Passeggiata a Spotorno

             Racconto semiserio di una mia passeggiata  a Spotorno
Sono un disabile. Purtroppo mi è capitata una malattia genetica molto rara. Dopo quattro anni dedicati alle cure e alla speranza di riuscire a camminare, mi sono deciso a prendere la carrozzina elettrica  e sabato ho fatto un giro nel mio paese, Spotorno. Ho voluto scrivere questa mia esperienza, che penso sia comune a tante persone che hanno i miei problemi

Racconto semiserio di una mia passeggiata a Spotorno

Sono un disabile. Purtroppo mi è capitata una malattia genetica degenerativa molto rara. Dopo quattro anni dedicati alle cure e alla speranza di riuscire a camminare, mi sono deciso a prendere la carrozzina elettrica  e sabato ho fatto un giro nel mio paese, Spotorno, dove sono nato, ho voluto scrivere questa mia esperienza, che penso sia comune a tante persone che hanno i miei problemi, ma non solo, mi sono reso conto che le cose osservate dalla carrozzina si vedono meglio, forse perchè si ha più tempo per osservare

Quello che vi sto per raccontare non è rivolto a nessuno in particolare, o forse sì…., sono pensieri in libera uscita, era molto tempo che io non vedevo più il mio paese, quasi quattro anni….., penserete che sia stato in viaggio, e in parte è anche vero, il mio è stato un lungo e difficile viaggio, che non è ancora finito, questo mio viaggio ha un nome, il nome della mia malattia, che malgrado la mia speranza di riuscire ancora a passeggiare per le vie di Spotorno con le mie gambe, l’ha avuta vinta, dopo quattro anni che non uscivo più di casa se non per andare in ospedali, ho deciso di prendere una carrozzina elettrica.

Funziona benissimo, anche se nel muovermi ragiono ancora come se camminassi con le gambe e non con le ruote, vi racconto la mia prima uscita da casa……era un sabato pomeriggio dei primi di luglio.

Io abito in via Laiolo, quasi a metà della via, che è un poco decentrata e meno importante di altre vie, la via questo inverno ha subito importanti lavori, sapevo che era anche stato fatto un marciapiede nella parte iniziale, ero curioso di vedere.

Appena entrato in via Laiolo noto subito l’asfalto nuovo, bene penso tra di me, ma appena fatti alcuni metri, giunto davanti al cantiere dove si stanno costruendo dei box, vedo che la carreggiata della strada è a malapena ridotta a una corsia, la causa? Due file ininterrotte di auto parcheggiate!! Com’è possibile? Eppure sulla destra scendendo la via, vi sono per tutta la sua lunghezza, i segnali di divieto di sosta e per di più con rimozione forzata! E quelle sulla sinistra? A protezione del cantiere vi sono degli appositi grigliati inseriti su dei blocchi di cemento, erano stati posti dagli addetti del cantiere sull’asfalto, proprio sul margine sterrato, in quella posizione impedivano di parcheggiare, sono stati quindi spostati verso il cantiere mettendoli sullo sterrato, sul terreno si vedono benissimo i segni del trascinamento, sono così stati lasciati lì, in equilibrio precario, i blocchi non essendo più nel piano condizionano l’equilibrio delle griglie, infatti pendono sia da una parte che dall’altra, proseguo pensando a che punto arrivi la maleducazione umana!! In cuore mio mi auguro che quelle griglie cadano addosso a una delle macchine, il pensiero che potrebbe trovarsici una persona o un bambino mi fa subito cambiare idea.

Subito dopo il tratto davanti al cantiere, fatto velocemente e attentamente, essendo in pratica in mezzo alla strada, arrivo dove comincia il nuovo marciapiede, finalmente!!

Vedo subito che è stato fatto abbastanza alto, forse a impedire che le auto possano salirvi sopra per parcheggiare, non è molto largo, ma è ben fatto, dopo quasi 100 metri inizia il tratto finale in rettilineo, arrivato davanti al palo della luce,vedo che vi è una vecchia bici legata con una catena, era messa male, mia moglie è riuscita a raddrizzarla e a farmi passare, il palo successivo, non una, ma due bici, erano messe un poco meglio, ma per passare ho dovuto fare molta attenzione, passare a pochi centimetri dal bordo, il problema è venuto con il penultimo palo, vi erano non due, ma tre bici, due da adulti e una da bimbo, sembravano uscite da un museo della bici, vecchie, completamente coperte dalla ruggine, mia moglie ha cercato di spostarle, non si poteva, erano legate tra di loro e tutte insieme al palo, non potevo passare, sono dovuto quindi tornare indietro e rifare lo stesso tratto nella strada.

La mia meta era la passeggiata sul mare, volevo risentirne il profumo, mi mancava da troppo tempo, optai quindi per il sottopasso che proprio lì da via Berninzoni porta sino alla vecchia via Aurelia, imboccata la discesa iniziai il primo tratto del sottopasso che all’inizio è largo, luminoso, vedo che i muri sono pieni di disegni fatti dai soliti writers, imboccato il tratto finale, che a differenza del primo tratto, è un vero e proprio cunicolo, è molto buio, guardo le plafoniere in alto sul muro, ve ne sono molte, una ogni cinque metri, sono buie, sembrano spente, ma non è così, osservando meglio si vede che hanno tutte il vetro pitturato dai soliti pseudo pittori, il cunicolo è abbastanza lungo, ma di giorno un po’ di luce riesce a penetrare dalle due aperture d’ingresso, penso che di notte non ci passerà nessuno!!

