Partecipazione, questa sconosciuta…
Partecipazione, questa sconosciuta Facciamo un breve riepilogo
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Partecipazione, questa sconosciuta
Facciamo un breve riepilogo
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Si riparla di partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa, e l’argomento, almeno così mi auguro, è destinato a diventare di quelli caldi nei prossimi mesi preelettorali. Abbiamo provato a rilanciare la nostra proposta per dare finalmente corpo all’istituto del referendum cittadino, e ciò ha scatenato le prime reazioni. Per chi volesse sapere come sia andata la prima volta, trova i resoconti… qui... per la Commissione. …Qui…. per il Consiglio: e per la triste seconda votazione nel Consiglio successivo…qui Parliamo, come si può leggere, di un anno fa. E più di un anno prima era stata depositata la proposta, con l’intento non solo di farla esaminare dagli uffici competenti, ma anche di condividerla con Giunta e consiglieri. Ognuno può confrontare questi resoconti, basati sui fatti, con le dichiarazioni dell’assessore Lugaro in questi giorni. Non intendo parlarne oltre, se non ribadire che l’intento di condivisione, confronto, modifica c’era eccome, e dimostrato. Solo che non vi è stato dato seguito, pretendendo di tornare indietro con un odg pura dichiarazione di intenti, che annullava tutto per ripartire da capo. Pur di non darcela vinta, insomma. Dunque l’attenzione che questa maggioranza riserva all’importante argomento della partecipazione diretta dei cittadini, indispensabile nelle democrazie moderne, è evidente a tutti. Oltre al solito PD, anche i gruppi e i consiglieri che a parole si dicono a favore, nei fatti hanno osteggiato, anche con considerazioni curiose e arrampicate varie. Al momento ci troviamo con la sola tipologia di referendum consultivo nello Statuto, privo di regolamenti attuativi. Un’anatra deboluccia e pure zoppa. Sono convinta che questo non abbia nulla a che fare con la possibilità che i cittadini si esprimano sui temi critici, come i destini del lungomare o della Margonara (consultazione chiesta dai Verdi con tanto di firme nella precedente legislatura e mai svolta.) Cosa andate a pensare male. Intanto, altri cinque anni sono quasi passati. Ma parliamo proprio di partecipazione. Si era partiti in tromba, con un assessorato dedicato, quello di Lugaro appunto, sia pure a minimo portafoglio. Era evidente il vuoto lasciato dalle vecchie Circoscrizioni, abolite peraltro con sollievo e in fretta e furia nel precedente mandato, non appena la legge lo aveva richiesto, senza por tempo in mezzo, senza immediate salvaguardie e strombazzando di costi da ridurre. Certo, essendo contatto diretto coi cittadini dei quartieri erano, come dire, un po’ troppo fastidiose nel loro obiettare, benché di solito rette da maggioranze allineate con quella consiliare. Tra le prime iniziative vi furono assemblee e nomine di rappresentanti dei vari quartieri, praticamente tutti provenienti dal mondo degli attivisti di circoli locali, società, circoscrizioni, gravitanti sempre in area maggioranza. E rapidamente dimessisi tutti per lo sconforto, per non perdere la faccia coi cittadini, una volta constatata l’impossibilità di svolgere il loro ruolo. L’altra interessante iniziativa fu quella degli OST, acronimo di Open Space Technology: assemblee di cittadini che, con un facilitatore e la collaborazione e la locazione universitaria, dovevano individuare temi importanti, dividersi in gruppi, passare la giornata a discuterne ed elaborare proposte. Argomento di base: qualità urbana. Anche quella, si sa, finì ugualmente malino, e non per colpa dei cittadini. Si era nel 2012 e noi 5 stelle eravamo animati da spirito ugualmente critico e propositivo: era il periodo in cui ci interessava che le idee a noi care potessero andare avanti, chiunque le proponesse. Così collaborammo al volantinaggio e a propagandare gli incontri di quartiere, e nell’organizzazione degli OST e