‘Ndrangheta in riviera

‘Ndrangheta in riviera, Ventimiglia
in mano agli uomini delle cosche

 

‘Ndrangheta in riviera, Ventimiglia
in mano agli uomini delle cosche

 

Pronto il rapporto dei Carabinieri con al richiesta di scioglimento del comune. E finisce sotto scorta Christian Abbondanza, presidente della Casa della legalità che da anni denuncia la presenza dei clan in Liguria.

Adesso non si può più nascondere la testa sotto la sabbia: i carabinieri stanno per inviare al Prefetto di Imperia la richiesta di scioglimento del Comune di Ventimiglia per infiltrazioni mafiose.
Prima era toccato a Bordighera (già sciolto). Ma adesso il colpo sarebbe più grosso: Ventimiglia è una città di 25 mila abitanti. Mancano solo il parere del Prefetto, che sarebbe positivo, e la firma di Roberto Maroni che ha già dimostrato mano pesante.

La Liguria si scopre terra così di mafie. Christian Abbondanza, presidente della Casa della Legalità, uno dei pochi che da anni denunciano le infiltrazioni della ‘ndrangheta, dovrà girare sotto protezione. Quando lanciava i suoi allarmi veniva sbeffeggiato da destra e sinistra. Bordighera e Ventimiglia sono in mano al centrodestra di Claudio Scajola. Brutti colpi, anche perché negli atti si parla di reciproci favori tra ambienti malavitosi e politici, di elezioni. Intanto comuni (centrosinistra) vicino a Genova sono sotto osservazione.

Il 2 marzo 2009 l’auto del direttore generale del Comune di Ventimiglia, Marco Prestileo, viene sforacchiata a luparate. È il segnale che la tensione si sta alzando. La fibrillazione giunge in Comune: il sindaco Gaetano Scullino entra in rotta di collisione con il suo vice, Vincenzo Moio (che si dimette). Moio ha origini calabresi (Taurianova), è incensurato, ma agli investigatori risulta che suo padre Giuseppe sia un “pluripregiudicato”. L’uomo, come scritto dal Secolo XIX sarebbe stato condannato all’ergastolo per aver ucciso un carabiniere in Calabria. Le colpe dei padri non ricadono sui figli, ma Vincenzo Moio (non indagato) viene citato nell’operazione delle Procure di Milano e Reggio Calabria che ha portato in galera 330 presunti membri della ‘ndrangheta. Ecco un’intercettazione tra un certo Belcastro e il suo “Mastro”. Belcastro riferisce dell’appoggio che starebbe fornendo a “uno che veniva a Siderno, un amico che si impegna, un certo Moio, che adesso sta candidando la figlia alle elezioni regionali (del 2010) e l’appoggiamo noi”. La figlia di Vincenzo Moio (rappresentante di una lista che appoggiava il candidato di centrosinistra alle Regionali) è ignara delle manovre, ma la sua candidatura provoca una frattura nelle cosche: “La stiamo appoggiando noi, contro la volontà di Mimmo Gangemi (Domenico Gangemi, residente a Genova, arrestato perché ritenuto il boss della ‘ndrangheta in Liguria, ndr), che ci abbiamo avuto una discussione, che ha voluto appoggiare un finanziere, uno sbirro”. I carabinieri di Imperia e il Ros di Genova, indagando sulle infiltrazioni nei comuni dell’imperiese, hanno intercettato la conversazione “allarmante” di un indagato. Dice P.: “Lo vuole vedere, gli vuole parlare, sicuramente per le prossime… le comunali e tutto quanto”. C. risponde: “Ma chi, il sindaco?”. E P. chiarisce: “Sì”.

C. Abbondanza

Del resto l’inchiesta su Bordighera aveva verbalizzato lo sfogo di Marco Sferrazza, l’assessore al Turismo: “Dopo aver espresso in giunta la sua contrarietà all’apertura di una sala giochi, Sferrazza aveva ricevuto a casa la visita di Giovanni Pellegrino e Francesco Barilaro”. Sferrazza da quel giorno dichiara “di dormire con la pistola sotto il cuscino”. Ai carabinieri l’assessore racconta che Pellegrino e Barilaro gli avrebbero detto: “Quando avevate bisogno di voti noi vi abbiamo aiutato”. Sferrazza aggiunge: “Il sindaco era favorevole all’apertura della sala giochi perché aveva favori da rendere”.

