Savona: una favola di Natale!

SAVONA: UNA FAVOLA DI NATALE!
Come impazzite, girando vorticosamente, le seppur poche sinapsi del mio cervello, inviino laboriosi impulsi, tante sono le storie sociali di cui mi sono occupata in tutti questi anni …ma vorrei iniziare con una di quest’anno…una vera e propria “favola di Natale”.

   SAVONA: UNA FAVOLA DI NATALE!
 Come impazzite, girando vorticosamente, le seppur poche sinapsi del mio cervello, inviino laboriosi impulsi, tante sono le storie sociali di cui mi sono occupata in tutti questi anni …ma vorrei iniziare con una di quest’anno…una vera e propria “favola di Natale”.

C’erano una volta, in una sorridente e soleggiata città affacciata sul mare di nome Savona, un artigiano falegname (e non confondiamoci con San Giuseppe) un istruito maestro di scuola superiore conoscitore di 4 lingue (francese, inglese, tedesco, italiano), un elettricista (ex montatore di pannelli solari) e un ex dipendente di una nota azienda del comune.


In quegli anni difficili e grigi, mentalmente bui dove tutti i più semplici diritti venivano tolti ai cittadini da un governo dittatoriale non eletto, dove la democrazia era stata cancellata, dove il popolo scontava e pagava dazi e tasse a una classe dirigente ricca e lontana da loro, gli italiani vivevano in una situazione di gravissimo disagio socioeconomico.

In quegli anni era difficile avere la sicurezza di un futuro dignitoso, le imprese chiudevano e fallivano lasciando a casa moltissimi lavoratori e così, infatti, accadde anche ai nostri quattro personaggi.


Chi rimaneva senza fissa dimora solitamente bussava alle porte della Caritas, o dormiva per le strade al freddo, sgombrando presto il loro giaciglio prima del passaggio delle forze dell’ordine.

S’incontrarono così scappando la mattina presto dalla stazione rincorsi dalle forze dell’ordine, iniziò così una profonda amicizia che diede vigore e forza alle loro anime spezzate e la scintilla di una speranza.

Una sera di primavera si sedettero sulla spiaggia nascosti dagli occhi degli uomini ma non da quelli della luna che quella sera era la Regina incontrastata dei cieli savonesi, ricordando la bellezza e il tepore di una casa, un letto, un mobile dove mettere le loro poche cose, la gioia di cucinarsi un piatto caldo balenò nella loro testa un’idea (non sta a noi giudicare se fosse giusta o sbagliata).  


Come in tutte le città c’erano palazzi e magazzini dismessi; ne cercarono uno confortevole e nascosto, con le poltrone delle auto fecero dei divani, con delle assi un lunghissimo tavolo per mangiare e con materiale di riciclaggio fecero una cucina, delle camere da letto e una meravigliosa libreria ricchissima di libri che il maestro conservava gelosamente, crearono perfino un piccolo teatro d’essai ….il tutto senza un euro e con il solo materiale di riciclaggio.

Quell’anno il loro Natale fu meraviglioso, avevano fatto un enorme albero di natale pieno di colorate e scintillanti luci, un tavolo pieno di amici seduti con loro, quegli amici trasparenti ectoplasmi vergognosi che girano di notte per paura di essere visti nella loro solitudine e miseria…un tavolo di Italiani che leggevano, cantavano, inventavano spettacoli e scrivevano insieme le sceneggiature della loro vita. 

        

Voi non li vedete; solo a pochi eletti è permesso entrare in quel mondo fatato dove una bottiglia di plastica decorata diventa per chi la riceve una bottiglia di cristallo Swarovski, dove un libro trovato per la strada diventa per il maestro un lingotto d’oro per la sua mente.

Il loro sogno la dignità e una speranza per la vita.

Il maestro iniziò a dare lezioni gratuite di lingue e italiano, il falegname insegnò la sua arte, così l’elettricista e il silurato dall’azienda del comune appassionato di teatro fece scuola di recitazione, e se vi state chiedendo come mai di giorno in giro per Savona non si vedono italiani poveri sappiate che in un mondo lontano e parallelo recitano Dante, imparano lingue, e fanno teatro e piccoli utensili di falegnameria ……ma a voi comuni mortali non e’ dato vedere.

Alcune voci Narrano che nelle notti dove la primaverile luna si specchia nel mare, si sentano ancora 4 amici parlare bisbigliando del senso della vita.

Simona Saccone Tinelli

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