L’acqua bolle a cento gradi

L’acqua bolle a cento gradi

Apprendo in questi giorni che qualcuno ci ha chiamati in causa sui social network, noi consiglieri a 5 stelle di Savona, in relazione alle nuove nomine della partecipata IPS, accusandoci di dormire sonni beati, invece di denunciare  a gran voce e scandalizzarci, come dovrebbe essere nostro dovere nei confronti di chi ci ha eletti

L’acqua bolle a cento gradi

Apprendo in questi giorni che qualcuno ci ha chiamati in causa sui social network, noi consiglieri a 5 stelle di Savona, in relazione alle nuove nomine della partecipata IPS, accusandoci di dormire sonni beati, invece di denunciare  a gran voce e scandalizzarci, come dovrebbe essere nostro dovere nei confronti di chi ci ha eletti.


Esattamente, qual e’ il punto? Dove l’ignavia? Ma soprattutto, dove e in che cosa potremmo portare contributi al dibattito?

Ora, premetto doverosamente che questa è una mia risposta a titolo personale, assolutamente opinione personale, e non riflette in alcun modo posizioni concordate col gruppo.

Però continuo a non capire il punto. Dove e come e quando avremmo dovuto piazzarci, nel sentire di chi ci sgrida? Fra le invettive dell’onorevole Vazio, squisitamente incistate nella lotta interna al PD per il futuro potere regionale, e quelle della Lega, che a ondate alterne, un po’ partecipa al potere e alle coalizioni, un po’ se ne chiama fuori ricordandosi improvvisamente dell’indignazione popolare o minaccia di farlo, se non gli si dà qualche contentino ?

A quel punto, denunciando l’ovvio,  come minimo a qualcuno verrebbe il sospetto che vogliamo anche noi la nostra poltroncina, il nostro posto al banchetto, se no siamo invidiosi.

E scandalizzarsi, esattamente, perché? Perché si riciclano politici privi di posto?  Perché si creano poltrone ad hoc perché ci sia spazio per tutti?  Dove sarebbe di preciso l’anomalia, la novità in questo.

O forse, l’indignazione dovrebbe sorgere perché le poltrone in questione, anziché a tener buoni alleati di formazioni politiche minori della maggioranza, vengono date apertamente a politici di presunta opposizione?


Mi permetto una crassa risata. Una omerica, crapulonica risata, al pensiero che ancora qualcuno creda esistano, fra i partiti, maggioranza e opposizione, o quanto meno si meravigli, alla constatazione di fatto del partito unico, principalmente centro destra e centro sinistra, il “pidielle e pidimenoelle” , si diceva fino a poco tempo fa, con vari satelliti ad assumere posizioni più o meno ideologiche di tanto in tanto per riassopire i radi elettori dubbiosi.  Ormai fan tutto insieme allegramente, votano insieme,  decidono insieme. Una unica grande famiglia, dove si bisticcia per minuzie ma poi si fa presto la pace nel nome del “bene” comune. Le prime liste comuni alle elezioni locali, nel profondo sud o in val Susa nel glorioso nome del Tav, avevano fatto scandalo. Ora no, dappertutto trionfano le larghe intese. Più che mai.

Il M5*  non da un giorno, ma da anni, da sempre, da quando è nato, denuncia tutto questo. E non solo  a livello locale  e nel piccolo,  ma nel quadro più ampio, con esempi, situazioni, nomi e cognomi.

Diciamo da sempre che questi accordi, questa spartizione di potere, influenza, affari, posti e prebende, non nasce da oggi, ma si è creata e consolidata negli anni, con un po’ di scenografia ideologica giusto per contentare l’elettorato e far credere che ci si facesse la guerra.

Ci han detto che le larghe intese eran colpa nostra, che non avevamo fatto l’accordo con Bersani. Nonostante l’evidenza del governo Monti, di cui il governo Letta è stato prosecuzione, e l’evidenza che mai, neppure per un istante, Bersani si fosse sognato accordi. E che il B fosse coccolato più dal PD che dal suo stesso partito, fino alla ridicola sceneggiata NCD-FI per fare il partito di lotta e di governo. Niente da fare, è ancora colpa nostra a prescindere. Siam nati già colpevoli, col peccato originale. Che ci possiamo fare, è destino.


Con Renzi, han cambiato la scenografia e l’attore principale, scegliendone uno istrionico al posto dei grigi burocrati, e gli italiani  si son bevuti che era tutto cambiato, che era tutta un’altra cosa. Che era il nuovo. Almeno, il quaranta per cento di quel cinquanta per cento che si è degnato di andare a votare. 

