Riflessione

Una riflessione “a caldo”
Dubbi e domande solo apparentemente slegate
Un solo aspetto sembra incontrovertibile:
in carcere non c’è nessun politico 

Una riflessione “a caldo”          
Dubbi e domande apparentemente slegate.
Un solo aspetto sembra incontrovertibile: in carcere non c’è nessun politico
 
Studenti in rivolta e, dal loro punto di vista, non hanno torto. Una città nelle condizioni di rischiare una epidemia tra immondizia a cielo aperto, topi e una amministrazione che, almeno da due anni, ha dimostrato tutta la sua incapacità. In questa “incapacità manifesta” nessun colpevole (Bassolino sorride sempre), nessuno è stato perseguito e le regioni del nord, che rifiutano i rifiuti campani, ci fanno ancora la parte di regioni “poco solidali”.

Un “premier” che, tanto fugacemente da avere il timore di averlo immaginato, arriva a conclamare che “piuttosto che essere messo da parte, meglio la guerra civile”. Almeno, c’è da sperare che la battuta “Dimissioni? Piuttosto la guerra civile” sia solo un titolo un po’ forte di qualche giornalista “esaltato”. Un’Italia dove la dimostrazione degli sprechi e del malgoverno suscita ormai una quieta ilarità, come la strada progettata, costruita e interrotta da un cimitero. Parlamentari che voltano gabbana per poco, sperando che “un pugno di voti in più” cambi le sorti di un paese ancora non aggregato dopo un secolo e mezzo. Una Europa dove “nessuno ha i conti in ordine” non accomunata né da una lingua comune, né da uno spirito comune di coesione. Solo la moneta la unisce. Un modello così lontano dagli Stati Uniti d’America, pure loro alle prese con problemi interni. Una Europa che ci multa sistematicamente perché siamo in difetto su tutto, anche nel non riconoscere professioni ancora non regolamentate in Italia. Solo in Liguria, leggevo su “Il Secolo XIX”, tra il 2003 e il 2007 gli iscritti ai Licei passano dal 39% al 41.5% e ciò, ovviamente, a scapito dell’Istruzione Tecnico-Professionale. Motivi di “immagine” delle famiglie o presa di coscienza che qualunque “titolo intermedio” non apre al mercato del lavoro? Obbligatorietà dello studio fino ai 16 anni, ma senza un corrispettivo diploma o semplice costrizione? Con buona pace dei grotteschi progetti “alternanza scuola lavoro” dove per “lavoro” si intende, ovviamente e solo, un impiego nel terziario. Ma i lavori che realmente producono “P.I.L.” dove sono finiti? Gli uliveti della zona sono invasi da rovi ed erbacce, nel raggio di un km da casa una sola officina meccanica (che non so se in attivo), due Idraulici nel condominio cui il lavoro non manca di certo … ma perché sono gli unici due rimasti? Rifletto a caldo (e quindi senza competenze specifiche): ma gli studi sulla civiltà bizantina che hanno consentito a Cristina Rognoni (figlia di tanto padre) il rientro in Italia come “professore associato” producono realmente “P.I.L.”? Ricordate la “buona Legge” sul rientro dei cervelli? Mi sembra che l’Italia abbia speso milioni di Euro per importare “piedi” piuttosto che “cervelli”. Tutte le “scuole di pensiero”, per esempio di Linguisti che studiano i dialetti italici, spesso discordando tra loro e con metodologie “discutibili” producono realmente “P.I.L.”? Mi sembrano bellissimi studi per chi ha risolto i problemi contingenti e vi si dedica per semplice passione ma non per mestiere. “Scuole” che vivacchino sulle spalle del contribuente mentre settori di ricerca finalizzata sono realmente paralizzati dai tagli generalizzati a tutta la ricerca. Quale la “ratio” per cui i limoni comprati al supermercato vengono importati dall’Argentina o dalla Spagna? I limoni liguri sono spariti con i “poeti laureati”? Chiedo scusa al Lettore se anziché essere propositivo, in questo caso ho espresso domande apparentemente slegate e dubbi in cui mi è difficile mettere in ordine i termini corretti per un problema che non risulti mal posto. Un solo aspetto sembra incontrovertibile: in carcere non c’è nessun politico.

25 novembre 2010

SALVATORE GANCI   

http://www.salvatoreganci.it

museodellascienza.s.ganci@gmail.com 

 

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