Le colpe di Berlusconi

 LE COLPE  DI BERLUSCONI
 Intanto diamo nome e cognome a chi ha creato questo debito immane  

 

LE COLPE  DI BERLUSCONI
Intanto diamo nome e cognome a chi ha creato questo debito immane
 

 

La situazione internazionale è sotto gli occhi di tutti , tutti i paesi  occidentali sono alle strette , più o meno tutti hanno vissuto sopra le proprie possibilità elargendo diritti a tutti senza preoccuparsi dei conti e dimenticando   che i nodi  prima o poi sarebbero venuti al pettine.

La globalizzazione dei mercati tanto decantata da Prodi  e dai soliti banchieri , l’ingresso nel gotha dei paesi industriali di paesi come la Cina, il Brasile , l’India ecc.. ha di fatto messo in crisi il nostro sistema industriale che era la fonte di finanziamento del  welfare a tutti i cittadini ( residenti  e non ) nell’Unione Europea .

 

 

L’Italia nel contesto europeo, da una parte è avvantaggiata dal fatto che vi è una parte del paese fortemente industriale, attiva , estrosa e laboriosa, che continua operosa a produrre sviluppo anche se faticosamente,  per contro il paese è oppresso da una burocrazia elefantiaca e inefficiente, che ostacola chi lavora e non sa scovare gli evasori fiscali e non riesce a spendere neanche i soldi  messi  a  disposizione della UE,   da un’altra parte  un’area grande del Paese che vive di solo Stato e su tutto un debito pubblico enorme che erode una parte consistente di PIL per il pagamento degli interessi.

La colpa è di Berlusconi?

Intanto diamo nome e cognome a chi ha creato questo debito immane che ci perseguita e sarà ben difficile abbattere in breve tempo, anzi  probabilmente l’impresa sarà impossibile.

Siccome i numeri non hanno colore politico, basta… vedere il grafico …(pubblicato anche a fondo pagina) per capire che il problema è stato creato negli anni 80 quando si è passati dal debito pubblico del 60% comune a tutti i paesi europei a un debito del 121% in 10 anni.

Se i Governi irresponsabili  per non dire criminali  di quegli anni si fossero comportati come i predecessori e/o  i successori (vedi linea rossa) ci troveremmo meglio messi della stessa Germania e  di molto meglio messi della Francia che ora viaggiano rispettivamente al 78% e al 95% di debito sul PIL.

I governi Berlusconi e Prodi in effetti , pur dovendo pagare interessi  pari al 6% in più del PIL rispetto ai Paesi  appena citati , hanno tenuto meglio di loro  il deficit sotto controllo, purtroppo  dovendo anche lesinare punti di PIL alla ricerca e quindi  ipotecando anche sviluppi futuri.

Se devi pagare gli interessi  sui  debiti (fatti dagli altri)  fai quello che puoi, e prima di tagliare le pensioni  o risparmiare sulla sanità per evitare conflitti sociali, tagli gli investimenti. (cosa che io peraltro considero altrettanto  grave perché pregiudica il futuro)

I nomi dei Presidenti del Consiglio e dei governi li potete vedere nel grafico, andiamo da Spadolini a Ciampi , governi  deboli   con all’interno una sinistra democristiana (da De Mita alla Rosi Bindi)  che ammiccava con il  fortissimo partito di opposizione (PCI),  incapaci di opporsi alla crescente richiesta di potenziare gli interventi sociali di ogni tipo, che i compagni reclamavano e che promettevano ai cittadini una volta al potere (lo fanno ancora adesso!) , per una grande parte di tipo clientelare. (vedi assunzioni a go go nella pubblica amministrazione con conseguente creazione di aspettative che tuttora agitano gli animi e le piazze dei numerosi precari).

Si facevano debiti con la speranza di poterli poi pagare con lo sviluppo, non considerando che lo sviluppo si ottiene con ricerca e investimenti non con clientelismo becero.