Alcuni si son bevuti come oro colato persino  la balla degli 80 euro salvaeconomia, l’umiliante mancia al posto del ripristino dei diritti.

Il primo atto del nuovo è stato andare a ricuperare in pompa magna un condannato in via definitiva, (condannato ed estromesso, lo ricordiamo, moooolto faticosamente, e solo grazie al M5* e alla sua tenacia), per farci gli accordi, ricalcando pari pari i piani della P2. Imporre riforme autoritarie. Ignorare le proposte alternative e di buon senso, e soprattutto, ignorare le urgenze economiche.

Eppure, va tutto bene così. Chi è stanco, chi è rassegnato, chi ragiona ancora da tifoso per cui basta vincere e sbeffeggiare i perdenti, (che umiliazione dell’intelligenza umana),  chi si aggrappa a qualche favola dolce perché è comunque meglio della realtà, ritenuta insopportabile e priva di via d’uscita. Che non vuole sapere come finisce il film, intuisce che finirà male, ma allora, nel frattempo, perché non vivere tranquilli invece di angosciarsi in anticipo?

La nostra unica, grande colpa, è stata non riuscire a convincere che il film non dovesse finire male per forza, che forse, con un po’ di buona volontà di tutti e dandoci un po’ di fiducia, si sarebbe potuto dar vita a un finale diverso e migliore. Ormai, purtroppo, temo sia tardi.

Noi non rigettiamo questa colpa, non diamo addosso agli elettori “cattivi”  e insensibili che non ci hanno capito. Prendiamo atto, facendo autocritica per capire dove abbiamo sbagliato. Comunicazione o inesperienza o impreparazione e incapacità che sia. (Anche se su quest’ultimo punto, guardando certi personaggi politici e ministeriali trionfanti, ascoltando una Picierno o una Boschi, viene da dubitare. )

 


E allora? A questo punto, l’unica differenza post elettorale è che ogni cosa viene fatta tranquillamente, alla luce del sole, con sollievo e rilassatezza, e al massimo ci si dovrebbe appassionare e partecipare, al momento attuale,  a lotte squisitamente intestine al PD, anche per la questione Autorità Portuale.

Se qualcuno ha perso fiducia nel M5*, è deluso dal nostro operato, senza vedere e ammettere che abbiamo contro tutto e tutti, dai poteri europei in giù, per non parlare di un sistema consolidato di economia sommersa e spartizione, ed è invece disposto a continuare a dar fiducia a scatola chiusa a Renzi e a tutto il suo improbabile accrocchio, giù giù fino ai nostri politici regionali spendaccioni, cementiferi e inceneritoristi, e  ai locali, possiamo forse ricuperare terreno parlando di un Vaccarezza, o magari di Matteo Debenedetti a Vado, città nella quale è in corso una restaurazione feroce, spudorata e implacabile, dopo il fallimento dell’esperimento lista civica?

No. Non possiamo. Non fa differenza. Sarebbe spreco insensato di energie, per non dire fuorviante. I fatti sono, come si dice, self explaining, la verità sta emergendo da sola in tutta la sua evidenza.

Sembriamo come dei vulcanologi che hanno avvisato da tempo di una eruzione imminente, inascoltati, e per questo hanno anche perso il posto e sono stati sbeffeggiati. Ora che si sta scatenando in tutta la sua potenza,  pare sia  tutta colpa nostra perché stiamo zitti,  perché dovremmo disquisire sulle singole colatine e su dove si dirigono.

Il Mose, gli arresti,  tutto quello che sta avvenendo a livello nazionale,  gli inquisiti della regione Liguria dove, per tutta risposta,  si vara una legge elettorale per blindarsi al potere (mi ricorda qualcosa, il potere si riproduce dal grande al piccolo e viceversa), lo scandalo enorme della Carige, che sta facendo intuire ben più di quanto sia emerso finora, un intero sistema di potere e favori incrociati che ha mandato l’economia reale al collasso… Niente, non ha smosso e non smuove di una virgola i cittadini.


Che possiamo dire o fare noi, poveri untorelli?

Le partecipate? Ecco cosa dice Cottarelli, non un grillino…LEGGI

Sono voragini che inghiottono soldi pubblici. Con profitti quelle dell’energia, con perdite quelle dei rifiuti e dei trasporti. Ma soprattutto, poltronifici a getto continuo.

