Liguria, raddoppio della ferrovia da Finale ad Andora, se ne parla da cento anni ma resta ancora un sogno.

Eviterebbe lunghe code in autostrada per il trasporto delle merci. Un incubo ricorrente, invece, rimane quello dell’inutile e dispendioso ponte sullo Stretto di Messina, riproposto dall’attuale governo

Abito in Liguria da quasi 60 anni e da poco meno di 50 mi sono trasferito per lavoro in riviera, a Finale Ligure. E’ da quando sono arrivato in questa meravigliosa località che sento parlare dello spostamento della linea ferroviaria a monte, per consentire di aggiungere il secondo binario da Finale Ligure ad Andora, perché, ad oggi, si viaggia ancora su di un solo binario.
Eppure si tratta di una linea internazionale che porta in Francia e da lì prosegue verso la Spagna e Portogallo oppure verso i paesi del nord; vi transitano milioni di passeggeri, lavoratori e, soprattutto, turisti.

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Questa linea potrebbe essere utilizzata per la movimentazione delle merci, alleggerendo così le autostrade liguri che sono in grande sofferenza da anni e che, nelle previsioni, lo saranno ancora per molti anni.
Basta percorrere le autostrade liguri per rendersi conto del traffico internazionale, oltre che di turisti, di autotrasportatori: si vedono lunghe code di tir provenienti da ogni Paese europeo come Spagna, Francia, Portogallo, Lituania, Lettonia, Polonia, Romania, Germania, ecc.
Gli autotrasportatori, che viaggiano da un capo all’altro dell’Europa senza intoppi, senza code e che in molti paesi non debbono pagare pedaggi, quando arrivano in Liguria sono costretti a mettersi pazientemente in coda, attendere che le code si smaltiscano e all’uscita pagare anche un salato pedaggio.
Ovviamente se non ci fosse la strozzatura ferroviaria tra Finale Ligure ed Andora, molte merci che oggi sono movimentate su gomma potrebbero essere trasportate con la ferrovia.
Di questo raddoppio della ferrovia se ne parla dai primi anni dopo la prima guerra mondiale!
Mi raccontava un caro amico di Finale Ligure che sua nonna, rimasta vedova di guerra, nel 1919 ricevette una lettera da parte delle Ferrovie in cui le si intimava di abbandonare la casa e cercarsene un’altra perché quella in cui abitava doveva essere espropriata e abbattuta in quanto proprio da li doveva passare la nuova ferrovia.
Questa povera donna che, rimasta vedova di guerra, con due figli e senza lavoro, l’unica cosa che le era rimasta era proprio quella casa!
Disperata si recò dal sindaco del comune di Finale Ligure, che in quel momento era Nicolò Sacconi, mostrandogli la lettera chiedeva cosa avrebbe potuto fare.
Subito il Sindaco la tranquillizzò dicendole: “signora, non si preoccupi, la ferrovia non la sposteranno neppure fra cent’anni”.
Infatti, sono passati più di cent’anni e la ferrovia è sempre al suo posto!
Ed il nostro Ministro delle infrastrutture di cosa si preoccupa?
Di far risparmiare 15 minuti per attraversare lo stretto di Messina…
E pensare che la Liguria esprime il Viceministro alle infrastrutture e dei trasporti…

Pier Luigi Torielli
Articolo pubblicato sul Blog “Alfieri dei Popoli” Diretto da Gabriella POLI

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