Ciao 

compagni socialisti 

pensavate davvero

di avermi murato

in quel truciolo di Stella 

freddino e alluvionato? 

mi avete rotto 

‘u belin’ 

con queste lacrime 

da coccodrillo 

imbalsamato 

ogni cinque minuti, 

con la scusa 

di una rimpatriata, 

a riproporre

la solita fiaccolata

con due garofani 

di plastica 

e una bandierina 

rammendata,

quattro medaglie

riciclate 

sul petto a luccicare

e la coda della volpe 

sotto l’ascella

a scrufoliare 

che ben mi ricordo, 

cribbio! se mi ricordo,

bricconcelli impenitenti,

di quando giocavate 

a tangentopoli 

‘prendi tu 

che prendo anch’io’ 

come la manna 

del buon Dio 

che il buon Dio

(un tempo socialista 

ed ora futurista)

mi ha promesso 

due giorni di licenza 

e allora di certo

verrò a salutarvi,

i vivi naturalmente,

che ancora so’ menare

calcioni a destra e a manca

e ricordarvi 

ch’è difficile darmela da bere

o pensare di farla franca 

e a proposito di bere 

che tanto siete affacendati,

con zelante impegno 

a volermi dedicare

una via o una piazza,

lasciate perdere 

che già 

il traffico è micidiale

ma

se proprio ci tenete  

se proprio tramate 

allora meglio una fontanella

di buon vino 

che l’acqua mi fa male.

Gianni Gigliotti

altre poesie su www.azioneriformista.it pag. ‘Blu letter’