Savona – Risultati delle elezioni

SAVONA: COME VOLEVANO LOGICA E PRONOSTICO
PERCHE’ NON HA INCISO LA ”QUESTIONE MORALE”

SAVONA: COME VOLEVANO LOGICA E PRONOSTICO
PERCHE’ NON HA INCISO LA ”QUESTIONE MORALE”
I risultati delle elezioni amministrative per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale di Savona, svoltesi tra il 15 e il 16 Maggio, hanno confermato i dati già espressi analizzando le posizioni di partenza dei candidati e delle forze politiche: il sindaco uscente Berruti è stato confermato al primo turno, smentendo gli allarmi lanciati (in verità un po’ rozzamente) dal segretario del PD evidentemente in caccia di un non meglio precisato ricompattamento delle file.

Egualmente, come  era stato indicato in sede di presentazione del voto, non ha inciso più di tanto la “questione morale” esplosa pochi giorni fa con l’arresto di un consigliere comunale uscente e candidato (fermatosi a 9 voti di preferenza, peraltro): si era scritto che questo fatto avrebbe probabilmente incrementato l’astensionismo, più che spostare voti ed anche ciò è puntualmente avvenuto.

Gli astenuti, infatti, sono cresciuti dello 0,57% (su quote già ragguardevoli in partenza) e sono mancati all’appello in più, rispetto al 2006, 1.279 tra elettrici ed elettori.

Netto calo anche dei voti validi: nel 2006 si espressero validamente, nei riguardi dei candidati – Sindaci (all’epoca quattro) 35.522 suffragi; cinque anni dopo ( in presenza di 7 candidature) la cifra è scesa a 34.293 (1.229 in meno); ancor più netto il calo per quel che riguarda l’espressione del voto di lista, nel 2006 ci furono, in questo senso, 32.961 voti validi diminuiti nel 2011 a 31.474.

La crescita delle astensioni ha, ovviamente, fatto lievitare la percentuale ottenuta dal Sindaco eletto (ed uscente) fino al 58,0%, ma in termini di voti assoluti il calo è di 1.256 voti (al di sotto dei 20.000 voti di preferenza); mentre disastrosa, per il centro destra, si è rivelata la candidatura Marson.

Per la prima volta, da quando si vota con il sistema previsto dalla legge 81/93 il candidato del centrodestra savonese si è collocato al di sotto dei 10.000 voti (anzi, ben lontano da quella cifra, avendo ottenuto soltanto 8.979 preferenze) con una diminuzione di 2.360 voti rispetto alla candidatura Delfino di cinque anni fa.

Il successo più vistoso, naturalmente, è stato quello ottenuto dalla candidata del movimento “Cinque Stelle” arrivata al 9% con 3.089 voti.

Questo dato ha consentito di dimostrare un forte allargamento dell’area situata fuori dai due poli principali, almeno dal punto di vista delle candidature a Sindaco: un’area cresciuta dall’8,55% del 2006 (candidature Turchi e Buscaglia) al 15,81% di questa tornata (un incremento espressione di 5 candidature) con una crescita in termini di voti assoluti da 3.042 a 5.428.

L’interrogativo più interessante che ci può porre, a questo punto dell’analisi, è quello relativo alla provenienza dei voti raccolti dal movimento “5 Stelle”, che appare essere il vero vincitore delle elezioni.

Il Sindaco Federico Berruti

 

Paradossalmente, smentendo anche l’analisi che specialmente il PD sviluppa pensando a questo movimento come contiguo al proprio elettorato e quindi in grado di “rubare” voti proprio ai democratici, a Savona il successo delle “5 stelle” sembrerebbe essere stato realizzato a spese del centrodestra, calato ai minimi storici.

Ovviamente l’analisi dei flussi non può essere eseguita in una dimensione così semplicistica: si sono sicuramente avute “sovrapposizioni” di elettorato, con una fuoriuscita dal centrodestra verso l’astensionismo, un rientro dal fenomeno del “non voto” di elettrici ed elettori attratti – appunto – da “5 Stelle” che, ancora ha sicuramente pescato in altri bacini (si pensi alla IDV, in netto calo come vedremo meglio rispetto alle regionali).

