L’armonia ambientale del Letimbro con Savona
RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO |
RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
(Ottava parte)
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Facendo fede all’impegno assunto al termine dell’articolo della scorsa settimana, mi dedicherò, oggi, a riflettere, con tutti gli amici lettori, sul seguente argomento: LA TUTELA DELL’ARMONIA AMBIENTALE DEL TORRENTE LETIMBRO
CON LA CITTÀ DI SAVONA
Per essere culturalmente corretti e preparati su questo argomento, immagino di compiere, con tutti gli amici lettori (che spontaneamente vorranno aderire) una gita in salita lungo la sponda occidentale del Letimbro a partire da corso Agostino Ricci per giungere (dopo una sicura e comprensibile fatica) sino alla porta dell’amata chiesetta della Madonna degli Angeli. Chiesetta della Madonna degli Angeli
Di lassù, In piacevole compagnia, potremo osservare una parte importante del percorso del torrente e, più precisamente, quella che intercorre dalla prima cappelletta (sulla strada del Santuario) sino allo sbocco terminale della foce torrentizia nel nostro mare ligure. Potremmo, in particolare, osservare che tutta la parte antica ed ottocentesca della città poggia (e, quindi, convive armonicamente) con tutto il percorso del torrente, il quale scorre, naturalmente, sotto le fondamenta dei palazzi. Dopo una settimana di sereno riposo, cerchiamo di organizzare una seconda scalata, che, partendo dalla città centrale (Piazza Mameli) ci consenta di arrivare (dopo comprensibile affanno e fatica) sino alla Villetta e, successivamente, sino al meraviglioso piazzale, anteposto alla chiesetta dei Cappuccini. Siamo sulla sponda orientale del Letimbro e vediamo, in lontananza rispetto a noi, e sul lato opposto, la chiesetta della Madonna degli Angeli (che avevamo toccato, con le nostre mani, la settimana prima); ed, anche in questa nuova occasione, osserviamo più in basso tutta la parte centrale della città; ed, anche in questo caso, osserviamo, con vivo piacere, il nesso armonico esistente tra il percorso sottocittadino del torrente e le fondamenta dei palazzi, ivi ubicati. Chiesetta dei Cappuccini
Ma tutte queste osservazioni, fatte dall’alto, potranno apparire insufficienti a molti nostri amici. Ed, allora, scendiamo nel dettaglio ed andiamo a prendere in considerazione due fondamentali esempi di convivenza urbanistica ed ambientale verificatisi nella nostra città e tuttora presenti nella nostra memoria storica:
PRIMO ESEMPIO: Consigliamo, in primo luogo, ai nostri affezionati amici lettori, di consultare i seguenti testi tecnico scientifici: SAVONA DEGLI OSPEDALI (Edizione Liguria – Anno 1994)
IL SAN PAOLO DI SAVONA UN OSPEDALE IN FOTOGRAFIA (Coop Tipograf Savona – Anno 2005) Dalla lettura di questi fondamentali testi, i nostri amici lettori potranno apprendere quanto segue: “La prima struttura dell’edificio è stata realizzata nel periodo intercorrente tra il 1847 ed il 1856 (Progetto: architetto Carlo Sada, direttore dei lavori: architetto Giuseppe cortese) “sotto il profilo architettonico la progettazione e l’edificazione del complesso hanno presentato inizialmente alcuni problemi di non facile soluzione; infatti, il terreno basale era assai cedevole, con una falda acquea sotterranea quasi affiorante (oggi a circa 2 metri sotto il pavimento del piano terra) e, per di più instabile, perché continuamente soggetta ad oscillazioni di altezza. Le fondamenta vennero, quindi, fatte poggiare su di una rigida palafitta (3.800 puntelli circa) Ospedale San Paolo
SECONDO ESEMPIO: PARERE NEGATIVO DELLA CITTÀ SUL PROGETTO: BINARIO BLU Si è svolto, nella nostra città, un lungo ed articolato dibattito su questo progetto, soprattutto in questi ultimi 10 anni In termini molto semplici, il progetto prevedeva la realizzazione di un grande park interrato di circa 27.000 m² di superficie, nell’ambito della realizzazione dell’operazione immobiliare di Piazza del Popolo della nostra città. Non v’è dubbio che questo progetto, sul piano puramente teorico, era di notevole importanza per l’intera città, perché destinato a incidere sul profilo della città futura, sia rispetto alla ricucitura con l’oltreletimbro (in collegamento con l’operazione “Orti Folconi”), sia rispetto alla risoluzione di alcuni problemi fondamentali della città; infatti, il progetto avrebbe consentito di avviare un intervento sulla viabilità in città, risolvendo la questione dei parcheggi, e di iniziare ad immaginare una riqualificazione profonda di tutto il centro ottocentesco. Ma, la città di Savona ha avuto il coraggio di dire NO a questo innovativo progetto, per la semplice ragione che esso, pur realizzato con tutte le cautele del caso, sarebbe venuto ad incidere negativamente sulle aree qualificate come sensibili e vulnerabili, per l’esistenza dei pozzi di captazione dell’acqua potabile, forniti, a loro volta, dal torrente Letimbro. Dunque: in entrambi i casi, sopra descritti, pur programmati in tempi diversi ed in aree differenti della città, è prevalso ed è stato realizzato (attraverso un SI’ ed attraverso un NO) un sano progetto di tutela dell’armonia ambientale del torrente Letimbro con il complesso urbanistico dell’intera città. Ma, carissimi amici, le considerazioni sull’avvenire dei rapporti tra il Letimbro e l’intera nostra città non possono arrestarsi a questo punto. Abbiamo assistito, in passato, a tragici avvenimenti, causati dagli eventi alluvionali, che hanno determinato gravi alterazioni al nostro intero assetto ambientale; oggi, invece, stiamo osservando, con i nostri occhi, deleteri fenomeni di carenze idrica e fluviale. Su questi argomenti cercheremo di ragionare di conseguenza nelle prossime parti di questa pubblicazione.
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