Oriente-Occidente. La nuova partita a scacchi

Oriente-Occidente
La nuova partita a scacchi

Oriente-Occidente
La nuova partita a scacchi

I nostri media tendono a darci della Russia l’immagine di un Paese allo sbando, come nel 1993, a causa del crollo dei prezzi di petrolio e gas e delle sanzioni che l’Occidente, a guida americana, ha decretato. Vediamo invece la situazione reale di questa partita a scacchi contro un Paese tradizionalmente abile in questo gioco. E cerchiamo di indovinare chi darà scacco al re (americano o russo?).

L’Occidente, intendendo la galassia degli USA e dei suoi vassalli, dal Giappone all’UE, ha tentato la solita mossa dell’esportazione della “democrazia” in un Paese ex-URSS come l’Ucraina, per allargare la sua sfera di influenza e cooptare un nuovo vassallo, in stile “rivoluzione colorata”. Di fronte alla resistenza della Russia, l’ha sottoposta a sanzioni economiche durissime, bloccando di fatto gran parte degli scambi commerciali e facendo artificialmente crollare, come già aveva fatto nel 2013 con l’oro, il prezzo dell’oro nero, risorsa russa di base. I prezzi di queste due materie prime rispecchiano, all’inverso, il valore del dollaro, ossia del “petrodollaro”, che dal 1971 non è più convertibile in oro, ma ha assunto la funzione di valuta di riserva internazionale, sino allora detenuta dall’oro stesso. Un basso valore di oro e petrolio dà la falsa impressione di un dollaro forte; falsa in quanto la stampa di dollari a gogò (QE, Quantitative Easing) da parte della Federal Reserve USA (nonchè delle valute dei suoi vassalli) dovrebbe denunciarne la progressiva debolezza.

Di fronte alla costante manipolazione al ribasso di oro e oro nero, la risposta della Russia è stata quella di scambiare, di fatto, l’uno per l’altro: ha cioè riaperto la “finestra dell’oro”, il gold standard che Nixon aveva chiuso nel 1971; per cui il petrolio russo d’ora in poi si paga in oro. O, se si paga in dollari, questi non si usano più per l’acquisto di bond del Tesoro americano (Treasuries), ma si convertono in oro fisico (insomma, niente più paper gold, ossia certificati cartacei, dietro cui potrebbe esserci il nulla). Le sanzioni dell’Occidente hanno così partorito un doppio capolavoro: oltre al ritorno al gold standard e alla fine del monopolio del dollaro negli scambi internazionali, si è rinforzata la naturale alleanza Russia-Cina, quest’ultima molto favorevole a fare altrettanto con i dollari che riceve in cambio delle merci che esporta, tramutandoli subito in oro fisico, anziché in Treasuries. A sganciarsi dal dollaro Cina e Russia avevano già da tempo provveduto mediante un accordo di scambi commerciali non più denominati in dollari, ma nelle rispettive valute, rapportate all’oro. Un accordo allargato ad altre potenze asiatiche con analoghi obiettivi.


Si sta cioè verificando un’emorragia di oro dai forzieri delle banche centrali occidentali, già saccheggiate da anni di alleanza spuria tra Fed, Treasury e bullion banks (ossia le mega-banche “troppo grandi per fallire”): spuria in quanto certifica la subordinazione dello Stato alla finanza privata. Che l’oro a disposizione delle banche centrali occidentali sia di gran lunga inferiore a quanto dichiarato ufficialmente è ormai ben più di un sospetto; prova ne sia che nessuna banca centrale accetta di sottoporsi a un serio auditing esterno; e quando l’anno scorso la Germania ha chiesto agli USA l’oro che aveva depositato “per sicurezza” (!) nei forzieri USA, ossia oltre 1500 ton, la Fed ha potuto dargliene solo… 5 ton! Con la promessa di rendergliene il 20%, 300 ton, nel giro di 7 anni… L’acquiescenza di Frau Merkel -così rigorosa con i conti italiani- su questo furto dichiarato, la dice lunga sul vassallaggio della Germania nei confronti degli USA.