dei risultati, un nostro attivista storico risulta pure fra i crediti. La partecipazione fu in effetti notevole, di cittadini preparati oltre che interessati. Molto più interessati, aggiornati e preparati dei loro amministratori. Chi ha detto ci vuole poco? Cattivi! Gufi! Eppure non c’erano solo “eversivi” grillini, ambientalisti irriducibili ed estremisti vari, ma molti elettori e attivi della maggioranza, il settore partecipativo della cittadinanza, appunto, e dello stesso PD. Dell’intervento del Sindaco ricordo solo la sua aria spaesata, mentre lo sguardo spaziava per l’aula universitaria affollata. Si vedeva che per lui l’argomento era estraneo, una sorta di dazio da pagare per infiocchettare il mandato e dargli una patina di novità. Almeno gli va dato il merito di averci provato, convinto o no. Le assemblee OST, due in tutto, non furono certo molto frequentate dalla Giunta, ricordo solo qualche sporadica apparizione. Pochi anche i consiglieri comunali presenti. Non parliamo poi delle risposte. I temi elaborati e discussi, certamente importanti e spiazzanti per chi forse si aspettava al massimo le lamentele su marciapiedi rotti e cacche di cani, furono trasmessi alla Giunta, che doveva organizzare un incontro successivo e dare risposte e tempi certi, almeno su alcuni punti. L’incontro slittò e slittò. Le risposte poi furono tali da afflosciare qualsiasi speranza. Caute, miopi, allarmate, intrise di burocratico scetticismo, mettendo comunque le mani avanti verso qualsiasi impegno minimo. Spiccava su tutti lo stile paternalistico, ostruzionistico e rigido tipico dell’assessore Lirosi, pure indispettito per conflitto di competenze con Lugaro. Qui si vide tutta la distanza siderale fra le speranze e la dura realtà. La si vide già nella fase intermedia, nel come le idee emerse fossero banalizzate, cauterizzate, sfrondate di ogni “pericolo” e ridotte nelle schede di risposta, prima ancora che nelle risposte stesse. Gli assessori Lugaro e Lirosi
Altro che entusiasmo. Altro che recepire le istanze più vive e innovative. Tanto che la seconda puntata dell’OST fu molto meno partecipata, e su tutto rimase solo l’acronimo, fatto proprio da un gruppo critico cittadino. Sulle schede si legge: lo stiamo già facendo, è previsto dal PUMT dal PUC ecc, con esempi minimi, oppure: tempi lunghi, problemi economici, mancano finanziamenti, già escluso dal PUC dal PUMT ecc.… Ne parleremo, vedremo… La montagna aveva partorito un topolino. Non posso riassumere in toto argomenti e risposte, cercherò di fare qualche esempio significativo. Sulle piste ciclabili il problema è l’eliminazione di posti auto. Sulla mobilità sostenibile, ci si scontra con la mentalità delle persone. Migliorare l’ascolto dei cittadini nei progetti urbani? Ma se lo stiamo già facendo! L’inserimento dell’obbligo di classe energetica per i nuovi edifici viene definito “punto di forza” di una proposta. Anche se con problemi di costo. (Tanto punto di forza che è stato accuratamente espunto dal nuovo regolamento edilizio, nella versione finale. E ci hanno pure criticato per aver votato contro.) Illuminazione a led? Abbiamo anche sistemi migliori. Eliminazione amianto? Lo stiamo togliendo dagli edifici pubblici. Elettrificazione delle banchine, museo della marineria, miglior utilizzo delle spiagge da Margonara a Zinola? Eh, calma, qui c’è da parlare con l’Autorità Portuale, ma stiamo scherzando, andiamoci cauti, mica li volete incupire… Migliorare l’accesso al Priamar lato mare, riappropriarsi degli spazi comunali sui due lati e delle aree ancora portuali … La proposta non è chiara. (Trad. : ma lo volete capire o no che l’Autorità Portuale non si tocca?????? Piuttosto sprechiamo soldi per una passerella impattante che aggiri il tutto. ) Rifiuti: cambiare la Tarsu con la Tia, migliorare la differenziata col porta a porta, puntare al progetto rifiuti zero? Calma, poco alla volta, passin passetto, non c’è fretta, lo stiamo facendo, ma ci son problemi di bilancio (forse verso il tremilaventitrè