San Francesco riceve le stigmate
Tempera su tavola (1445 circa) di Domenico Veneziano
National Gallery of Art – Washington

Questa tavola dipinta da Domenico Veneziano (Venezia, 1410 circa – Firenze, 15 maggio 1461) proviene dalla pala d’altare maggiore della chiesa di Santa Lucia dei Magnoli a Firenze. La pala fu poi smembrate e i suoi pannelli andarono dispersi in varie collezioni private e in vari musei. Questa tavola, dopo diverse peripezie, è approdata infine, nel 1939, grazie a una generosa donazione, alla National Gallery of Art di Washington. L’aspetto più notevole di questa tempere su tavola è indubbiamente il paesaggio alpestre irreale e fantastico che fa da sfondo al miracolo delle stigmate di San Francesco. Narra Tommaso da Celano: ”Allorché dimorava nel romitorio che dal nome del luogo è chiamato Verna, due anni prima della sua morte, ebbe da Dio una visione.

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Gli apparve un uomo in forma di serafino…con le mani distese ed i piedi uniti, confitto ad una croce…Si alzò, per così dire, triste e lieto, poiché gaudio e amarezza si alternavano nel suo spirito… Mentre era in questo stato di preoccupazione e di incertezza, ecco nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quel misterioso uomo crocifisso”. Lo scenario alpestre, ancora goticheggiante, rispecchia lo stato d’animo del santo, che sente la morte vicina, oscillante tra “gaudio e amarezza”: le montagne sono piramidi di luce composte da rocce aguzze dai colori improbabili sotto un cielo che sembra un mare burrascoso. Non mancano i particolari naturalistici di sapore rinascimentale come il boschetto di conifere sulla sinistra e il corso d’acqua sulla destra. Da notare che le figure del santo e di Fra’ Leone non proiettano ombre e che, più che dipinte sembrano scolpite, fissate nelle loro espressioni e nelle loro posture per l’eternità

Fulvio Sguerso