, prevista dai regolamenti parlamentari: la pone il Governo su un suo atto (legge, decreto legge, emendamento). In linea teorica serve a rinsaldare la maggioranza ed evitare i franchi tiratori. Se l’atto (non la fiducia) viene respinto, il Governo si impegna a rimettere il mandato. Ovvio che un governo debole non dovrebbe abusare della questione di fiducia, ma pare evidente che se il M5S fiduciasse un governo PD, ma in seguito decidesse o di presentare una mozione di sfiducia o di votare contro ad una pratica su cui l’esecutivo pone la questione di fiducia, il PdL volerebbe a fare da stampella, per evitare di venire spazzati via da un eventuale voto anticipato (sarebbe difficile non sciogliere le Camere in questa ipotetica situazione).
Parlamento, organo sovrano
Eppure non è che il Governo sia di vitale importanza, a livello di corretto funzionamento istituzionale. Non è vero che non si possono fare le riforme. Non è vero che l’attività si ferma. Semplicemente il Parlamento si troverebbe a fare ciò che negli ultimi 20 anni ha dimenticato: legiferare.

E’ il Parlamento il luogo di confronto politico, dove si fanno e approvano le leggi, le riforme. La prassi per cui il Governo interviene con un decreto legge (che deve essere omogeneo, pertanto molto blindato a livello di emendamenti), ponendovi la questione di fiducia, deve terminare.

 Bisogna fare la riforma elettorale? La faccia il Parlamento. Occorre una legge sul conflitto d’interesse, sulla corruzione? La faccia il Parlamento. Il Governo può fornire tranquillamente le relazioni tecniche richieste, pure in regime di prorogatio. E le leggi che richiedono una spesa, devono prevedere la copertura all’interno del testo. Checché ne dica la Bindi a Servizio Pubblico. Per chiarire, la prorogatio è quel periodo per cui un organo cessato dalle sue funzioni, resta in carica fino all’insediamento dell’organo nuovo, con poteri limitati al disbrigo degli affari correnti. Il Belgio è stato per circa 2 anni senza Governo a pieni poteri e i loro parlamentari hanno attuato comunque una serie di importanti riforme.

 Importantissimo anche il fatto che le Camere, oggi, non possono essere sciolte. Semplicemente perché il Presidente della Repubblica non può farlo negli ultimi sei mesi di mandato, a meno che non coincidano in tutto od in parte con gli ultimi sei mesi di legislatura. Quindi occorre anche aspettare il nuovo inquilino del Colle, se si ritiene di dover andare alle urne.


 Forse lasciare il governo Monti in prorogatio non è la cosa migliore, ma è sicuramente una situazione possibile e che magari rende il Parlamento “responsabile”, parola tanto amata dai piddini in questi giorni. Se volete essere “responsabili” fate UNA cosa: legge elettorale seria e poi andate a casa, per sempre. Lasciate il Parlamento ai cittadini. Prima di parlare di responsabilità agli altri, oltre a far ripassare la Costituzione ad alcuni di voi, fatevi un esame di coscienza ed un bagno di umiltà: vedrete come siete stati irresponsabili, per almeno 20 anni.
 

Manuel  Meles  da Il cittadino frustrato

 
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