Noli
Il documento del 10 maggio. Il 15 giugno istanza contro l’ordinanza del Comune
“Perchè è da bocciare il permesso ai 174 box al centro della frana “
Noli, ecco il testo integrale del ricorso al Presidente della Repubblica
Si tratta di atti pubblici mai portati a conoscenza del consiglio comunale e della cittadinanza
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Noli – Si è scritto su diversi organi di stampa, con qualche mese di ritardo e dopo gli articoli di Carlo Gambetta, ex sindaco, pubblicati su Trucioli Savonesi, del ricorso al presidente della Repubblica contro il permesso del Comune di Noli alla realizzazione dei 174 box interrati. Finiti al centro di una ingarbugliatissima vicenda giudiziaria sul fronte penale, civile ed amministrativo. Un “tutti contro tutti” che potrebbe costare tantissimi soldi ai cittadini di Noli. Vuoi per le richieste danni dei privati, che per spese legali e consulenze tecniche. Sonni tranquilli, invece, nell’ambiente della politica, dal Pd al Pdl, passando per la Lega Nord. Silenzio tombale. Segno di solidarietà e trasversalità. Reciproco soccorso. Tra l’altro, c’è un interrogativo alla quale finora nessuno pare abbia fatto molto caso. Le spese dell’avvocato per sindaco, assessore e funzionario comunale sono a carico, con ogni probabilità, dell’ente pubblico. A meno che non si accerti in futuro l’esistenza di un comportamento doloso. Trucioli Savonesi ha cercato di informare la cittadinanza facendo in modo che fossero portati alla luce del sole tutti i documenti utili a fare chiarezza. Come si addice alla “casa di vetro” del popolo. Non si tratta di fare la guerra a qualcuno, ma il maldestro tentativo di cui abbiamo denunciato la pervivace pratica, cioè tenere all’oscuro l’opinione pubblica, poco si addice ad un esercizio di sana democrazia e di trasparenza. Metodi che alla resa dei conti, possono fallire miseramente. Questo blog di volontari si è sforzato di adempiere al dovere non solo di corretta informazione, ma soprattutto “completa informazione”, assai meno praticata in una provincia dove la “cupola politico-affaristico-massonica” può in parte contare sulla benevolenza informativa. E qualche legame. Non si scava e non si racconta più di tanto. Basti pensare che sulla frana di Noli per mesi si sono taciuti all’opinione pubblica ed ai lettori pure nomi e retroscena di alcuni protagonisti, finiti inquisiti che non equivale a colpevoli. Per mesi non si è saputo nulla dell’allarme lanciato dagli inquilini e tre raccomandate con ricevuta di ritorno inviate al Comune sono rimaste sepolte dalla riservatezza. Lo stesso notiziario comunale, pagato dai contribuenti, ha avuto la faccia tosta di indicarne soltanto una e a scandalo esploso. L’inchiesta dell’autorità giudiziaria darà delle risposte nell’interesse della giustizia, della buona amministrazione, dei quesiti sollevati? Certamente ciò che è emerso dal dicembre scorso ad oggi (ordine di sgombero degli immobili di via Belvedere, ordinanze sindacali ed avvio dell’indagine) racchiude molte pagine inquietanti. Si aggira l’ombra di una “mente” che non solo ha scelto la comunione di personaggi (imprenditori, professionisti, tecnici), con una buona dose di dilettantismo, impreparazione, superficialità, pressapochismo. Arroganza? Altro che “zona archeologica” chiusa in fretta! Forse qualcuno credeva di farla franca? Tutto avrebbe dovuto filare liscio anche sul fronte dell’informazione secondo un copione non inedito? E se la frana avesse assunto proporzioni più gravi? Si sarebbe scritto di “tragedia annunciata”. La “cupola” quale ruole avrebbe in tutta questa storia? Alcuni spaccati e personaggi sembrano offrire identiche risposte. Si sono abbracciati esponenti del centro destra, di centro sinistra, fino a Rifondazione comunista, ben rappresentata proprio nel “caso di via Belvedere” e nell’operazione edilizio-urbanistica, speculativa dell’ex fabbrica dei refrattari. Altro che albergo per rilanciare il martoriato turismo! Non sarebbe un caso se la minoranza di Noli (di centro destra) ha ritenuto di perseguire il bene superiore della comunità condividendo, già nella fase iniziale, le scelte per la costruzione dei box, la partecipazione all’asta pubblica di un solo concorrente, che peraltro aveva operato, durante l’amministrazione Niccoli, in lavori pubblici. Minoranza che, con un paio di eccezioni, curiosamente non polemizza (a volte può essere un aspetto positivo), e non si fa carico di svolgere quel ruolo di pungolo e coscienza critica che contraddingue la dialettica politica tra maggioranza e opposizione costruttiva. Un coro, si direbbe, che ha suonato la stessa musica, di fronte ad un vero e proprio cataclisma rappresentato dal movimento franoso per colpe da accertare. Conseguenti con ogni probabilità – e stando a diversi pareri – al concatenarsi di errori, omissioni, forse abusi, interessi di parte che avrebbero finito per avere il sopravvento sul bene comune. Sfogliando il ricorso al presidente della Repubblica presentato dall’avvocato-amministrativista Giovanni Gerbi di Genova, per conto dei proprietari del condominio 18 di via Belvedere, emergono tanti aspetti umilianti a cui accennavamo. Cronaca dei fatti e misfatti. Identica riproposizione la troviamo nel secondo ricorso del 15 giugno, sempre al Presidente della Repubblica, per chiedere l’annullamento di ordinanze sindacali. Tutte descritte e censurate con efficacia dall’ex sindaco Gambetta nei suoi ripetuti, precisi e coraggiosi articoli pubblicati da Trucioli. Lasciamo ai lettori il compito di trarne le conclusioni dopo la lettura degli atti che qui riproponiamo. Premettendo che si tratta di un esposto di parte. E’ tuttavia utile conoscerne il contenuto. Iniziando dalla scansione delle date, dei provvedimenti, alle considerazioni finali. Sullo sfondo insistenti voci di rapporti d’affari e professionali che caratterizzano alcuni ruoli. Comprese grosse forniture di materiali ad una primaria società imprenditoriale del ponente ligure che si era assicurata l’appalto di moschee oltre confine. E ancora, interessi su aree artigianali allo svincolo autostradale di Borghetto S. Spirito. Con curiose coincidenze di tempi e di giunte provinciali, di conferenze di servizi. L’auspicio, per Noli, è che comunque andrà a finire, si trovi un accordo ed una soluzione nell’interesse dei cittadini coinvolti e soprattutto incolpevoli, in attesa del fine corso dell’iter giudiziario. Con i tempi lunghissimi della giustizia italiana, rallentata da tanti formalismi di cui poco si parla e quasi nulla il cittadino conosce. Magari l’esito finale arriverà nel prossimo decennio. Tempo utile per dimenticare. R.T. |