Noli: la quinta repubblica marinara

 
Noli
la quinta repubblica marinara

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 la quinta repubblica marinara

 

Noli è uno dei centri medievali di maggior interesse storico ed artistico della Liguria e ciò non solo perché ha mantenuto pressoché intatta l’antica struttura dell’impianto urbano all’interno delle mura di cinta, ma anche per l’importanza storica ed economica che ha ricoperto durante tutto il Medioevo nel Ponente Ligure.

Il nome “Noli” testimoniato nella forma “Naboli” nei documenti più antichi del 1004 e 1005 deriva certamente da una forma “neapolis” cioè “città nuova” di chiara derivazione greco-bizantina. Anche i dati storici ed archeologici fino ad ora studiati confermerebbero quest’ipotesi. Noli avrebbe quindi avuto, insieme al centro vicino e coevo di Varigotti, il ruolo di importante base di appoggio nella difesa della Liguria costiera.

In mancanza di documenti scritti dei secoli più antichi, sono stati gli scavi archeologici che ancor oggi si effettuano nell’area della chiesa protoromanica di San Paragorio, a fornire la prova di una continuità di vita anche in periodo longobardo e poi franco. Si sa che per tutto il periodo altomedievale Noli ha fatto parte, con Varigotti, di un “comitatus” autonomo e che, in seguito allo smembramento dell’Impero carolingio, viene inserita nella Marca Aleramica sotto il dominio dei Marchesi di Savona – Del Carretto.

L’abilità dei suoi mercanti e dei suoi naviganti, che le permette di organizzare molto presto una propria flotta autonoma e molto efficiente, la pone al livello delle marinerie più antiche come Genova, Savona, Albenga. Il progressivo sviluppo e la sua sempre maggiore potenza economica consentono a Noli di partecipare, a pieno titolo, alla Prima Crociata (1099) traendone notevoli ricchezze e privilegi come dimostrano i trattati (conservati negli archivi storici di Genova) stipulati con Tancredi e Boemondo. principi di Antiochia, e con Baldovino re di Gerusalemme.

Grazie a questa prosperità economica Noli riesce, nel corso del secolo XII, ad affrancarsi dai Marchesi del Carretto, acquistandone, gradatamente, gli antichi diritti marchionali fino a quando, con atto rogato nella chiesa di S. Paragorio, Enrico II del Carretto li cede definitivamente al Comune. La tradizione vuole che questo evento così importante sia avvenuto il 7 agosto 1193; recenti studi hanno, invece, potuto retrodatarlo al 1192.

La piena emancipazione della città viene confermata da Enrico VI di Svevia che, con diploma del 1196, convalida i diritti ed i privilegi acquistati dai Nolesi. Ciò porta Noli a divenire, subito dopo Genova e Savona, Comune libero ed indipendente retto da propri consoli eletti tra tutti i “capi di famiglia”.

Nata la Repubblica marinara di Noli, era necessario dare una forma organica agli ordinamenti del libero Comune formulando degli Statuti: questi sono ancora oggi tra gli ordinamenti comunali più antichi della Liguria. Stretta, però, tra il più potente Comune di Savona ed il Marchesato di Finale – ghibellini e da sempre suoi nemici – Noli, guelfa, avrebbe avuto molte difficoltà ad espandere i propri traffici marittimi. Il libero Comune sceglie, con intelligenza, di allearsi con la più importante Repubblica di Genova. Le antiche pergamene conservate nell’Archivio storico del Comune di Noli comprovano, insieme alle altre vicende storiche della Repubblica, anche i trattati di alleanza stipulati con Genova dai quali emerge chiaramente che Noli, già dal 1202, fu sempre “alleata paritaria”e mai “succube” della Repubblica genovese.

Nel 1239 Papa Gregorio IX come riconoscimento per l’aiuto prestato nella guerra contro Federico II a fianco della Lega, elevò Noli a sede vescovile indipendente staccandola da Savona; tale resterà fino al 1820.

Nell’epoca del suo massimo splendore la Repubblica di Noli era notevolmente più vasta; il suo territorio comprendeva, infatti, parti nei vicini territori di Orco, Mallare, Segno e Vado. La potenza e la grandezza di Noli dureranno sino alla fine del secolo XIV. La sua posizione geografica di naturale rifugio navale che ne aveva favorito la floridezza all’epoca delle Crociate ma che non era più adeguato ai traffici di maggior cabotaggio, la condannò ad un isolamento senza possibilità di espansione. Anche a causa della mancanza di spazio terrestre i Nolesi si trasformarono da audaci marinai e corsari in pacifici pescatori.

I cicciarelli, un pesce diventato simbolo


 

Si guarda in mare con l’oblò (lo spegiu) finché si scorge una macchia nera. Sono i cicciarelli: pesciolini affusolati, color argento e senza squame. Lunghi pressappoco quanto le dita di una mano, vivono in banchi numerosi e si nascondono sotto la sabbia con movimenti rapidissimi. Risalgono soltanto quando l’acqua è limpida e il sole è alto.

 

Cicciarelli è il nome “in italiano”: a Noli, da sempre, li conoscono come lussi o lussotti e, da sempre, li pescano con la rete a sciabica.

Li pescano in gruppo: almeno cinque o sei pescatori escono in mare con due barche. Non vanno lontano: è una pesca esclusivamente costiera. Una barca “sta sul pesce”, l’altra lo circonda con la rete, descrivendo una sorta di ferro di cavallo A Noli e dintorni sono ancora poche decine i pescatori di cicciarelli e hanno un po’ tutte le età, da ventotto a settant’anni. Ma i clienti sono pochi: soprattutto anziani, spesso vecchi pescatori. Basta spostarsi di qualche chilometro e nessuno ha mai sentito nominare i cicciarelli.

I cicciarelli sono ottimi in carpione e nella fritturina di pesce. Ma la ristorazione locale li snobba un po’: sarà perché sono poco conosciuti o perché il pescato non è costante e manca proprio nella stagione dei turisti (quando le rete a sciabica è vietata). Eppure i lussotti conservati sott’aceto potrebbero rappresentare un eccellente entrée in un pranzo ligure. Naturalmente non bisogna esagerare con l’aceto, altrimenti non c’è vino che regga l’abbinamento.

 

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