Nessun li vuole

           NESSUN LI VUOLE

NESSUN LI VUOLE

 Se mai ve ne fosse stato bisogno, i recenti incontri a livello europeo tra ministri degli Esteri e della Difesa non hanno fatto che confermare ciò che era già chiaro come il Sole: nessuno vuole migranti sul proprio territorio; e tutti si sbarazzerebbero volentieri di quelli già presenti, fatti salvi quelli non clandestini e già inseriti nel mondo produttivo. La parola chiave, la più accarezzata dai vari governi è: rimpatrii. Più una speranza che un progetto.

Naturalmente, ci sono le debite eccezioni: in Francia, a livello governativo, c’è Macron (salvo chiudere contraddittoriamente i confini, vedi Ventimiglia), auto-erettosi a capo della resistenza anti-sovranista, ma senza seguito popolare, essendo espressione delle elite; in Italia, a livello di opposizioni, si agitano PD & Leu, anche loro senza un apprezzabile seguito popolare, essendo espressioni di ideologie decadute. 

 


Accaniti anti-sovranisti, ma con un distinguo: buonisti i primi due, cattivista il terzo

 

 Chi ha saputo precocemente interpretare l’avversione degli italiani al mondialismo e ai confini aperti a uomini e merci, sono stati Lega e M5S; mentre le varie anime della sinistra su tutto litigavano tranne che sul tema, unificante e vaticanesco, del benvenuto ai clandestini. E le TV ci deliziavano ogni giorno esibendoci l’approdo sulle nostre coste di teste nere maschili e nel fiore degli anni, presupposto di futuri ricongiungimenti familiari e figli a non finire. Le sinistre, o supposte tali, pensavano stoltamente di suscitare sentimenti di solidarietà e compassione negli spettatori, anche grazie ai mielosi commenti a corredo, mentre non facevano che fomentare un crescente sentimento di ripulsa e di avversione. Un bel corso di psicologia ai dirigenti PD e alla “presidenta” della Camera avrebbe di sicuro giovato, almeno in termine di voti. 

Ma veniamo all’oggi. Tutto sommato, questo governo giallo-verde mi piace; forse anche perché non ci voleva molto, dopo i precedenti, marcati Monti e Renzi. 

Volendo fare un distinguo, mi accorgo che la Lega mi piace soprattutto per il robusto argine che sta erigendo contro l’invasione afro-asiatica. Per tutto il resto, propendo per il M5S, perché è più in armonia con i miei sentimenti ecologici, ossia di vera sinistra. 

 


Alleati contro l’immigrazione. Discordi sul primato del pubblico sul privato

 

L’ambientalismo, infatti, è per sua natura di sinistra; anche se l’ex sinistra lo ha totalmente dimenticato, anzi, non l’ha mai capito. La destra canonica era l’espressione politica dei signori, che guardano al mondo come a un serbatoio di materie prime e a una discarica di rifiuti indifferenziati. Oggi è più vicina al popolo della sinistra, in un ribaltamento d’immagine, ma è rimasta produttivista e quindi alleata dei grandi complessi industriali, che mettono il profitto temporaneo al primo posto e le “diseconomie esterne”(i costi sociali e ambientali) all’ultimo. Sotto questa angolazione, è più avanzata FdI, mentre la Lega usa ancora vecchi parametri: quegli stessi che ben si attagliano a Forza Italia; il cui nuovo portavoce, Tajani, invoca un ritorno della Lega nel solco filo-finanziario dal quale FI s’è ben guardata dall’uscire. Gli appelli, o meglio le minacce a suon di spread e di debito pubblico rimbombano con la cadenza dei tempi monti-renziani sia dalle labbra di Tajani e forzanovisti (“Salvini non si lasci trascinare all’estrema sinistra dal M5S”) che da quelle piddine. Costoro insistono nell’usare il vecchio vocabolario, e non faticano a trovare sponda nell’anima profonda della Lega, per la sua parte vetero-destrorsa. Per fortuna trovano paletti nei pentastellati, dove l’anima ecologista e anti-privatista ha ben maggiore diritto di cittadinanza. Un posto a sé, nel M5S, lo occupano Fico e il suo seguito, che sono a sinistra secondo i vecchi modelli; e quindi non fanno che intralciare gli sforzi di Salvini ogniqualvolta la nostra Guardia Costiera, anziché “guardare le coste”, si mette a scorrazzare per il Mediterraneo, in sostituzione delle ONG nella loro funzione di traghetti per neri. 