Uscito sul marciapiede, vedo che proprio di fronte vi sono le strisce pedonali per attraversare l’Aurelia e andare nella passeggiata, il problema è che non vi è lo scivolo, non si può scendere, guardo sulla destra, a una ventina di metri vi è un passo carraio, ma non vi sono le strisce pedonali, guardo dall’altra parte, a una cinquantina di metri vi è un altro passo carraio, quello del Palace Hotel, e vicino le strisce, posso attraversare, in seguito ho potuto osservare che laddove vi sono le strisce, se vi sono dei marciapiedi, gli stessi non hanno scivoli, se ci sono, sono per i passi carrai, e il fatto, come nel caso del Palace Hotel, che vi siano vicino le strisce pedonali, è una pura coincidenza!!

Attraversata l’Aurelia eccomi sulla passeggiata! Di fronte finalmente il mare, respiro a pieni polmoni, e riempio gi occhi, mi mancava….., poi mi guardo attorno, mi sembra di sentire una nota stonata, sembra tutto uguale a come ricordavo, ma non è così, le palme da datteri hanno molti rami secchi, a volte è normale se non sono state pulite, ma questi non sono rami vecchi, osservo con più attenzione tutte le palme della passeggiata, dal Sirio sino i bagni Lido, sono tutte sofferenti, non sono neppure riuscite a fare lo scapo fiorale, o se lo hanno è proprio striminzito, sono l’immagine della sofferenza vegetale!!

La causa? Guardo in basso le siepi di pitosforo, anche loro sono sofferenti, vedo che cominciano a essere aggredite dalla cocciniglia, il motivo è la siccità, eppure vedo che in terra vi è il tubo per l’irrigazione automatica, probabilmente non funziona, oppure visto i problemi economici in cui versa il Comune si vuole risparmiare, forse si pensa alle palme come piante del deserto, dimenticando che se è vero che i datteri lo sono, è anche vero che sono coltivati in vicinanza delle oasi, dove vengono spesso irrigate, guardando queste povere palme, mi viene da pensare che loro, il vero deserto lo hanno trovato qui, nella passeggiata di Spotorno.

Proseguo e arrivo davanti i bagni Lido, all’altezza del secondo molo, vi è la grande aiuola centrale denominata Oasi, sotto la stessa vi è il sottopasso che attraversando l’Aurelia porta in via Berninzoni, noto che a fianco alla scalinata che scende nel sottopasso, vi è una aiuola rettangolare che sarebbe bella se contenesse qualche pianta fiorita, al suo interno vi è solo un poco di erbacce rinsecchite, assieme a qualche cartaccia.

Lì inizia il tratto di passeggiata con solo la siepe di pitosforo, i primi metri sono apparentemente rigogliosi, forse in quel punto funziona l’irrigazione…, la rigogliosità e anche dovuta a mancanza di potature, infatti, subito dopo, vi sono alcune panchine di pietra addossate alle siepi, le quali hanno infilato i loro rami tra le sbarre dello schienale delle panchine, creando problemi a chi vuole sedersi.

Subito dopo inizia l’ultimo pezzettino di siepe, sono i pitosfori ripiantati recentemente, sono rimasti come appena piantati, non si vedono quasi più, sono sommersi dalle erbacce…

Tornado indietro, rifletto sul fatto che questa zona del paese è un po’ il biglietto da visita di chi viene a Spotorno.

Decido di tornare, rifaccio a ritroso la passeggiata delle palme sofferenti, non voglio ripassare dal sottopasso, ma dal paese, arrivato in piazza del monumento entro nel paese verso la chiesa, incontro molti amici che non vedevo da molto, sono contento, anche se non posso fare a meno di pensare a quello che avevo visto.

Imbocco via Mazzini, vedo che vi sono negozi nuovi, anche bar, molti edifici sono stati ristrutturati, ritorno quindi verso casa, in via Berninzoni attraverso tutto il parcheggio dell’ex stazione, all’altezza quasi di via Laiolo vi è l’uscita, e, a fianco ad alcuni contenitori dell’immondizia, vi sono le strisce pedonali, ma non vi sono solo quelli, vi sono anche le macchine parcheggiate in via Berninzoni sotto i pini domestici, io in carrozzina, non posso alzarmi e vedere se dalla sinistra arrivano auto, per vedere devo sporgermi, ma è molto pericoloso…., in via Berninzoni quasi nessuno rispetta i limiti di velocità!

Per fortuna io non sono solo, mia moglie guarda per me, attraversiamo e proseguo verso via Laiolo seguendo le strette strisce pedonali che accompagnano tutta via Berninzoni nel lato monte, davanti alla discesa del sottopasso, mi trovo la strada impedita dall’ennesima bici da museo dell’antiquariato, è solidamente legata con catena e lucchetto alla ringhiera dello stesso, mia moglie mi dice che è da molto che è lì, devo leggermente spostarmi verso il centro strada per proseguire.

Ed eccomi quindi quasi a casa, in via Laiolo, nel rivedere la fila di auto parcheggiate tranquillamente sotto i segnali di divieto, mi viene da pensare se non sia il caso di toglierli, oppure d’estate di coprirli, il fatto che non siano solo di divieto ma di rimozione forzata vorrà ben dire qualche cosa, allora, o li facciamo sempre rispettare, o se sono inutili, togliamoli!!

Bene la mia prima uscita in carrozzina è finita, sono contento, funziona molto bene, poi ho rivisto molti vecchi amici, è vero ho visto anche cose che mi hanno un poco deluso, ho promesso a mia moglie che alla mia prossima uscita cercherò di essere un poco più ottimista, di guardare solo cose belle, cercherò di accontentarla, d’altronde le belle turiste non mancano!!

       Gaffaldo Gentili

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.