LETTURA DI UN’IMMAGINE: Odalisca Olio su tela (1840 circa) Di Francesco Hayez

Odalisca Olio su tela (1840 circa) Di Francesco Hayez
Pinacoteca di Brera – Milano

Le odalische, nella Turchia ottomana, erano le schiave addette al servizio di camera e di tavola di una dama. Per estensione, schiava concubina di un sultano. Le odalische che compaiono nei quadri di Delacroix, di Ingres e di Renoir, appartengono a quest’ultima categoria. Anche Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882) ha voluto dipingere una sua Odalisca e lo ha fatto ispirandosi più alla tradizione italiana che ai modelli d’Oltralpe.

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Questa odalisca ricorda ritratti celebri di giovani donne dipinti da Raffaello, dal Giorgione, da Tiziano, ma decontestualizzati: la sua odalisca è una giovane donna borghese del suo tempo che si staglia su un fondo scuro e indefinito avvolta solo in un candido lenzuolo, con un lembo del quale si copre pudicamente il seno, come di chi è sorpreso nella propria intimità. L’odalisca è adagiata su un morbido materasso smeraldino, piega lievemente la testa coperta in parte. da un lungo velo bianco verso la sua destra con gli occhi semichiusi mentre i suoi lunghi capelli corvini le ricadono sulle spalle nude. Il suo atteggiamento è di chiusura verso l’esterno e di concentrazione nella propria interiorità. Un lieve rossore le colora le guance. Il suo corpo rosa-pallido risalta in piena luce sullo sfondo opaco. Notevole, da un punto di vista pittorico, la tornitura delle braccia e delle mani che trattengono il lenzuolo aderente al corpo e la morbidezza che Hayez ha saputo imprimere a quel tessuto. Quanto ai colori risultano ben armonizzati gli uni con gli altri, così come le ombre e le luci. Ritratto compiuto ed essenziale al quale non si può né togliere né aggiungere alcunché

Fulvio Sguerso

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