 


Dal nuovo pupillo di Berlusconi solo parole del vecchio vocabolario

 

Quasi non bastasse il continuo bastone tra le ruote di Fico, inopinatamente assurto a terza carica dello Stato, e della sua predecessora Boldrini, quasi non bastassero le continue omelie evangeliche dei vertici della Chiesa, non si sa quanto intimamente condivise dai parroci, si è intromessa pure la magistratura, con assurde messe in stato d’accusa del ministro dell’Interno per presunti reati umanitari. C’è quindi tutto un florilegio di forze contrapposte che impediscono di varare misure davvero drastiche contro il flagello dell’immigrazione, propugnata da Renzi, quando offrì all’UE l’Italia come immenso campo profughi (o spacciati per tali). Con ciò rendendo gli odierni sforzi del governo per una revisione della missione Sophia estremamente più ardui.

Al di sopra dei conflitti su immigrazione, grandi opere, nazionalizzazioni (dopo anni di privatizzazioni selvagge e conseguente impoverimento dello Stato, nonché di vendite forsennate dei nostri gioielli, pubblici e privati, ai tanto invocati investitori stranieri), il vero nodo di fondo è, oggi come sempre, quello del denaro privatoL’aver privatizzato il denaro è stato il più grande crimine contro l’umanità. 

Che l’Italia abbia avuto un ventennio di bilanci in avanzo primario (ossia al netto degli interessi) è un fatto che andrebbe scritto su tutti i muri, mentre viene sempre taciuto. Quando si parla di spread, si parli anche di questo, perché significa che l’Italia avrebbe i conti in ordine, anzi in eccesso, se non fosse per il fatto che il denaro non se lo può stampare, come sarebbe logico, ma se lo fa prestare dai mercati speculativi, creando un debito, gravato per di più da interessi!

 


L’Italia sempre coi conti in attivo, tranne un piccolo sgarro nel 2009. Va in deficit solo per pagare gli interessi agli “investitori”, perlopiù stranieri

 

Insomma, l’Italia è un Paese vitale, produce ricchezza in modo tale che la sua moneta, se ci fosse, avrebbe piena accettazione negli scambi con l’estero, perché il bilancio export-import è positivo. Lo spread altro non fa che sottolineare come il debito pubblico sia un castello di carte creato dagli interessi che lo Stato si è stoltamente impegnato a pagare a chi gli dà della carta (o numeri su un PC) che potrebbe benissimo emettere da sé a costo zero, finendo così oggetto, come uno scolaretto, di votazioni da parte di opache società di rating americane. 

Ecco, questo è in sintesi lo spirito del sovranismo, che viene artatamente accostato a populismo, come se fosse un argomento per imbonire il popolo. Invece è una critica obiettiva dell’attuale sistema banco-monetario, che dovrebbe essere abbracciata dalle sinistre con entusiasmo, invece di essere avversato, in assonanza con i signori del denaro. Dov’è dunque la sinistra? Dov’è la destra?

Purtroppo, però, le cose non sono così semplici, almeno dal punto di vista ambientale. Il gravame del debito pubblico, iniquo sotto il profilo logico e sociale, ha il “pregio” di tenere a bada i consumi e rallentare la folle corsa verso l’auto-distruzione. Paradossale, immorale, lo so.* Ma, come ho già detto altre volte, l’ultima in “Crescete e moltiplicatevi” [VEDI], l’uomo non ha efficaci predatori; efficaci nel senso di riuscire a tenerne a bada la proliferazione. Per giunta, è molto bravo nell’inventare stratagemmi per combattere malattie e carestie, che equilibrerebbero il suo numero con le risorse rinnovabili a disposizione. Ergo, la divisione tra pochi ricchi e molti poveri sancisce l’unico assetto in grado di mitigare il suo peso sull’ambiente, quale esso è diventato negli ultimi due secoli. Se vivessimo come gli Indiani d’America, scalfiremmo appena la Terra e potremmo camparci serenamente per i millenni a venire. Ma la frenesia di conquista, gli eccessi che ormai caratterizzano ogni angolo della civiltà occidentale, che ha ormai contaminato tutte le altre, sono una condanna a morte, senza data certa. Un po’ come il ponte Morandi: regge, pur con continui palliativi, fino all’istante fatale… E gli eccessi ne originano altri contrari, come il terrorismo e il costituirsi di forze oscurantiste non temperate da scrupoli di coscienza, come l’Isis e Al Qaeda, la cui ferocia contro l’uomo fa da contraltare alla ferocia dell’uomo occidentale contro l’ambiente e le tradizioni.

* Il dilemma è così lacerante che ci ho scritto pure la sceneggiatura di un film, “State lavorando per noi” che ovviamente fatica a trovare un produttore. Proverò a sondare gli “Stella Studios”… Fatemi gli auguri.

  Marco Giacinto Pellifroni    2 settembre 2018

 

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