 

 

 

Ora ci accorgiamo che le pensioni baby elargite ai pubblici dipendenti ci costano 10 miliardi di euro all’anno (l’eliminazione di tutte le provincie porterebbe un risparmio di meno di  2 miliardi/anno, tanto per dare un termine di paragone) e che la maggior parte di pensionati baby hanno lavorato e probabilmente  lavorano ancora in nero,  ora ci accorgiamo che nel Sud si spende e spande senza limite e si continuano a ricevere i fondi da Roma con criteri ” storici” il che significa che se ieri sperperavano, oggi continuano a sperperare “per legge”,  per non parlare di tutti i regali fatti alle partecipazioni statali e locali, tutto per mantenere la “pace sociale” e fare contenti sindacati e sinistre, oggi ci accorgiamo che il pubblico impiego italiano costa il 4% sul PIL di più che quello tedesco, che ci sono una miriade di laureati di materie umanistiche e mancano i periti e gli ingegneri.

 

 

A tutto questo si aggiunge la accettazione supina (Prodi & Ciampi)  di entrare a fare parte della moneta unica alle condizioni dettate da Francia e Germania senza trattare sul  cambio, che in realtà doveva essere 1 € = 1500 lire non 1927 lire,  come voluto dai nostri partners,  i quali (specie i tedeschi) avrebbero accettato qualsiasi cosa, pur di fermare l’invasioni dei prodotti “ made in Padania” che, grazie alle svalutazioni della lira,  venivano importate in grande quantità sino all’entrata nell’Euro nell’area del marco.

Insomma se ci troviamo in questa situazione possiamo ringraziare sia i sindacati che le sinistre che hanno e che continuano a proporre sempre più Stato, dimenticando che lo Stato non può dare ciò che non ha, ultimo esempio i referendum sull’acqua e sulle utilities degli enti locali che sono andati esattamente in direzione contraria a ciò che ci ha chiesto l’Europa e ciò che vorrebbe il buon senso.

Nessuno contesta che l’acqua debba essere pubblica, l’acqua è  come l’aria è  gratis, se però la vogliamo  in casa nostra, dobbiamo pagare il servizio  di canalizzazione e di distribuzione e se tale canalizzazione perde oltre il 50% durante il tragitto dopo che è stato gestito dal pubblico per 60 anni con metodi esclusivamente clientelari ,  qualcosa si dovrà ben fare, e con quali soldi, che non ce ne sono più?

Ciò che sta succedendo in Grecia dovrebbe fare riflettere ai facili demagoghi che promettono tutto a tutti senza fare i conti: gli statisti pensano ai nostri figli e ai figli dei nostri figli , i politicanti pensano a quelli che potenzialmente li vota alle prossime elezioni  e purtroppo il popolo spesso non riflette abbastanza e si fa abbindolare.

Altro grosso  ostacolo allo sviluppo è la nascita del “ partito del NO “ che è diventato padrone del Paese a partire sempre dagli anni 80; ormai qualsiasi infrastruttura che deve essere fatta, e si badi le infrastrutture servono alle imprese e quindi allo sviluppo, nasce il Comitato ad hoc che riunisce quattro gatti per lo più  nullafacenti , che riescono anche a bloccare opere essenziali spalleggiati quasi sempre dalla solita sinistra.

 Vorrei  ricordare il caso Margonara, tanto per citare un caso savonese, dove un gruppetto di donne  in combutta con Rifondazione Comunista (unico partito al mondo che vuole ancora il Comunismo) hanno bloccato 3000 posti di lavoro contro le decisioni di TUTTI i partiti, destra e sinistra Sindacati, Confidustria etc.. un opera con investimenti totalmente privati che ai giorni nostri sarebbero stati manna per una economia che langue come quella savonese .