Così come le Autorità Portuali. Dove le riforme attuali saranno pasticciate e pessime, ma una riforma vera con drastici tagli, per ottimizzare efficacia e investimenti, è assolutamente necessaria. Mentre si fanno polveroni strumentali pro e contro, per non vedere il nocciolo.

Pro e contro, sempre i soliti tifosi da stadio, a questo ci si deve ridurre. E’ comodo per alterare i fatti e le percezioni e la logica.

Ma Cottarelli è già in disgrazia presso Renzi, ha il torto di ricordargli la realtà, come quando gli ha impedito di dare la mancetta post elezioni al suo bacino di votanti del corpo insegnante (quelli che Renzi è educato e serio e simpatico, non come quei politici violenti e maleducati, specie quel Grillo… perciò bisogna dargli fiducia), semplicemente spiegando che non poteva spendere e spandere soldi che ancora non si erano neppure faticosamente risparmiati.

In tutto questo, nel piccolo, noi stiamo zitti?  No, cerchiamo di concentrare gli sforzi sul meno ovvio e sul concreto. Come quando, dopo una interpellanza insieme con altri gruppi abbiamo denunciato che il censimento case sfitte, che doveva essere fatto dagli studenti tecnici a costo zero, è stato invece affidato a IPS per 34000 euro…LEGGI

Soltanto qualche sito ha ripreso il nostro comunicato stampa. Non mi pare che ci sia stata molta eco alla faccenda. Del resto, la nostra pagina è lì, visibile a tutti, ci sono i comunicati, gli articoli, i resoconti delle sedute consiliari. Chiunque può leggere, diffondere, commentare, chiedere, trarre spunto.

http://www.savona5stelle.it/

Lì si vede, nei fatti, quel che diciamo, ma soprattutto,  quel che facciamo o non facciamo. Non sarà abbastanza, certo. Ma perché non provare a interagire, commentare, aiutarci? Vale per i cittadini come per chi ha ruoli nell’informazione o altro.

Ricordiamo – forse è bene rinfrescare la memoria – che noi siamo volontari della politica, non politici di professione, che il nostro MoVimento non dà deleghe a rappresentare, ma chiede la partecipazione e la collaborazione dei cittadini attivi. Più cittadini si danno da fare, più si riesce a ottenere. Lo scopo non è cambiare un potere con un altro, ma risvegliare la democrazia dal basso.

Non potremmo essere più lontani, ora come ora. Assediati e circondati. Dunque, si fa quel che si può, risparmiando energie per riprendere le forze, come fa un esercito dopo una battaglia persa, senza arrendersi, attendendo che passi la sfuriata del potere trionfante e autoritario.

L’unica alternativa ora sarebbe partecipare a questa sorta di banchetto, mendicare una posizione minoritaria sperando di influire comunque. Assimilarsi.  Diventare un partito come tutti.

Non è questo il nostro scopo e la nostra intenzione.

Nel frattempo, i vincitori si spartiscono le poltrone e premiano i loro veri alleati alla luce del sole.

 

Le province non  sono state abolite, ma solo rese meno democratiche, con elezioni di secondo livello, dove ci si accorda, tu mi dai quella presidenza lì, io ti do quel posto di là. Se non c’è il posto, lo aggiungiamo.

I poteri forti vengono ricompensati del loro appoggio elettorale, con ampie concessioni.

Si sistemano snodi e cerniere del nuovo assetto, studiandosi le posizioni in vista delle future regionali, che se non cambia qualcosa si preannunciano come squisite lotte intestine, regolamento di conti e caccia ai piazzamenti futuri.

Qualcuno, sempre all’interno di quanto sopra, si è assunto il ruolo di opposizione indignata. Qualche elettore che crede ancora all’alternativa fra centro sinistra e centro destra, c’è sempre, e va tenuto buono. Poi si tornerà all’ovile con comodo.

Ci son sempre in vista i posti del nuovo Senato, per consiglieri regionali con qualche grattacapo.

Assodato che tanto la politica economica ce la detta l’Europa, sapendo che fine faremo, bisogna strutturarsi e fare in modo che, alla peggio, si continua ancora un pochino a mantenere posti, soldi e potere, mettendo fieno in cascina per i tempi bui,  al meglio, ci si predispone per cambiare tutto, senza cambiare niente.

L’acqua, a livello del mare, bolle a cento gradi centigradi.

Non vedo cosa ci sia da stupirsi o scandalizzarsi.

Milena Debenedetti  consigliera del  Movimento 5 stelle

 

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