LETTURA DI UN’IMMAGINE: Maggio 1871 a Parigi (Una strada di Parigi) Olio su tela (1903) Di Maximilien Luce

Maggio 1871 a Parigi (Una strada di Parigi)
Olio su tela (1903) Di Maximilien Luce
Musée d’Orsay – Parigi

La  notevole e intensa attività artistica di Maximilien Luce (Parigi, 1858 – Parigi, 1941) costituisce un esempio riuscito di artista sperimentale e impegnato a un tempo. In concomitanza con il suo apprendistato grafico presso l’atelier del maestro incisore Henry Théophile Hildebrand seguiva in pittura la tecnica del pointellismo sotto la guida di Georges Seurat. Il suo talento venne subito riconosciuto e apprezzato nell’ambiente del neoimpressionismo e del divisionismo. Luce era nato e si era formato nella Montparnasse operaia e aveva fatto in tempo a vivere da ragazzo  il clima della spietata repressione della Comune di Parigi. Fu quell’esperienza a orientarlo verso l’anarchismo e a farne un artista militante  che prediligeva scene di periferie industriali e di umili lavoratori oberati dalla fatica. Si mise tanto in vista da essere sorvegliato dalla polizia che lo arrestò quando fu assassinato  nel 1894 il Presidente della Repubblica Sadi Carnot  dall’anarchico italiano Sante Caserio.   In questo dipinto Luce ci presenta uno scorcio di strada in una Parigi deserta, nei giorni della feroce repressione dei combattenti ribelli della Comune parigina da parte delle truppe governative di Thiers appoggiato dai prussiani. In mezzo alla strada, in primo piano, un gruppo di comunardi uccisi composto da tre uomini e da una giovane donna. Più lontano, sempre sulla strada, un altro corpo di insorto senza vita. La tonalità prevalente è fredda; i colori dominanti sono il blu, il grigio, il bianco, i toni pastello delle porte serrate delle botteghe e delle finestre chiuse. Nel gruppo dei morti in primo piano spicca la giovane donna con la camicia bianca e la lunga gonna viola pallido, il rosso della banda sui pantaloni di due morti e il rosso sbiadito delle macchie di sangue sul selciato. Su tutto incombe un silenzio di morte. Come in tante scene di guerra che appaiono sui nostri teleschermi in questo periodo che non accenna a finire.


Fulvio Sguerso

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