LETTURA DI UN’IMMAGINE: Cucitrici di camicie rosse Olio si tela (1863) Di Odoardo Borrani

Cucitrici di camicie rosse   Olio si tela (1863)
Di Odoardo Borrani
Collezione privata

Borrani dipinge le Cucitrici di camicie rosse due anni dopo aver dipinto 26 aprile 1859 (proposto ai lettori di “Trucioli savonesi” domenica scorsa) . L’impianto scenico è simile: figure in un interno, cioè in un salotto borghese che prende luce da una grande finestra; nell’opera del 1861 la figura intenta a cucire la bandiera tricolore è sola, e la luce taglia obliquamente la penombra della stanza illuminando solo alcuni particolari. In queste Cucitrici le figure sono quattro e la luce proveniente dalla finestra illumina equamente tutto quel salotto borghese riccamente arredato. Dunque vediamo quattro giovani donne elegantemente abbigliate secondo la moda del tempo sedute intorno a un tavolo intente a cucire, appunto, camicie rosse per i garibaldini.

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Appaiono molto comprese da questo compito patriottico: nessuna di esse volge lo sguardo verso lo spettatore, la figura seduta a destra, ritratta di profilo, è tanto presa dal suo lavoro che appare quasi isolata rispetto al gruppo; la figura che vediamo solo di spalle seduta sulla poltrona rivestita di velluto verde con lo scialle di seta sembra appena arrivata e si rivolge alle due donne che cuciono le camicie rosse alla sua sinistra. Dietro di loro, si scorge un ritratto di Garibaldi sulla parete di fondo. La pendola sulla parete di destra segna le sette e un quarto (ovviamente del mattino). Il pittore toscano, che aveva aderito al gruppo dei macchiaioli, intende “fotografare” il momento della giornata in cui le quattro ”cucitrici” sono riunite intorno al tavolo di lavoro in quel salotto riccamente arredato, con quei tendaggi e quelle elaborate acconciature delle quattro patriote che tanto piacevano a Luchino Visconti. Le Cucitrici di Borrani sono senz’altro ferventi garibaldine, ma non certo delle popolane. Il nostro Risorgimento non è stato un movimento (lasciamo stare la parola rivoluzione) di popolo ma di élite; la tragica fine del tentativo insurrezionale di Pisacane docet.
Fulvio Sguerso

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