L’IMBARAZZO DELLA SCELTA
Chi scrive su queste pagine non lo fa quasi mai per plaudere a qualche azione positiva realizzata da chi gestisce la cosa pubblica, ma per denunciare abusi, arroganza, corruttela.
Confesso che mi trovo oggi come l’asino di Buridano: i canestri di porcherie sono così numerosi e variegati che la penna resta sospesa a mezz’aria e non saprei da dove cominciare. Anche perché se davvero cominciassi occuperei lo spazio di tutti coloro che condividono il numero odierno di Trucioli. E probabilmente non basterebbe.
Allora faccio come la Gabanelli che, alla fine dei suoi Report, dava qualche notizia meno cattiva, per addolcire un po’ l’amarezza delle schifezze denunciate nelle due ore precedenti.
Qualcuno si chiederà quale mai possa essere una notizia meno deprimente delle altre.
Eccola: la Corte d’Appello ha elevato il numero dei condannati per i fatti del G8 di Genova del 2001 da 15 a 44, riconoscendo finalmente l’ovvio, e cioè che i no-global subirono “trattamenti inumani e degradanti”. Ma purtroppo anche in questa notizia la parte cattiva fa da abbondante contrappeso alla parte buona: il reato penale è prescritto per decorrenza dei termini, mentre il risarcimento civile di ben € 10 milioni sarà lo Stato a pagarli, ossia noi contribuenti!
In conclusione, neppure questa notizia riesce a rallegrarci: i mascalzoni che hanno umiliato, malmenato e torturato tanti giovani che protestavano per una causa che i dieci anni trascorsi hanno dimostrato essere sacrosanta, se la cavano senza pagare un solo euro e senza trascorrere un solo giorno nelle patrie galere, mentre noi, innocenti cittadini, siamo chiamati a pagare per i loro crimini.
Ministro Alfano, scusi se la distraggo dalle sue principali incombenze di salvataggio del premier, ma non potrebbe studiare un decreto legge che ci salvi da una così iniqua tassa collettiva, facendo sì che a pagarla siano i responsabili, ossia quei poliziotti che hanno sfogato il loro sadismo come le orde soldatesche cui i generali danno tacito assenso a saccheggi, stupri e violenze d’ogni genere dopo la presa di una città nemica? Del resto, ai decreti d’urgenza ci siete abituati: l’ultimo l’avete varato la notte scorsa per salvare le vostre liste, interpretando i regolamenti ex post, a vostro arbitrio. Fatene qualcuno per salvare anche noi cittadini, magari “ri-interpretando” l’obbligo di pagare le tasse, proporzionandole al loro buon uso. Se mai passasse questo criterio, ve ne sarebbe dovuto si e no il 20%.
Mi fermo qui. Cedo alla rassegnazione. Del resto, ogni tanto è salutare, per ritemprarsi e tirare avanti. Credo che farò vacanza anche il giorno delle prossime regionali, non intravedendo, dietro i faccioni sorridenti dai muri cittadini, niente di utile se non per loro stessi, visti gli stipendi che premieranno i vincitori. A vita.
Andrò al mare, seguendo un po’ in ritardo l’invito che tante volte ci siamo sentiti fare di fronte a referendum scomodi.
Marco Giacinto Pellifroni