Ecco, di nuovo l’ombra, che dovrà essere verificata, di un appoggio elettorale al centrodestra da parte di soggetti accusati di gravitare intorno ad ambienti criminali. Ma non servivano le inchieste per capire. A Ponente ogni giorno un locale va in fiamme, il pizzo si diffonde. Nel maggio 2010 il re del cemento Pier Giorgio Parodi (sua figlia Beatrice ha realizzato colossali porticcioli turistici nella zona) fu aggredito e la sua macchina crivellata a colpi di lupara. Parodi non fece denuncia. Dichiarò: “Era uno scherzo”.

E la politica? La Casa della Legalità ha messo online foto scomode. Festa calabrese (febbraio 2010, sotto elezioni) sponsorizzata da enti locali genovesi: tra gli ospiti ecco Domenico Gangemi, poi arrestato, che parla con Aldo Praticò (consigliere comunale Pdl a Genova). Eugenio Minasso, deputato e vice-coordinatore regionale Pdl, invece festeggia l’elezione con un membro della famiglia Pellegrino (coinvolta nell’inchiesta di Bordighera) e Giovanni Ingrasciotta che non rinnega passate frequentazioni con Matteo Messina Denaro. Eppure Scajola ha sparato a zero contro “chi dipinge la Riviera come dominio della ‘ndrangheta”. Le foto della Casa della Legalità non risparmiano il centrosinistra: Cinzia Damonte, candidata in Regione dell’Idv, è ritratta a una cena elettorale della comunità calabrese con Onofrio Garcea, pregiudicato, per la Finanza “ben inserito negli ambienti della criminalità organizzata”. Damonte giura: “Non sapevo”. Ma il Pd la settimana scorsa ha tremato quando un consigliere comunale di Savona, destinato a diventare capogruppo, è stato arrestato per corruzione. L’accusa: Roberto Drocchi avrebbe preso finanziamenti in cambio di appalti dalla famiglia Fotia. Gente mai indagata per ‘ndrangheta, ma nella loro casa è stato arrestato un uomo accusato di associazione a delinquere dai magistrati calabresi.

Ma per capire l’aria che si respira bisogna camminare nei vicoli di Ventimiglia Vecchia dove si sente parlare solo calabrese. La caserma dei carabinieri è in via Garibaldi. A un militare scappa una frase: “Quando usciamo ci guardiamo intorno, siamo sotto assedio”. La ‘ndrangheta voleva colpire due carabinieri. Gli investigatori hanno fermato giovani calabresi con pistole usa e getta fatte in casa, che di solito vengono utilizzate per gli attentati: “Erano appena arrivati dal Sud. Forse pronti a uccidere”.

Ferruccio Sansa da il Fatto Quotidiano

Repubblica – 22.05.2011
Abbondanza nel mirino della mafia
Il Prefetto gli concede la protezione

Christian Abbondanza, portavoce della Casa della Legalità sarà messo sotto protezione dalla Prefettura di Genova. Il provvedimento nasce in relazione alle inchieste in corso a Reggio Calabria e a Savona e alle intercettazioni della Dia e dell’Antimafia.
La protezione che verrà disposta è per il momento quella di grado più lieve, in sostanza sarà effettuata una sorveglianza a rotazione della sua abitazione e del luogo dove lavora.
La Casa della Legalità si è distinta infatti per le battaglie sulla trasparenza e contro le infiltrazioni mafiose, nasce infatti come osservatorio sulla criminalità organizzata e sui rati ambientali e proprio in questi sul suo sito pubblica uno schema delle infiltrazioni criminali in provincia di Savona che porta il titolo “Savona fulcro della ‘ndrangheta in Liguria

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