Lettura di un’ immagine: El sueno de la razòn produce monstruos

El sueno de la razòn produce monstruos

Acquaforte (1797) Di Francisco Goya  – Biblioteca Nacional de Espana – Madrid

Questa incisione fa parte di una serie di ottanta stampe intitolata  Los caprichos, contrassegnata con il n° 43. Con queste acqueforti, Goya ( Fuendetodos, Saragozza, 1746 – Bordeaux, 1828) intendeva denunciare i vizi della società spagnola a lui contemporanea. Difatti, benché l’artista sostenga di aver preso spunto solo e unicamente dalla sua fantasia, non mancano riferimenti a personaggi celebri  di quel tempo, politici ed ecclesiastici. Nella scena che si presenta ai nostri occhi  vediamo un uomo (forse il pittore stesso) che dorme profondamente in una posizione non propriamente comoda, con la testa appoggiata alle  braccia  ripiegate che a loro volta poggiano sul pianale di uno scrittoio che ha un lato rivolto verso di noi che guardiamo. Su questo lato leggiamo la scritta che dà il titolo a quella scena. Dal sonno del dormiente escono bestie mostruose che incombono su di lui: volatili notturni e rapaci, pipistrelli, volti animaleschi e sghignazzanti; in basso, a destra per chi guarda, un felino diabolico che ci osserva come una sfinge enigmatica e minacciosa. Immagini chiaramente prodotte dall’inconscio del dormiente. Riguardo al significato di questa allegoria, ce lo fornisce li stesso Goya nel manoscritto a lui attribuito, noto come “Commento di Alaya” , conservato insieme ad altri due presso il Museo del Prado: “La fantasia abbandonata dalla ragione genera mostri impossibili, unita a lei è madre delle arti e origine delle meraviglie”. Come dire che, se la fantasia è lasciata a se stessa disancorata dalla ragione, genererà mostruosità e allucinazioni spaventose; se invece è unita alla ragione, forgerà uno strumento dalla potenza inesauribile. I mostri simboleggiano quelle immaginazioni aberranti e distruttive che impediscono la liberazione e l’emancipazione degli esseri umani dalla paure  ataviche che lo rendono un eterno minorenne, come ha spiegato bene Kant nel suo opuscolo che rispondeva alla domanda Che cos’è l’Illuminismo? In estrema sintesi, Goya pensa da illuminista, che “Quando gli uomini non ascoltano la ragione, tutto si volge in visione” e la visione in incubo.

FULVIO SGUERSO

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