L’Europa ti riscalda con una doccia fredda

La nostra nazione è la prima, non solo in Europa, a godere di un primato invidiabile: almeno l’80 per cento degli italiani gode della proprietà della casa in cui abita.

Uno dei principali scopi dell’Italia libera, terminato l’ultimo conflitto bellico, è stato quello di avere una casa in proprietà. La nostra nazione è la prima, non solo in Europa, a godere di un primato invidiabile: almeno l’80 per cento degli italiani gode della proprietà della casa in cui abita.
Ognuno di noi ha la rappresentazione di qualche conoscente che, terminato il turno del giornaliero lavoro, utilizzava le ore libere, ed anche i giorni festivi, per mettere su, mattone per mattone, le mura di quella che col tempo e con tanti sacrifici, sarebbe diventata la propria abitazione. Trovava la partecipazione di amici, di vicini con lo stesso progetto verso i quali si sarebbe poi riversato, dall’attuale beneficiato, una reciproca assistenza e collaborazione.
Che dire poi di coloro che si organizzavano in cooperative edilizie, mettendo insieme i propri risparmi con quelli dei genitori, per realizzare il sogno di una casa.
Insomma per noi italiani la casa rappresenta ed ha sempre rappresentato uno scopo della vita, per il cui conseguimento sono stati affrontati sacrifici tanto collettivi quanto entusiasti.
Naturalmente queste case, come ritengo tutte le altre coeve, venivano realizzate secondo criteri compatibili con le normative tecniche in vigore all’epoca. Poi di solito accadeva che venivano migliorate per adeguarle sia alle mutate personali esigenze di vita che alla sicurezza.
E tutto questo avviene ed avveniva in omaggio al principio espresso in epigrafe: il desiderio ed il piacere degli Italiani di possedere una casa.
Oggi questi sentimenti sono diventati una iattura per la maggior parte dei proprietari.
Ecco la ferale notizia: lo scorso 25 ottobre il Parlamento Europeo ha dato incarico ad un suo rappresentante di avviare negoziati con la Commissione e con il Consiglio per l’applicazione della direttiva EPBD (energy performance of buildings directive) rivolta appunto ad ottimizzare le risorse energetiche.
In altri termini significa che gli impianti di riscaldamento dovranno essere tutti adeguati a criteri predeterminati rivolti al risparmio del consumo energetico.
Significa anche che ogni appartamento con impianto termico inserito nelle classi energetiche “G” ed “F”, e cioè il 60% del patrimonio edilizio italiano, si dovrà sottoporre a questo restyling energetico, pena l’uscita dal mercato delle compravendite che delle locazioni.
Un arguto giornalista ha definito questa iniziativa europea un intervento “in tackle”, cioè in scivolata: mentre tu, piccolo proprietario di una casa ti stai tranquillamente godendo il tuo bene, arriva l’Europa che, appunto in scivolata, ti interrompe la tranquilla serenità abitativa.
Avrei delle critiche da svolgere su quest’ultima capopensata europea.
Anzitutto a casa mia faccio quello che mi pare, purché non crei disturbo o molestia ad altri; per cui se voglio stare al freddo, oppure riscaldarmi con un braciere o con un caminetto, oppure subire un maggiore costo per l’energia che utilizzo, all’Europa non gliene deve importare niente.
Secondariamente non va dimenticato che quando ho costruito la casa ho rispettato le previsioni edilizie tutte, comprese le normative in campo energetico; forse in Europa non conoscono il principio dei diritti acquisiti, che significa che un adempimento svolto nel rispetto delle norme vigenti ai tempi, non può essere messo in discussione in forza del mutamento successivo di norme che regolano la stessa fattispecie.
Ed infine non dimentichiamo: il clima italiano è diverso da quello di dove abita Ursula Von Der Leyen; vorrei vedere dunque come accetterebbe la direttiva EPDB per la sua casa in Sicilia. Non dimentichiamo neppure che nella maggior parte dei paesi europei il culto della casa in proprietà non esiste e dunque la solita Ursula non ha ben chiaro il senso civile della casa in proprietà.
E’ la solita storia, come giustamente ha sostenuto uno storico politico italiano: a Bruxelles guadagnano tanti soldi ed hanno poco da fare; dunque si devono inventare sempre qualcosa; ma poiché non sono neppure intelligenti, inventano sovente cose sbagliate.

Carlo Eugenio Casini – Avvocato in Firenze da  PENSALIBERO

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.