ci saremo…) Spazi pubblici gratuiti per lo sport con insegnanti ISEF disponibili gratuitamente per i non tesserati alle società sportive? Sì bello ma come si fa, occorre una convenzione e poi è difficile reperire aree non date già in gestione a società del CONI. (Trad. gli impianti nuovi a spese pubbliche sono roba delle società in gestione, mica spazi pubblici, che credete) Aumento degli oneri di urbanizzazione e loro uso per i cittadini? Sono stabiliti per legge, e li usiamo in parte per la spesa corrente, altro che. Donazioni private per il decoro pubblico? Sì, va be’, è difficile. Poi bisogna anche vedere se decidono i privati anche la destinazione o se abbiamo voce in capitolo. Divieto altra edilizia in Orti Folconi? Creazione parco urbano? Cambiare piazza del Popolo in un grande polmone verde? Eh, sì, bello il verde, ma c’è da modificare il PUC. Meglio parlarne con l’Urbanistica. (Trad. voglio proprio vedere che ridere.) Informare i cittadini su questo processo di partecipazione avviato e le fasi successive? Migliorare la comunicazione? Incoraggiare scambio di competenze informatiche fra giovani e anziani? Calma, calma, questo processo è ancora embrionale e per la comunicazione abbiamo pochi soldi, al massimo vi diamo qualche sala. La spiaggia della Margonara e di Zinola
Stop al consumo di territorio? Modificare il PUC e non costruire più su aree vergini ma ristrutturare l’esistente? Incontrare Finiguerra? Non è chiara la proposta. (Trad. non scherziamo, su.) Il PUC mica prevede di costruire su green field. (Forse diserberanno prima, così diventa brown e non più green? E che c’entra l’inglese che fa tanto campo da golf? E Riborgo, la Romana, i piani casa che si insinuano dietro Legino, tutto questo cos’è? Ah no, precisano “ad esclusione dei diritti già maturati e dell’edilizia sociale”. L’edilizia sociale, noto alibi e grimaldello per spianare la strada ad altra edilizia, come per le case popolari che iniziano a mangiarsi la collina dietro la stazione, quel poco che ne rimane.) Quanto a Finiguerra venga pure se vi fa contenti, basta che le spese non siano a carico dell’assessorato. Stop al consumo di territorio, referendum dei cittadini e informazione sui progetti? I referendum esistono già. (Qui si tocca il colmo di faccia tosta) La partecipazione esiste già. (Colmo superato. Si trabocca.) Muro di gomma completato. Game over. Sommersi da burocratico grigiore e insegne baldanzose nella polvere. E pensare che ci sarebbe tanto da sognare e da realizzare in concreto, tanto da imparare per chi voglia governare questa città migliorandola sul serio, solo usando questo entusiasmo di base e queste idee. Quali erano infatti queste proposte, oltre a quelle già accennate e gratificate di così sconfortanti risposte? Cosa vorrebbero, in sostanza, i cittadini, almeno la parte più attiva, cosa sognano realmente per Savona? Piste ciclabili, percorsi intelligenti e protetti. Mobilità sostenibile, miglioramento dei trasporti pubblici. Riduzione dei consumi energetici. Elettrificazione delle banchine portuali. Incremento e promozione degli orti urbani. Miglioramento della raccolta differenziata con passaggio al porta a porta e piano verso rifiuti zero. Arte, cultura e scuola di mestieri. Marineria popolare e spiagge fruibili. Pulizia di strade e corsi d’acqua. Decoro e riqualificazione con parchi urbani. Più verde. Più usi per gli spazi pubblici aperti. Volontariato anche per il decoro urbano e banca del tempo. Educazione contro il vandalismo, l’alcolismo, il disagio giovanile. Migliore uso e fruibilità del Priamar. Miglioramenti della rete informatica come comunicazione e partecipazione. Stop al consumo di territorio e conservazione del paesaggio. Cose terribili, come vedete. Costose, irrealizzabili, utopistiche, fantasiose e ridicole. Fuori dal mondo. Almeno, sicuramente fuori dal mondo di queste amministrazioni. Per il futuro, chissà. Se rimarrà qualcosa e se saremo ancora in tempo. Milena Debenedetti, Consigliere Movimento 5 Stelle Savona |