LETTURA DI UN’ IMMAGINE : Giovane uomo con teschio (Vanitas) Olio su tela (1626 circa) Di Frans Hals

Giovane uomo con teschio (Vanitas) Olio su tela (1626 circa) di Frans Hals
National Gallery – Londra

Tra i tanti ritratti realizzati (tra i quali quello famoso del filosofo Descartes)  dal pittore olandese Frans Hals, questo si distingue per il suo significato metaforico e simbolico: se lo osserviamo con attenzione notiamo che non c’è niente di realistico –  salvo la fisionomia del volto, per metà in penombra, del giovane signore che sembra sul punto di prendere la parola (o di averla già presa) – gli abiti hanno tutta l’aria di un costume di teatro non certo di indumenti indossati nella vita quotidiana: l’ampio mantello dal colore tra indaco e violetto ricopre tutto il mezzobusto del giovane, lasciando vedere solo il gesto. o meglio, l’inizio del gesto del braccio, il profilo della mano aperta, un lembo del colletto, una minima parte del collo,  il volto incorniciato  dalla folta capigliatura rossastra alla sommità della quale spicca un minuscolo improbabile copricapo rossa da cui fuoriesce una piuma di struzzo rosa.

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Tutto questo sfarzo posticcio stride con il macabro oggetto che il giovane regge con nonchalance sulla mano sinistra: un teschio che, pur non figurando al centro della scena, cattura l’attenzione dello spettatore , più del bel volto aristocratico del giovane fiammingo con il quale si pone in macabro contrasto. Il giovane, mentre tende la mano destra aperta verso di noi , senza però guardarci negli occhi, e tiene sulla sinistra l’oggetto simbolico della morte, sembra che dica. “non lasciatevi ingannare dalle apparenze, voi ora mi vedete nel pieno della mia giovinezza e del mio splendore, ma la mia morte è già all’opera dentro di me come lo è dentro di voi. Vanitas vanitatum  et omnia vanitas.

Fulvio Sguerso

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3 thoughts on “LETTURA DI UN’ IMMAGINE : Giovane uomo con teschio (Vanitas) Olio su tela (1626 circa) Di Frans Hals”

  1. Esatto. Il giovane che con la folta capigliatura, il cappello e la lunga piuma contrasta col teschio. Ma la prima cosa a colpirmi è stata la direzione del viso e del teschio, quasi ruotati nella stessa misura rispetto chi guarda…Dopodiché mi pare che si tratti di un soggetto che, vanitoso, è tuttavia consapevole della sua vanità; e perciò più che gli altri, sta ammonendo se stesso.

    1. Giuste e attente le tue osservazioni. Rimane da interpretare il gesto della mano destra (splendidamente dipinta: un gesto per chiedere attenzione? Un gesto vano per indicare, appunto, la vanità delle parole di fronte alla morte? Un saggio di virtuosismo tecnico-estetico?). In ogni caso un’opera che ci obbliga a pensare.

  2. Giuste osservazioni le tue. Il tema allegorico lascia qualche margine a diverse interpretazioni. Per esempi, quale significato possiamo attribuire alla mano aperta di profilo? Solo in funzione prospettica? O un “semplice” saggio di perizia tecnica?

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