LETTURA DI UN’IMMAGINE: Donna seduta con un ginocchio piegato. Guazzo, acquerello e matita nera su carta (1917) Di Egon Schiele

Donna seduta con un ginocchio piegato
 Guazzo, acquerello e matita nera su carta (1917)
 Di Egon SchieleMuseo di Nàrodni Galerie  a Praga

Egon Schiele (Tullin, 1890 – Vienna, 1918) è stato allievo di Gustav Klimt e si è formato nel clima culturale della Secessione viennese. Tuttavia il suo percorso artistico segue strade diverse da quelle del maestro e amico, inaugurando, insieme a Oskar Kokoschka, la feconda stagione dell’Espressionismo austriaco.

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Il suo stile è decisamente spiazzante e urtante ma di grande impatto e coinvolgimento emotivo. Temi dominanti il corpo femminile possibilmente in fiore e la propria autorappresentazione sotto ogni punto di vista. Non mancano rari, essenziali  paesaggi di campagna e di paese. Muore giovanissimo a ventotto anni, lasciando un corpus di migliaia di opere tra dipinti a olio, acquerelli, guazzi, disegni. Tutte le sue opere sono attraversate da una angosciante tensione tra vita e morte. L’esperienza del carcere, nel 1912 (viene accusato ingiustamente di abuso nei confronti di una minorenne) lo segnò  con un trauma indelebile.
Nel 1918 la pandemia dell’influenza detta spagnola arriva a Vienna e colpisce sia lui che la moglie incinta e nel giro di tre giorni muoiono entrambi. La giovane donna del ritratto, Valerie Neuzil detta Wally,   compare in molti altri ritratti era già stata modella e amante di Gustav Klimt che, per così dire, gliela passò. Al momento del loro incontro, Egon aveva ventun anni e lei diciassette. Tra il pittore e la giovane modella , come spesso succede, nacque un amore intenso ma travagliato che durò anni. Al momento della realizzazione di questo ritratto la relazione d’amore non era che un ricordo, eppure da questa figura in una posa disarmonica quasi contratta, con la testa appoggiata al suo ginocchio sinistro e quegli occhi che ci guardano mesti di sotto in su quasi imploranti spira una sensualità intensa insieme a un  tormento interiore che si riflette nella scompostezza della postura, nella spigolosità delle membra, nella linea spezzata dei contorni e nell’armonioso disordine di quei capelli finemente disegnati. Ma il colpo di genio dell’artista austriaco consiste nella rappresentazione di  una  giovane donna innamorata.

Fulvio Sguerso

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