Le spiagge a Loano
Che fortuna!
Le spiagge sono “rimaste a Loano”
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Che fortuna!
Le spiagge sono “rimaste a Loano”
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Loano – Il 20 Gennaio 2011 c’è stato il bando di concorso per l’appalto che riguarda le spiagge libere e gli stabilimenti balneari comunali di Loano. Sette spiagge che il Comune di Loano ha voluto dare in appalto al miglior offerente. |
Sette spiagge che da anni vengono monopolizzate dai soliti “magnifici sette”. (Garziano Salvatore, Taramasso Graziella, Salvadori Giuliana, Graziani Mario, Nespola Manuela, La Quiete s.a.s. di Panozzo & C.) La cosa curiosa è che nel bando e capitolato speciale di appalto si legge che le sette spiagge vengono assegnate tutte insieme e che non viene accettata nessuna domanda individuale. ( Leggi delibera) In pratica, non vengono accettate le domande di singoli individui, cioè, i comuni mortali popolani loanesi che, in qualità di singolo cittadino, non hanno i requisiti per gestire uno spiaggia comunale. Sarebbe stato molto rischioso aprire il concorso ai singoli, perché anche se il Comune di Loano (ovvero le casse pubbliche) potrebbe guadagnarci di più non avrebbe potuto premiare i favoriti (?) Magnifici Sette, così il comune ha pensato di aprire il bando solo alle Associazioni e alle Cooperative sociali. Così i “magnifici sette” hanno trovato l’escamotage di riunirsi e formare un’associazione, ognuno di loro ha promesso la sua quota in base alla posizione e alla metratura della (propria?) spiaggia fino a raggiungere la cifra complessiva richiesta dal comune che ammonta a circa 160.000 euro annue, e qualche euro in più per vincere la gara di appalto. L’altro concorrente era la Cooperativa Onlus “La speranza” (chi vive sperando…) di Pontedassio (IM) che ha offerto la modica cifra di 180.000 euro. Ma la situazione è stata resa più articolata perché oltre ad offrire una cifra più alta era necessario offrire una più vasta gamma di servizi. Alla fine, hanno vinto i Magnifici Sette! Evviva! Un’altra pagliacciata del circo Loanese? Ognuno puà farsi un’idea, trarre le conseguenze. I gestori di spiagge private, a loro volta, conoscono cosa rende uno stabilimento balneare, anche se non sono più i tempi delle “vacche grasse”. Se è vero che la Comunità Europea ha imposto questa gara d’appalto per dare la possibilità ad ogni individuo di gestire una spiaggia è altrettanto vero che l’idea per scongiurare questa ipotesi era viziosa se sono riusciti a trovare delle scappatoie…. In definitiva, a Loano chi gestisce una spiaggia comunale non la molla…nemmeno se è in età da pensione, e poi ci sono i figli e i figli dei figli; e già, perché da queste parti vige ancora il podestàriato !!! Comunque, congratulazione ai Magnifici Sette e un caloroso applauso ai domatori circensi di squali! Nulla contro i “fortunati”, ai quali facciamo i complimenti. Il pesce, secondo un vecchio detto, emana cattivo odore dalla… Giambello |
Ps: nota aggiuntiva di Trucioli Savonesi. L’articolo di Giambello è stato scritto una settimana prima che trapelasse, da Il Secolo XIX, Alassio-Savona (a firma di Gianluigi Cancelli) che lo scandalo delle “spiagge comunali” di Alassio – con un’ipotesi di presunte tangenti, favoritismi e “affari in ‘famiglia’ di una certa loggia massonica”, con possibile voto di scambio e avvisi di reato – finisse per coinvolgere altre località della provincia. Si parla di 5, tra Varazze ed Andora. (vedi Decimonono del 17 febbraio). |
A nostro modesto avviso Loano è esclusa in quanto, come risaputo, “non si muove foglia senza che legalità voglia”. E poi, quei lettori che seguono i giornali e soprattutto i “quattro gatti neri” di Trucioli, si saranno resi conto della “giustizia rapida”: sta creando sfiducia nelle istituzioni, a seguito del più vergognoso bubbone edilizio delle “ville-case agricole” di Verzi. Una serie di errori iniziali pare abbia rallentato e vanificato quella ricerca di “giustizia uguale per tutti” scritta nella nostra Costituzione, al di là dei chiacchiericci per alcuni cantieri sotto sequestro ed annessi avvisi garanzia. L’indagine è partita col piede sbagliato e la conclusione si profila, a parte qualche pesce piccolo, nella classica “bolla di sapone”. E’ con questo spirito che nei giorni scorsi si sono mossi, nel centro destra, per le future strategie elettorali e candidature. Probabilmente il tenace Gilberto Costanza, già assessore del Comune, con le sue documentate argomentazioni, su Trucioli Savonesi, senza smentite e senza querele, ha sbagliato tutto. Doveva scrivere, a capitoli, che la legalità potrebbe non avere diritto di cittadinanza in ogni luogo. Ci vuole anche un po’ di fortuna. E forse poteva risparmiare la fatica, darsi all’ippica. Si dice ancora cosi? E magari ricevere applausi quando cammina per le vie di Loano, anziché essere guardato in cagnesco. Nella città, è noto, l’omertà ambientale è stata sconfitta da decenni. Da qui la cultura diffusa della legalità. Della signorilità educativa. E il buon esempio arriva da Palazzo Doria. (l.c.) |