L’Alassino

L’Alassino, primo editoriale di Pizzorno
‘Non è un periodico urlato, per migliorare l’eggregoro’

L’Alassino, primo editoriale di Pizzorno
‘Non è un periodico urlato, per migliorare l’eggregoro’

Alassio – Il saluto-editoriale (vedi…) del nuovo direttore, Roberto Pizzorno, segretario provinciale dell’Udc e capolista alle comunali di Savona, è comparso sul mensile L’Alassino, giornale d’attualità, vita cittadina, tradizione, membro effettivo della Consulta ligure, iscritto all’Uspi, al registro nazionale della stampa.

La proprietà appartiene all’Associazione Vecchia Alassio.
 
Dal 1960, ad oggi, è il terzo direttore responsabile. Il primo e più ‘longevo’, in quanto a durata nella carica, è stato Fausto Buffarello, nato a Novi Ligure il 2 ottobre 1923, iscritto all’albo dei pubblicisti della Liguria dal 9 gennaio 1952; per anni storico corrispondente del quotidiano L’Unità, quando era organo del Partito Comunista Italiano.
Buffarello, stimato ed apprezzato, era insegnante elementare a Savona dove abitava; considerato un fior di giornalista, tanto che nel periodo estivo era chiamato a fare le sostituzioni nella redazione di Milano. Tra i direttori, Aniello Coppola (classe 1924) gli propose l’assunzione come redattore, ma Fausto , assai legato alla sua scuola e a Savona, decise di non accettare. Con Fausto Buffarello aveva iniziato la collaborazione l’allora giovane calciatore Luciano Angelini (scriveva per L’Unità, cronista sportivo di provincia), protagonista di una brillante carriera al Decimonono, fino al ruolo di condirettore.
Dopo la morte di Buffarello, la direzione responsabile de L’Alassino venne affidata a Nello Aicardi, pregevole figura di Alassio. Dipendente comunale anche con ruoli di responsabilità e, a tempo perso, per anni collaboratore della tipografia Stalla (Alassio-Albenga).
Una passione, quella del giornalismo, che Aicardi aveva coltivato con modestia, moderazione, spirito di servizio per la comunità, rispetto. In una realtà ricca di fasti, di storia e di decadenza. Nello estraneo alle beghe della politica e agli interessi, non sempre limpidi, che ruotano attorno.
Ma per lustri il simbolo di ‘libera voce’, autorevole e di prestigio, a volte schierata (Piano Regolatore ed edilizia), è stato l’indimenticabile maestro Mario Richero, un combattente. Quindi toccò a Luciano Quartara ed Enzo Vena.

Pizzorno (a destra) con Casini

Oggi, alla presidenza dell’Associazione Vecchia Alassio c’è il geometra Giovanni Giardini – uno zio già impegnato nel parlamentino locale e nell’agone della politica –; ha scelto alla giuda de L’Alassino un altro cittadino di Savona. Roberto Pizzorno, originario di Cengio, 51 anni, pubblicista dal 20 ottobre 1989, consulente assicurativo, con esperienze in periodici locali.

Pizzorno diventato personaggio di spicco nell’agone della politica, prima nel capoluogo, poi in ambito provinciale e regionale.

Nella cabina di comando e regia del partito del presidente Pierferdinando Casini che, nel savonese, ha attratto dallo scorso anno un nutrito gruppo proveniente da schieramenti del centro destra e del centro sinistra. Secondo alcuni aspirerebbe a conquistare la posizione di secondo o terzo simbolo di lista più votato alle combattutissime comunali di Savona. E per Pizzorno sarebbe prenotata una carica di assoluta importanza.

Stoffa di politico e tessitore di alleanze, forse meno incline al giornalismo. Il suo saluto, da prima pagina, nelle colonne dell’Alassino non appare un capolavoro di lingua italiana e di contenuti scorrevoli.

Più stile ‘politichese’ che ‘culturese’? Con frasi che hanno qualche problema di soggetto, verbi, negazioni (non) ripetute nella stessa frase (in pratica dovrebbe trasformarsi in senso opposto), contorsioni lessicali e di concetto. Alcune terminologie poco abituali ai mortali profani (‘migliorare l’eggregorio’, ‘propensione stoica’).

Un linguaggio che meglio di tutti potrebbe spiegare l’ottimo e benvoluto insegnante di tanti studenti liceali del comprensorio ingauno, professore di latino ed italiano, Tommaso Schivo, diventato ‘famoso’ quando Albenga partecipò ad alcune puntate della seguitissima trasmissione “Campanile sera” di Rai Uno, condotta da Mike Bongiorno. E che, in quegli anni (fine cinquanta) mobilitava intere comunità. Un avvenimento mediatico irripetibile per Albenga, per il suo ‘divo’ della cultura, il prof. Schivo, appunto, memoria di ferro.

E forse, in aiuto, potrebbe essere pure chiamato,omnipresente nella ‘prefazione” e presentazione di libri di autori locali, il prof. Francesco Gallea.

Con il loro sostegno facciamo in modo che il neo direttore dell’Alassino, oltre a mantenere le promesse editoriali dei contenuti e di ideali, ci aiuti tutti a migliorare una lingua – l’italiano – secondo alcuni destinata alla decadenza. Già intrisa di esterofilia.

Almeno salviamo il dialetto alassino? Con l’augurio che Pizzorno potrà far ben figurare l’Associazione Vecchia Alassio, affidata alle nuove generazioni. E visto che ama pure i detti latini, tifiamo affinché non accada “Sub iugum miserunt” (da Eutropio, Breviario, I, 9).

R.T.

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