Per Renata Cuneo

IL VOLTO DELLA MEMORIA 
(Centoduesima parte)
PER RENATA CUNEO

IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Centoduesima parte)

Da più di un mese la «fontana del Pesce» in piazza Marconi a Savona è a secco. Se in un primo tempo la causa dell’interruzione del tradizionale zampillo d’acqua che esce dalla bocca dello squalo, fu imputata ad un guasto tecnico all’impianto idrico, ora dopo una verifica più attenta la causa è da ricercarsi ad una perdita d’acqua nella vasca.

Ecco cosa dice in proposito l’ingegnere Marco Delfino, dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Savona: «La perdita riscontrata nella vasca della fontana della Cuneo è piuttosto grave e sarà necessario un intervento radicale, complesso e particolarmente lungo nel tempo.


Questa è la parte iniziale di un pregevole Servizio Giornalistico, a firma di MICHELE COSTANTINI, pubblicato sul quotidiano LA STAMPA (pagina 43) in data 7Aprile 2017.

Di fronte a questa drammatica e, per certi versi, sconvolgente situazione, abbiamo sentito il dovere di chiedere ad ALDO PASTORE il suo parere sull’intera questione, ben sapendo che occorreranno TEMPI LUNGHI PER LA RIPARAZIONE DELL’OPERA DI RENATA CUNEO.

ALDO si è dimostrato semplicemente INDIGNATO e, con il VOLTO DELLA MEMORIA ci ha consegnato DUE SUOI PRECEDENTI SCRITTI (datati 27 FEBBRAIO 1995 e 16 MAGGIO 1996), nei quali sono racchiusi I SUOI SENTIMENTI SULL’INTERA VICENDA e, di conseguenza, LA SUA INCONDIZIONATA AMMIRAZIONE PER L’ARTE DI RENATA

PRIMO SCRITTO:

 PER RENATA CUNEO

Non so, francamente, quale sentimento prevalga in me, in questo momento, mentre mi accingo a stendere queste brevi note su Renata Cuneo: forse la malinconia o, più probabilmente, l’amarezza o forse ancora l’indignazione; verosimilmente tutti questi sentimenti hanno concorso, in egual misura, ad indurmi a scrivere questo “pezzo” per “Il Letimbro”.

D’altra parte non conosco a priori le possibili reazioni della nostra Renata, ben conoscendo la sua istintiva riservatezza, il suo grande orgoglio e la sua fierezza di donna e di artista; ma ho deciso, in ogni caso, di sfidare i suoi potenziaIi strali e di parlare di Lei e della Sua attuale, difficile condizione esistenziale.

Ho sentito, dunque, il dovere di scrivere questo articolo, perché penso che le Autorità Cittadine non possano ignorare la grandezza etica, spirituale ed artistica di questa nostra illustre concittadina e, di conseguenza, non possano far finta di niente e chiudere gli occhi di fronte alle difficoltà nelle quali Ella, oggi, si trova.

Scriveva, nel lontano 1950, Emilio Zanzi che “la Cuneo vive isolata con la sua scultura e sente che così rimarrà fino alla fine, in un’altera autonomia”; un’autonomia fiera (aggiungo io), ben lontana dalle mode straordinariamente labili e fugaci del mondo dell’arte (o presunto tale) e distaccata dai compromessi e dai condizionamenti dei venali mercanteggiamenti.


Renata Cuneo con Aldo Pastore

Ma, oggi, la Sua autonomia non è più tale; essa è diventata solitudine; non v’è, purtroppo, malattia più triste e deleteria della solitudine, soprattutto quando essa è legata e condizionata da malanni fisici; ad essi, fatalmente, si aggiungono turbe spirituali, aggravate dal fatto che, come avviene nel nostro caso, subentra l’impossibilità materiale di dialogare con il mondo esterno.

Per un’artista come la Cuneo, la solitudine diventa una condizione esistenziale inaccettabile ed intollerabile, poiché lo strumento da Lei prediletto per il dialogo è rappresentato dalla Sua arte, estremamente schietta ed aperta alla comunicazione immediata; ORA QUESTO DIALOGO SI E’, PURTROPPO, INTERROTTO.

In questo momento, dovrebbe scattare il sentimento collettivo della solidarietà, che non è compassione e, tanto meno, commiserazione, bensì rispetto della persona e dell’ artista, nella più semplice e genuina concezione etica.

Ma non v’è traccia alcuna di questo sentimento collettivo; soltanto pochi, fedelissimi amici sono al Suo fianco in questo difficile istante; nascono da qui la mia malinconia, la mia amarezza, la mia indignazione.

Intervenga, a questo punto, l’Amministrazione Comunale; si faccia promotrice di una legittima iniziativa nelle competenti sedi, affinché Renata Cuneo possa beneficiare delle provvidenze della Legge Bacchelli; si facciano vivi i sedicenti “Amici del Priamar”, ricordando loro quanto Renata ha dato per la rinascita di questo nostro complesso monumentale.

Soprattutto ricordiamoci tutti, Cittadini Savonesi, delle Sue parole straordinariamente attuali (vedi: Il lavoro Nuovo del 21 febbraio 1946): “non si è professionisti di un’arte in base al guadagno che se ne ricava, ma in base a quanto all’arte ognuno dà. L’arte è difficile e lunga e la vita è breve”.

Savona, 27 febbraio 1995

ALDO PASTORE


La “fontana del Pesce” di Renata Cuneo nello splendore di qualche anno fa

 

La “fontana del pesce” di Renata Cuneo nello stato attuale. 
L’acqua ha ossidato il bronzo rendendolo di un colore verdognolo
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