Massoni e mattoni a Genova

Massoni e mattoni a Genova
 La loggia massonica dei Mamone e Confapi 
con uno scoop della giornalista scrittrice Maria Teresa Falbo
da La repubblica

Massoni e mattoni a Genova
 La loggia massonica dei Mamone e Confapi 
con uno scoop della giornalista scrittrice Maria Teresa Falbo
da La repubblica
  
La “società” genovese del rito scozzese ha il suo tempio negli uffici delle aziende dei fratelli Mamone. Oltreché gli stessi imprenditori, ne fanno parte anche dirigenti di Confapi e del Cad, Centro d’ascolto del disagio, e poi professionisti e impiegati. Lo squarcio sul mondo della massoneria arriva da una giornalista “infiltrata”. Maria Teresa Falbo, ex ufficio stampa Confapi
 
Una giornalista infiltrata svela l’esistenza – e gli appartenenti – di una loggia che ha sede a Fegino proprio nella sede di alcune delle società dei Mamone, fratelli di sangue e, in questo caso, anche di obbedienza. Il tempio che ospitano è frequentato anche da numerosi dirigenti di Confapi, l’associazione di categoria che rappresenta le piccole e medie imprese. Se qualcuno pensava che i massoni liguri fossero “in sonno”, due casi attualissimi dimostrano che i “fratelli” sono ben svegli.

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La prima vicenda che raccontiamo oggi è relativa all’elenco ufficiale di una loggia genovese, la “Alberto Fortis”, un “muratore” dei primi dell’800. Lo scoop è di Maria Teresa Falbo, scrittrice e giornalista romana specializzata in cultura e teatro. Il suo Babilonia swing è una pubblicazione cartacea spedita a mille destinatari scelti, ed è consultabile sull’omonimo sito Internet dove si può leggere il suo reportage. Mentre lavorava come ufficio stampa per Confapi Liguria a cavallo del 2009 e del 2010, alla Falbo fu proposto di entrare nella massoneria….(VEDI..)

“Quando mi venne fatta la proposta- spiega – pensai subito alla possibilità di poter raccontare questo mondo dall’interno”. Dopo quattro mesi di attesa Maria Teresa Falbo viene accolta nella loggia appartenente all’obbedienza del Supremo Consiglio d’Italia e San Marino del 33° e Ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato. La sua sorellanza avviene con una cerimonia in cui viene incappucciata (“io non potevo vedere e quando me lo tolsero gli altri avevano i cappucci neri con i buchi per gli occhi”) e invitata a pronunciare le formule di rito nei locali di via Fegino 3. Della loggia fanno parte i padroni di casa, i fratelli Vincenzo e Gino Mamone (quest’ultimo a capo della Ecoge, sotto processo per corruzione e indagato per turbativa d’asta e false fatturazioni in un’altra inchiesta), il padre Luigi e il nipote con lo stesso nome. Vincenzo Mamone, la cui ex moglie alcuni anni fa, attraverso la Casa della Legalità aveva raccontato, ma senza poterla documentare, della sua appartenenza alla massoneria e dei suoi viaggi di “fratellanza” a Sanremo e Montecarlo, è anche uno dei dirigenti di Confapi.

E della Loggia fanno parte altri vertici di Confapi: Luigi Mamone, Pietro Capalbo, Raffaele Martino e poi il direttore Roberto Parodi. “Ricordo la signora Falbo- dice Parodi – ha lavorato per noi per qualche tempo poi il rapporto si è interrotto. Non sapevo nulla dell’articolo. Noi massoni siamo un potere occulto? Macché, e poi guardi che gli elenchi della loggia sono pubblici. Vederli? Mah credo non siano così facilmente reperibili”. Da quest’anno Confapi, dopo una battaglia di ricorsi al Tar contro Confindustria è tra l’altro presente nel consiglio della Camera di Commercio con Giuseppe De Gregori, avvocato albergatore, ed è un’associazione sempre più importante nella provincia di Genova.

Inoltre, alcuni esponenti di Confapi fanno anche parte del Cad, i Centri di Ascolto del Disagio, associazione nazionale di volontariato (ma a Genova scrive lettere anti moschea al sindaco, organizza corsi di lingue a pagamento e offre attestazioni energetiche) presieduta in Liguria da Enrico Sivori, radici democristiane e diverse militanze in quell’area politica. Ultimi tentativi (entrambi abortiti dopo annunci e conferenze stampa) di Sivori e degli amici della loggia e di Confapi quelli di dar vita alla Lista Centro per Biasotti alle ultime Regionali e poi di far decollare in Liguria la lista “Noi nord” del sottosegretario Vincenzo Scotti. Pare che i duemila iscritti fossero legati alle aziende Confapi e ai volontari del Cad, e il partito a maggio aveva già trovato la sua sede: nell’ospitale tempio massonico di via Fegino.  

Le regole
Nel modulo di adesione la legge sulla privacy

Una postilla in apparenza contraddittoria per una società segreta riguarda il “trattamento dei dati personali”

 

Certificato antimafia e legge sulla privacy. Per quanto legata alla tradizione, anche la massoneria si adatta ai tempi. Leggendo le quattro pagine del modulo di richiesta di adesione, si può così notare una postilla apparentemente contraddittoria per una società segreta. Si tratta infatti del paragrafo con cui, come fosse la stipula di un contratto di assicurazione, al richiedente viene chiesto di firmare «il trattamento dei dati personali….potranno formare oggetto di trattamento». Il resto del modulo (potete leggerlo integralmente sul sito genova.repubblica.it) richiede la compilazione di una serie di voci. Indirizzo, età, lavoro, titolo di studio, ma anche se si è figli o parenti di altri affiliati. Sono riportati anche i tre gradi di obbedienza: iniziato, regolarizzato, affiliato. Il formulario prevede l´accettazione del candidato che abbia doti intellettuali, di onestà e di amor patrio riconosciute, e oltre a queste caratteristiche è anche prevista una dichiarazione sostitutiva che garantisca l´assenza di cause di decadenza, sospensione o divieto previste dalla legge antimafia.
Al nuovo fratello o sorella viene consegnato anche il calendario delle riunioni (chiamate la “tornate”) di loggia che per la “Alberto Fortis” dal settembre 2009 al giugno 2010 avevano una cadenza bimensile con tanto di “agape”, ovvero cena sociale, il 22 dicembre e il 25 giugno a Sasso Marconi, vicino Bologna dove si trova la sede centrale.
Sul tesserino, chiamato Brevetto, è scritta una frase che impegna «le autorità massoniche del mondo» ad accogliere e assistere «il possessore del presente Brevetto».
Nella loggia genovese, quando la frequentava la giornalista Maria Teresa Falbo, erano iscritte almeno 19 persone. Nell´elenco ci sono imprenditori, commercianti, direttori di banca, architetti, professionisti, funzionari, dipendenti di aziende di settori strategici, e anche l´autista dell´amministratore delegato di una delle più grosse aziende alimentari del nord ovest.
(m. p.)

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