 Anche il voto alle liste indica comunque una crisi del profilo “bipolare” dell’elettorato savonese, la somma di PDL (comprensivo delle liste di appoggio al candidato-Sindaco) e PD (anche in questo caso il dato comprende la lista d’appoggio al Sindaco) si ferma al 55,74% dei voti validi (il raffronto dell’analoga situazione con il 2006 ci indica un calo di quasi il 5%).

Il calo del PDL appare vistosissimo (la somma tra PDL, Lista Marson e Lista Giovani arriva al 20,54%, mentre nel 2006 Forza Italia, AN e Lista Delfino sommarono il 23,57%, ancor peggio il raffronto con le Regionali 2010 allorquando la somma tra PDL e Lista Biasotti arrivò al 30,23%).

Sostanzialmente stabile, invece, dal punto di vista delle percentuali la situazione del PD che, comprendendo in questo caso la lista d’appoggio, arriva al 35,20% contro il 36,61% dell’analoga situazione del 2006, comprensiva del voto di DS e Margherita (eguale conclusione si trae confrontando i dati con quelli delle Regionali 2010: in quella occasione PD e Lista Burlando sommarono il 35,56%).

Al riguardo delle aspettative dei candidati e dei militanti risulterà, invece, deludente il risultato dell’IDV che arriva a 1.605 voti pari al 5,01% ( un incremento notevole rispetto al 2006 allorquando la lista raggiunse soltanto l’1,70%, ma calo brusco rispetto alla Regionali dove l’IDV totalizzò 2.946 voti pari al 10,17%: la contiguità dell’elettorato con quello del “5 Stelle” in questo caso dovrebbe aver pesato).

Migliore, rispetto ad altre situazioni sul piano nazionale, la tenuta della Federazione della Sinistra, in ossequio probabilmente al permanere a Savona di fette di elettrici ed elettori legati ad una determinata tradizione che per lunghi periodi è stata egemone dalle nostre parti: ma il calo di consensi, sotto questo punto di vista, prosegue. Nel 2006 la somma di PRC e PdCI era di 2.687 voti pari all’8,1%, adesso siamo a 1.693 voti pari al 5,3% (quasi il 3% in meno).

A questo proposito appare minore (quasi una conseguenza naturale) l’incidenza di SeL, comunque salita rispetto alle regionali 2010 dal 3,0 al 4,8 (quasi raddoppiati i voti da 875 a 1.527) ma fermatasi al di sotto della soglia del 5,0%, che pareva l’obiettivo indicato.

Clamoroso il flop del FLI, nonostante l’impegno nella campagna elettorale savonese dei massini dirigenti nazionali del Partito: i 465 voti ottenuti  pari all’1,4% marginalizzano questa forza  politica, a fronte, inoltre, di un  buon successo dell’UDC che ha saputo capitalizzare al meglio il modello “ligure” dell’alleanza con il centrosinistra.

In calo la Lista civica “Noi Per Savona” presente per la terza volta consecutiva alle elezioni comunali, nonostante la buona “perfomamce” della candidata a Sindaco che riesce comunque ad entrare in consiglio grazie alla coalizione con i Verdi.

Flessione netta per i socialisti che nel 2006 presentandosi come “Rosa nel Pugno” ( e sfruttando anche l’effetto delle elezioni politiche svoltesi poche settimane prima, nelle quali l’alleanza con i radicali aveva sortito ottimi risultati) avevano realizzato un vero e proprio piccolo “boom” simile q a quello oggi appannaggio del movimento “5 Stelle”.

Percentuali sotto l’1%, infine, per la Destra Savonese (pericolosamente alleatasi con Forza Nuova) e per il Partito Comunista dei Lavoratori.

Savona,  17 Maggio 2011                                                     Franco Astengo

 

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