Recentemente Walter Veltroni ha scritto un lungo articolo su Repubblica nel quale più o meno dice le stesse cose che ho appena scritto e cioè che per risolvere i problemi occorre abbandonare la difesa di ciò che esiste e pensare che ormai il mondo è cambiato e se non seguiamo i tempi che il mondo globalizzato ci impone velocemente  siamo destinati a sprofondare nel peggiore dei modi.

Peccato che queste prediche vengano da chi per anni si è comportato completamente all’opposto, proprio in questi giorni  il Partito Democratico si ricorda che le pensioni andrebbero riviste, quando non più tardi di due anni fa il Governo Prodi ha smontato in parte la riforma Maroni (scalone/scalino) per salvaguardare i pochi a svantaggio dei  giovani, se non lo avesse fatto, oggi non si dovrebbe parlare di pensioni.

La solita tiritera di Bersani & C  è l’evasione fiscale (che peraltro nessuno contesta) che naturalmente viene imputata al Governo Berlusconi di turno:

I lettori un po’ più datati come il sottoscritto, si ricorderanno che il primo a insorgere allo scandalo dell’evasione fiscale fu il segretario della UIL Giorgio Benvenuto (socialista), sempre negli anni 80, che in tutti i suoi interventi ci rammentare della grande vergogna nazionale, bene! fu cooptato a fare il direttore generale delle Imposte, cioè gli diedero la poltrona n° 1 del Fisco e li vi rimase per 15 anni più o meno, sapete ora dove siede il primo ( in ordine di tempo)  moralizzatore fiscale?  naturalmente in parlamento nelle file del PD tra le file del partito che continua a con la solita tiritera iniziata da Benvenuto vent’anni fa.

In effetti il problema c’è e il problema è un misto fra politico e organizzativo, e cioè la volontà di non toccare le aree con tensioni sociali, e la scarsa professionalità di molti dirigenti delle varie amministrazioni  fiscali, basta pensare che in genere chi scova evasioni milionarie sono spesso Polizia e Carabinieri.

E’ successo che i Carabinieri abbiano fermato un autovettura e il conducente risultava proprietario di 1000 autovetture, ma come è possibile che al Registro Automobilistico  o all’ACI  (L’Italia è l’unico paese che ben due registri!) nessuno si accorga che uno possiede 1000 dico 1000 autovetture?, come è possibile che ogni tanto scovino persone che continuano a percepire la pensione di un deceduto? In qualche cimitero lo avranno ben sepolto, avrà avuto un medico di base?

In Italia vi è il sistema che va avanti da decenni del “volemose bene” che è indipendente dal Governo di turno ma insito di un sistema dei fautori del “volemose bene” che sono trasversali in tutti i partiti romano centrici.

 E le colpe di Berlusconi (che i lettori stanno aspettando con desiderio)?

Le riforme a costo zero sarebbero tantissime, dalla eliminazione del valore legale del titolo di studio alla liberalizzazione delle professioni, alla imposizione di costi standard a tutti gli enti statali e parastatali, cose che costerebbero zero ma servirebbero a portare risparmi e sviluppo, non parliamo dell’evasione fiscale al Sud, dove vi sono interi paesi le cui case non risultano accatastate,  per non dire dell’evasione dell’IVA che in certe zone del Sud  pare sia pari al 90%; nel Sud interi paesi che non pagano il canone Rai  ma come al solito se si intervenisse drasticamente, si assisterebbe alle barricate di comitati, sindacati e sinistre le quali come dice Veltroni nel suo articolo su Repubblica sono gli strenui difensori di “ciò che esiste”, conquistato strenuamente nei famosi anni 80 e così tutti sono  riluttanti ad intervenire per non  guastare la “pace sociale” e pensando che alla fine da qualche parte i soldi arriveranno.

Non è più così, siamo arrivati al colmo  e se non si vogliono intaccare gli sprechi che spesso vengono chiamati “ammortizzatori sociali” si deve mettere le mani in tasca a chi già paga e troppo e qui sta il problema che ha assillato Berlusconi in questi giorni.

Silvio Rossi

Lega Nord

 

 

 

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