Salvare e valorizzare i beni culturali e’ possibile

SALVARE E VALORIZZARE
I BENI CULTURALI E’ POSSIBILE
L’esempio di Villa Grock a Imperia

SALVARE E VALORIZZARE
I BENI CULTURALI E’ POSSIBILE
L’esempio di Villa Grock a Imperia

 I lettori di “Trucioli savonesi” avranno certamente notato come negli ultimi due numeri della rivista savonese siano usciti diversi articoli dedicati allo stile  Liberty in Liguria e, in particolare, allo scandaloso stato di degrado in cui versa da anni Villa Zanelli, considerato il capolavoro dell’architetto torinese Gottardo Gussoni. Articoli firmati da Tiziana Saccone, da Massimo Bianco, dal sottoscritto e da Milena Debenedetti, la quale si compiace (però guardandosi bene dal fare nomi, chissà mai perché) del fatto che la causa del recupero di Villa Zanelli appassioni ormai non soltanto i savonesi: “Se ne parla, se ne è già parlato, si interessano esperti d’arte e di liberty di livello nazionale, i media e i social rilanciano anche fuori Liguria, addirittura oltre confine.


Villa Grock

 Non starò a ripetere e riepilogare quello che tanti commenti, articoli, interventi stanno iniziando a elaborare in proposito. Tutto è in evoluzione, l’importante è non lasciar cadere l’argomento…”. Giusto, i movimenti di opinione, quando si battono per una giusta causa e sono ben organizzati, possono riuscire a superare insuperabili  (o presunte tali) difficoltà economiche, burocratiche, politiche o lobbistiche. D’altronde non mancano esempi in cui una buona amministrazione dei beni culturali e ambientali ha potuto salvare  edifici, fortezze (come a Sarzana), parchi e intere aree urbane  da un lento e colpevole degrado; penso al riadattamento e alla  riqualificazione del Porto Antico a Genova, su progetto di Renzo Piano e, in particolare, al fortilizio di Porta Siberia, divenuto Museo Emanuele Luzzati e centro culturale e museale permanente.

Altro esempio è quello dell’imponente castello medievale di Rivoli, ora prestigioso Museo d’arte contemporanea; altro felice esempio di intervento e ristrutturazione è quello del vecchio ospedale Santagostino, a Modena, ora adibito a polo culturale e a galleria per esposizioni dei più importanti fotografi creativi mondiali.

Un esempio di eccellente restauro di una straordinaria opera d’arte in stile eclettico, ma con predominanza  di Liberty e Art Deco, che dista  un’ora circa d’autostrada dalla nostra città, è quello di Villa Grock, sulla collina che domina Oneglia.


Villa Grock costruita nel 1920 da un clown di nome Grock

 Ideata e fatta edificare nella località delle “Cascine” tra il 1927 e il 1933 dal grande artista circense svizzero Adrien Wettach (in arte Grock), su progetto dell’ingegnere genovese Armando Brignole, cadde in abbandono dopo la morte dell’artista, avvenuta nel 1959, e non sarebbe mai risorta a nuova vita se non fosse stata acquistata dalla Provincia d’Imperia, nel 2002. Il restauro è stato possibile grazie ai contributi finanziari della Fondazione Carige (due milioni e mezzo di euro) e del Ministero dei Beni Culturali (un milione); non si può negare, in questo caso,  intelligenza e lungimiranza al Presidente della Provincia di allora, Giovanni Giuliano (esponente, purtroppo, di Forza Italia), che ha fortemente voluto il recupero della villa e del suo parco, con la finalità di realizzare un “Museo del clown”. Come ha spiegato lo stesso Giuliano in un’intervista, pubblicata il 14 gennaio 2010 su MIBACT (bollettino del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo): “L’intervento di rifunzionalizzazione della villa vuole creare un percorso scenografico sul tema del clown e del circo, associando contenuti originali e sofisticate tecnologie multimediali in una interattività discreta e non invasiva.


Effige di Grock

Saranno ‘reinventate’ – con interventi scenografici leggeri ed estremamente rispettosi degli ambiti architettonici e delle indicazioni di restauro – alcune sale dedicate ai copioni di Grock (Teatro della Parola), agli strumenti ‘truccati’ del clown (Sala delle Meraviglie), alle tipologie di clown (Sala del Clown), agli abiti di scena (Sala del Baule), ai trucchi del viso (Sala del Trucco), alle variazioni delle espressioni comiche

(La Ruota Espressiva), ai meccanismi dell’umorismo (Sala del Riso), all’esoterismo

(Sala della Magia), al tendone del circo (Sala del Circo), alla musica e agli strumenti

(Sala della Musica). Il progetto prevede anche spazi dedicati all’approfondimento, agli studi e alle ricerche universitarie (Centro Studi). Una parte importante dell’attività del Centro Studi potrà essere impostata in chiave sperimentale e indirizzata a progetti di digitalizzazzione di testi e alla loro  diffusione sotto forma di e-book. Il progetto complessivo prevede opere per poco più di un milione di euro, una spesa che è già finanziata. E (dulcis in fundo ) sempre a proposito dei finanziamenti ricevuti, un doveroso ringraziamento va al ministro Claudio Scajola”.

All’epoca ministro dello Sviluppo Economico. Eterogenesi dei fini?

 

Fulvio Sguerso 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.