Mostra di Laura Sciutto
Galleria d’Arte del Cavallo – Quiliano
Mostra di Laura Sciutto
“MUTAZIONI TRA ARTE E BIO-ARTE”
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Sabato 23 Aprile alle ore 18,00, presso la “Galleria d’Arte del Cavallo” di Quiliano (SV) in via fratelli Cervi all’interno del Centro dell’Arredamento, è stata inaugurata la mostra personale di Renza Laura Sciutto dal titolo “Mutazioni tra arte e bio-arte”. La mostra, aperta fino al 15 Maggio tutti i giorni dalle ore 17,00 alle ore 19,00 esclusi il 25 Aprile ed il primo Maggio, è presentata dal Prof. Carlo Prosperi che scrive, in sintesi, quanto segue. …Renza Laura Sciutto ha avvertito il bisogno di esprimere e nello stesso tempo esorcizzare le apprensioni e – diciamo pure – le paure suscitate in lei sia dalle consapevoli manipolazioni genetiche sia dalle inconsapevoli conseguenze dell’inquinamento ambientale… Per fare questo ella rimane fedele alla tecnica raku, che negli anni ha dimostrato di sapere padroneggiare sempre meglio. Questo tipo di scultura, peraltro integrato o contaminato con elementi o accessori allotrii (occhielli, becchi, peduncoli, molle, ma anche basi o piedistalli di ferro necessari per le installazioni), le consente di domare e dominare le proprie angosce, imprimendo ad esse un puntuale e rigoroso sigillo formale. Non è solo una questione di etica, che, quando si tratta di arte, riesce sempre un po’ sospetta, specialmente se si impone come motivazione primaria; è soprattutto una questione di estetica: il gusto e il piacere del manufatto realizzato con cura, assecondando i canoni della bellezza… Renza Laura prende qui spunto dalla natura e, con rigore d’artista, in una lucida visionarietà, ci propone delle mutazioni genetiche, senza però ricorrere all’organico, senza intervenire sul vegetale. Il medium da lei privilegiato resta l’argilla, con la sua plasticità e con gli effetti cromatici che il fuoco di cottura e gli smalti ad arte distribuiti riescono a ottenerne. Si tratta dunque di una natura fossilizzata, fatta apposta per lusingare il tatto e per ammaliare lo sguardo con le sue innumeri screziature. Ma – si direbbe – anche per infrenare o neutralizzare quanto d’inquieto e d’inquietante sembra in sé racchiudere o evocare. Quasi che l’arte avesse in sé una funzione di antidoto o di scongiuro… Ci sembra di entrare in un giardino dove piante carnivore e frutti avvelenati si celano dietro l’angolo: un giardino nondimeno seducente come quelli di Alcina e di Armida. …Ci sono pollini sospesi, ingigantiti da una lente invisibile, e vermi e virus, accanto ad anfore, vorticelle e urceoli, in una indistinzione che affascina e inquieta, perché ci viene incontro una vita pietrificata, il mondo di oggi visto e contemplato, anche nel suo prossimo futuro, come da una lontananza quasi siderale. Tutto il cangiante fuoco del vivere, coi suoi balsami e i suoi veleni, candito – vuoi per presagio, vuoi per ammonimento – in un gioco di raggelato sfarzo. Una sorta di sfizioso e ironico memento homo. |