Ora la domanda è: fino a quando l’Occidente, così a corto di oro fisico, potrà continuare a pagare le merci cinesi e il petrolio e gas russi in oro sonante? Oltre alle ripercussioni immediate, anche in Italia, come la rarefazione del turismo russo e il blocco delle commesse alle nostre imprese, si profila un futuro in cui mancheranno le risorse per mantenere il nostro già calante tenore di vita. Tutto questo per tener fede ad un patto col nostro padrone americano: un patto che ci è già costato l’impegno in vari teatri di guerra, l’acquisto dei costosi ed obsoleti F35, l’adesione ad una moneta unica che ci impedisce ogni aggiustamento valutario, l’abolizione delle frontiere, la perdita di ogni sovranità nazionale: e l’elenco potrebbe continuare.


Chi ci ha condotto verso questo autogol? Perché continuiamo a perseguire una strategia acriticamente filo-americana, nonostante l’accumulo di ripetuti fallimenti? L’UE è priva di una politica estera autonoma, come dimostra il voltafaccia del nostro “Alto Commissario agli Esteri” Mogherini nei confronti della Russia, su imposizione americana, nonostante le sanzioni anti-russe siano fortemente penalizzanti per l’Italia. Eppure, la Mogherini conoscerà di certo la storia economica recente: lo sganciamento del dollaro dall’oro nel 1971 da parte di Nixon fu dovuto proprio ad un’emorragia di oro dai forzieri di Fort Knox, sia per la suicida guerra in Vietnam che per la giusta pretesa di De Gaulle di veder pagate in oro fisico le esportazioni di merci francesi negli USA. Ebbene, oggi lo scenario si ripete, con un’Asia che accumula oro a nostro detrimento e il rafforzamento tendenziale delle sue valute contro le nostre. Non lasciamoci ingannare da un rublo svalutato per la manipolazione messa in atto dalla complicità Tesoro-Fed-banksters americani: la Russia ha ammassato oro negli ultimi anni a ritmo accelerato, dopo la sua svalutazione da $ 1950 a 1150 per oncia; solo nel 3° trimestre 2014 la Banca Centrale Russa ha acquistato oro in misura superiore agli acquisti di tutte le altre banche centrali mondiali messi assieme! Le svalutazioni manipolatorie occidentali di oro e oro nero oggi si compensano tra loro; con la differenza, però, che il nostro oro svanirà prima dell’oro nero russo.


E ricorrendo ancora a riferimenti storici, un altro precedente di sanzioni auto-lesioniste fu quello delle “democrazie occidentali” contro la Germania nazista. Il risultato fu che il regime passò da una valuta esposta agli umori dei mercati, in mano anglo-americana, ad un sistema retto da una banca centrale pubblica, padrona della propria moneta, sgravata da debito e interessi, nonché a scambi commerciali ispirati al baratto, con camere di compensazione in oro dei surplus. Un po’ come sta avvenendo oggi tra Russia e Cina. Il risultato fu un’economia galoppante, un modello alternativo al “libero mercato” democratico: un modello da eliminare, per evitare il “contagio”. Morale: chi ha la propria valuta, non esposta ai diktat dei mercati, se la tenga stretta, come sta facendo ad es. l’Ungheria. La Russia, grazie ai consiglieri di stampo neoliberista, che ebbero il sopravvento dopo il crollo dell’URSS, ha ceduto alle lusinghe del cosiddetto libero mercato e s’è trovata a dover fare i conti con questa sua leggerezza. Ma ha imparato la lezione e corre ai rimedi, a differenza di noi vassalli, obbligati a seguire tutte le imposizioni dell’Impero USA, tramite l’UE. Solo un’alleanza Russia-Cina, militarmente e oggi anche economicamente inattaccabili, sarà in grado di arginare l’arroganza e le mire egemoniche dei “lupi di Wall Street”.

Marco Giacinto Pellifroni                                 4 gennaio 2015

Riferimenti:

http://www.globalresearch.ca/grandmaster-putins-trap-russia-is-selling-oil-and-gas-in-exchange-for-physical-gold/5421567

http://usawatchdog.com/fed-they-do-not-have-any-more-gold-paul-craig-roberts/

http://www.globalresearch.ca/rigged-gold-price-distorts-perception-of-economic-reality/5403634

http://www.paulcraigroberts.org/2014/12/17/financial-market-manipulation-new-trend-can-continue/

http://www.globalresearch.ca/from-energy-war-to-currency-war-americas-attack-on-the-russian-ruble/5421554

http://investcafe.ru/blogs/mbcy/posts/46245#

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