“NON SOLO EURO” il libro di Massimo d’Alema

PAGINA CULTURA- elezioni europee 2014.
“NON SOLO EURO”
 di Massimo d’Alema

PAGINA CULTURA- elezioni europee 2014.
 
“NON SOLO EURO”
di Massimo d’Alema

Nella foto, la copertina del libro “Non solo Euro” presentato a Roma, assieme a MATTEO RENZI

Massimo d’Alema ci riprova. Correva per la presidenza del Consiglio europeo, ma venne battuto sul filo di lana dal fiammingo, Hermann Van Rompuy. Adesso, D’Alema sembra nuovamente candidato per occupare un posto nelle istituzioni europee. Il suo libro sembra più che altro contenere un programma. Quale ? Quello di dire: l’Unione Europea non deve e non può limitarsi alle riunioni dell’Eco-Fin, cioè non può e non deve limitarsi a pensare al vile denaro. Ma ci sono tutti gli altri settori, da troppo tempo trascurati o messi in secondo piano. Agricoltura, trasporti, cultura, scienza.

Non diamo tutta questa enfasi alla politica monetaria, per quanto importante essa sia.

Invece, si è messo il carro davanti ai buoi e la moneta unica precede tutto e tutti.

E’ questo il salto di qualità che i padri fondatori auspicavano per l’Europa Unita.

Per le europee, D’Alema corre con Matteo Renzi. E’ questo il senso della conferenza stampa congiunta tenuta a Roma.

Renzi – sempre per le elezioni europee di maggio – sostiene Martin Schulz, attuale presidente del Parlamento europeo, socialdemocratico, che mira ad andare al posto di Manuel Barroso (l’attuale presidente della Commissione Ue, che a fine maggio se ne tornerà nella sua Lisbona, dopo due mandati ed un premio Nobel per la pace, ottenuto  assieme al fiammingo Hermann Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo.

L’altro candidato “credibile” alla guida della Commissione Europea, l’avversario di Schulz, un libraio tedesco che all’assemblea di Strasburgo ebbe un famoso battibecco con Silvio Berlusconi, è invece l’esponente dei democristiani europei, il partito popolare europeo l’inossidabile Jean – Claude Junker, un lussemburghese che governò con lungo corso e si dimise da premier del Granducato di Lussemburgo per una storia di 007 che fece scandalo.

Ma andesso, torna alla ribalta sostenuto da tutto il grande schieramento dei Popolari europei. Schulz a sinistra e Junker a centro-destra: chi dei due diverrà il nuovo presidente della Commissione europea al posto di Manuel Barroso. Uno dei due di certo. Tertium non datur.

Ma resta “libero” il posto di vice-presidente della Commissione Ue, occupato attualmente da Antonio Tajani, uomo vicinissimo al cavalier Silvio Berlusconi, suo consigliere personale.

Chi potrebbe andare al posto di Tajani che sostiene Junker? La carica di “vice” sembra un po’ poco per le ambizioni di Massimo D’Alema. Noi lo vedremmo meglio al posto che gli è sfuggito una volta, quello del fiammingo Hermann Van Rompuy, molto legato ad uno dei diciannove comuni che formano la grande capitale Bruxelles e precisamente il quartiere di Etterbeek. Ma Van Rompuy non può certo accontentarsi di un posto di borgomastro di Etterbeek. Potrebbe diventare ministro degli Esteri in un governo belga, magari assieme al vallone Elio Di Rupo, socialista che dovrebbe ritrovare la sua poltrona al 16 di rue de la Loi.

Van Rompuy per le Fiandre e Di Rupo per la Vallonia. Un equilibrio che la corona del Belgio ha sempre difficoltà a mantenere sarebbe così assicurato.

E per Massimo D’Alema si aprirebbe forse la strada a quella presidenza del Consiglio europeo, carica che gli è sfuggita una volta e che potrebbe adesso ritrovare col sostegno di Matteo Renzi, esordiente in Europa , ma ben visto da Angela Merkel e da tutto lo staff internazionale. A partire dalla presidentessa del Fmi, Christine Lagarde.

L’accoppiata Renzi-D’Alema farà parlare di sé nelle istituzioni europee questo è certo.

Questo è un bene perché l’Europa non può morire di Eco-Fin.

Non solo euro. Se ancora possibile, si riprenda il cammino verso gli Stati Uniti d’Europa.

Sì, ma come la mettiamo con la crisi russo-ucraina?

Qui, il “miracolo” potrebbe farlo Papa Francesco, un’Europa Unita dall’Atlantico agli Urali, non per le affinità etniche, non per le ideologie, non per i sistemi monetari ed economici.

Un’Europa Unita sotto il segno della Cristianità. Un cristianesimo unificante che metta finalmente d’accordo cattolici e protestanti, calvinisti, luterani, russi ortodossi e via dicendo.

Forse la fede comune è più forte delle ideologie e degli interessi economico-monetari.

Staremo a vedere. Il grande raduno della gioventù mondiale a Cracovia nel 2015 sarà l’occasione per la “verifica” di questa teoria dell’unificazione.

Christine Delport du Terroir e Franco Ivaldo.


(D’Alema e Renzi alla conferenza di presentazione del libro a Roma).

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