LE DONNE E LA POLITICA

LE DONNE E LA POLITICA
L’ultimo ostacolo che la donna deve superare
 per emergere in politica è forse il più arduo

 

 LE DONNE E LA POLITICA

L’ultimo ostacolo che la donna deve superare per emergere in politica è forse il più arduo 

Da anni, dalle disposizioni Onu al trattato di Maastrich, il reale tasso di democrazia di un paese viene misurato in base al rapporto tra popolazione e il numero dei rappresentanti in cui si può effettivamente rispecchiare.
Come dire che non si vive in una vera democrazia se la categoria degli operai non è sufficientemente rappresentata, o quella degli industriali, o quella degli agricoltori, o quella degli insegnanti.. insomma, avete capito. Ma nelle discussioni internazionali viene presa in considerazione soprattutto un’altra o “o quella delle donne”.

 Nel nostro paese la popolazione femminile è circa il 50% del totale, nonostante ciò la rappresentanza femminile nelle istituzioni è praticamente irrisoria tanto che l’Italia nel 2008 si piazzava al 53% posto nella classifica mondiale per presenza di donne in Parlamento, superata anche da molti paese del sud del mondo.
Per quanto possa non piacere i dati affermano che la nostra, proprio per quanto detto, è una democrazia incompiuta perchè una parte significativa della popolazione risulta esclusa dal processo politico istituzionale a vantaggio della preponderanza di un’altra.

Le pari opportunità dunque, benchè conquistate sulla carta da decenni, restano ancora da attuare nella realtà.
Come potrebbe essere altrimenti? L’84% del campione femminile intervistato dal Censis non ritiene che che le opportunità tra i sessi siano equilibrate ma ben il 43% del  campione maschile pensa che essa sia sostanzialmente raggiunta.
Tradotto significa che il 43% degli amministratori uomini non considera più l’argomento come problema da trattare.
Una conferma? I dati elaborati dall’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) evidenziano che l’offerta di servizi per l’infanzia sia inadeguata non coprendo neppure il 12% della domanda ma, nelle amministrazioni pubbliche in cui prevale la presenza femminile, esistono più servizi rispetto alla media.
Perchè allora le donne restano fuori dalla politica nonostante il 76% del totale degli intervistati dal Censis ritenga che il contributo delle donne sia fondamentale per il buon governo nelle amministrazioni pubbliche?

L’indagine dimostra che sono caduti alcuni pregiudizi negativi sulla presunta inadeguatezza delle donne ad amministrare la cosa pubblica, tuttavia esiste una discrasia tra parole e fatti che vale la pena analizzare.

Troppo semplicistico pensare che la gestione della cosa pubblica non sia un interesse femminile, nei paesi dove la divisione del lavoro ha perso il carattere sessuato, come nei paesi scandinavi, il numero delle donne presenti in politica è notevolmente cresciuto.
Piuttosto è più realistico pensare che la politica, dopo lavoro e famiglia è un terzo impegno che difficilmente trova spazio nella vita di una donna. Abbiamo già analizzato quanto siano difficili i tempi della conciliazione (vedi inchiesta sul lavoro).

 Ancora una volta ci troviamo davanti a un contesto di dinamiche sociali più profonde, pervasive e persistenti che colpiscono le donne in quanto tali, al di là delle loro capacità e nonostante il sostegno verbale e formale che si tenta loro di assicurare.

Dinamiche che si configurano nel termine “segregazione verticale diffusa” col quale si indica non solo il fatto che le cariche apicali sono e restano appannaggio del genere maschile ma che questa dinamica esiste in tutti gli aspetti della vita sociale del paese come se esistesse in “tetto di cristallo” che impedisce alla donna di far carriera e di raggiungere risultati “più alti”.
Il soffitto di vetro per chi sta sotto è il pavimento di chi sta sopra. Rimuovere il soffitto significa portar via il pavimento; far tremare la terra sotto i piedi di altri.
Risulta perciò difficile che le singole donne, da sole, abbiano qualche prospettiva di successo e, almeno per oggi, la soluzione potrebbe non arrivare, in tempi brevi, neppure dall’adozione di giusti e indispensabili provvedimenti normativi.

Le donne impegnate in politica che sono state intervistante per il rapporto “Le donne e la rappresentanza” di Cittalia testimoniano come siano un’eccezione i casi di “chiamate illuminate” da parte di soggetti decisori.
Nella realtà ogni donna che inizia un percorso nella vita politica rompe il suo soffitto di cristallo minando il pavimento di un uomo.Si innesca così una dura competizione nella quale il suo rivale ha costruito, attraverso una lunga presenza dominante, un sistema di solidarietà maschile che si appoggia a legami con leaders, partiti, gruppi di interesse e finanziamento, canali di informazioni ed altro.

L’ultimo ostacolo che la donna deve superare per emergere in politica è forse il più arduo.

È il vincere lo stereotipo che la svaluta la sua presenza nelle istituzioni definendola ininfluente e che evoca il pregiudizio verso la “donna di potere” considerata da sempre “fuori natura”.

Un ultimo dato; ancora troppe donne ritengono che sia indifferente scegliere tra un candidato uomo e un candidato donna: NON è così.

Valutiamo attentamente chi ci dovrà rappresentare la prossima volta che dovremo votare!
 

Cristina Ricci

da

 

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