L’abbecedario di Valerio Bacigalupo
Parlare di Valerio Bacigalupo per parlare di noi L’ABBECEDARIO DI VALERIO BACIGALUPO |
Una mostra sul portiere del Grande Torino, in occasione del 70° anniversario della tragedia di Superga del 4 maggio 1949. Un viaggio in prima persona nel suo tempo connesso con il tempo della Grande Storia italiana. Parlare di Valerio Bacigalupo per parlare di noi Nell’ambito della mostra Io, [Valerio]. Il mio tempo, a Villa Groppallo di Vado Ligure fino al 14 agosto, anche l’Abbecedario di Valerio Bacigalupo, spettacolo di teatro narrazione ideato e scritto da Studiowiki per la regia di Stefano Falco e interpretato da Pino Petruzzelli, con video installazioni di Artescienza e coreografie di Alessandra Schirripa.
L’ABBECEDARIO DI VALERIO BACIGALUPO Sono in programma due serate-spettacolo nel giardino di Villa Groppallo, a Vado Ligure. La ricerca storica è stata l’occasione per mettere in scena tre serate spettacolo di teatro narrazione durante le quali la mostra prenderà vita attraverso le 21 lettere dell’alfabeto. L’“Abbecedario di Valerio Bacigalupo” – questo il titolo – in due successive serate, racconta la storia di Valerio e la Storia del nostro Paese. Si tratta di uno spettacolo per quadri coreografici accompagnati dalla narrazione dell’attore in scena ad impersonare lo spettro di Bacigalupo. Gli spettori si troveranno davanti due tempi tra loro simultanei – quello dell’attore/narratore Pino Petruzzelli contemporaneo nostro che “presta” la voce allo spettro del grande portiere, e quello delle coreografie ambientate negli anni della sua vita e della sua avventura calcistica. A supporto il sistema audiovisivo, con le video proiezioni e la voce di Sandro Ciotti, e gli intermezzi acustici cantati e suonati dal vivo. “Le due serate presentano le 21 lettere dell’alfabeto collegate ad altrettante parole chiave della vita di Valerio Bacigalupo. Le 21 parole sono lo strumento attraverso il quale nasce il racconto della vita dell’uomo e del campione”– spiega Federico Alberto, ideatore dei testi dello spettacolo. Ogni sera una scenografia diversa che racconterà un pezzo di quell’Italia, l’Italia di Valerio, negli anni della guerra e del dopoguerra vissuti dal suo particolare punto di vista. La prima sera siamo negli spogliatoi del Filadelfia, la fossa dei leoni, come veniva chiamato il mitico stadio che tanto spazio ha nel ricordo e nella leggenda granata. Sarà poi la volta, nel secondo appuntamento, del Bar Vittoria, detto il GabOs, dal cognome dei due titolari: i giocatori del Grande Torino Gabetto e Ossola. Uno spettacolo unico, quindi, ma diviso in due tempi tra loro autonomi che saranno messi in scena in due serate successive: il 23 luglio il Primo Tempo e il 6 agosto il Secondo Tempo. “Sono tre i tempi di quest’ultima partita. Il terzo, quello del fair play si svilupperà con un talk show in chiusura di ogni serata servirà a riconnetterci con il Tempo di Valerio: il tempo speso bene. Il tempo etico. Il tempo che assume qualità dal valore delle scelte” – continua Elisa Di Padova, addetta stampa Studiowiki.
Colophon degli spettacoli Abbecedario di Valerio Bacigalupo. Due serate di teatro narrazione, coreografia, video installazioni, musica, testimonianze. Con Pino Petruzzelli Spettacolo prodotto e promosso dal Comune di Vado Ligure. IdeazioneStudiowiki Srl TestiFederico Alberto Regia e scenografiaStefano Falco CoreografieAlessandra Schirripa Video installazioniSamuele Wurtz Produzione esecutiva Alessio Lo Muzzo Assistente di produzione Viviana Sarda Art direction Valeria Morando Interviste e ufficio stampa a cura di Elisa Di Padova LA MOSTRA È stata inaugurata lo scorso 18 maggio e proseguirà fino al 14 agosto la mostra Io, [Valerio]. Il mio tempo. Sei allegorie per Valerio Bacigalupo portiere del grande Torino presso il Museo di Villa Groppallo a Vado Ligure, cittadina che diede i natali proprio al grande portiere scomparso tragicamente a Superga il 4 maggio 1949 insieme a tutta la squadra del Grande Torino, ai tecnici e dirigenti, a tre giornalisti oltre a tutti e quattro i membri dell’equipaggio. Non si salvò nessuno, i morti furono 31. L’amministrazione comunale ha voluto celebrare il legame mai sciolto con uno dei suoi più illustri concittadini: Valerio Bacigalupo – fratello di Manlio, altro rampollo di una famiglia di calciatori e portieri – che ha militato in maglia granata dal 14 ottobre 1945 insieme a quegli Invincibili che vinsero sei campionati, di cui cinque di fila, restando imbattuti sul Filadelfia, campo di casa, per 100 giornate. Il mondo del giornalismo pagò anch’esso un tributo pesante alla sciagura di Superga. Morirono i tre giornalisti al seguito della squadra che stava rientrando dalla trasferta di Lisbona per l’amichevole Benfica – Torino, finita 4 a 3 per i portoghesi. Erano Renato Tosatti, della Gazzetta del Popolo, Renato Casalbore, storico fondatore di Tuttosport e Luigi Cavallero de La Stampa. Enorme la commozione dell’Italia intera appena uscita dalle macerie materiali e morali della Seconda Guerra Mondiale. Settant’anni dopo stupisce la palpabile partecipazione – alla mostra e in tutte le fasi di studio e ricerca storica dei materiali – delle persone di ogni età e fede (o non fede) calcistica. Sembra che Superga abbia avuta, in tutta la sua straziante oggettività, la forza di riunire un popolo intero: quegli italiani di ieri che uscirono divisi dalla guerra mondiale e dalla resistenza e che parteciparono in 500 mila ai funerali; insieme con gli italiani di oggi. “Superga è un pezzo di geografia e storia italiana che ci fa sentire tutti più uniti. Dobbiamo tenercelo stretto”– così Federico Alberto di Studiowiki, curatore della mostra. Valerio Bacigalupo ci parla, racconta, stanza dopo stanza, la sua vita; una narrazione che è immersa, inevitabilmente, nel gorgo degli eventi della Grande Storia. Oltre al materiale fornito dalla Famiglia Bacigalupo e dall’Associazione memoria storica Granata che gestisce il Museo del Grande Torino di Grugliasco, la mostra si avvale di contributi video, installazioni immersive e allestimenti di interior designche dialogano con gli spazi della villa e con le opere esposte. Le sei allegorie attraverso le quali Valerio Bacigalupo racconta sé stesso in prima persona sono ispirate alle quattro statue raffiguranti le allegorie della Guerra, del Sacrificio, della Vittoria e della Storia di Arturo Martini, il grande sculture del Ventennio fascista. “Il pretesto– continua Alberto, – dal quale scaturisce la narrazione sono le quattro statue di Arturo Martini, ospitate proprio nel museo omonimo di Villa Groppallo. Far convivere l’arte pittorica e scultorea del Novecento con le gesta e la tragedia del Baci, come veniva chiamato, è stato uno stimolo potentissimo che ha permesso di realizzare una mostra che parlando d’altro parla del calcio e viceversa”. Immersiva e affascinante la prima stanza: siamo sull’aereo, sono le 16.49, mancano 15 minuti allo schianto. Valerio pensa e nel buio sullo schermo si materializzano le immagini. Poi viene la Guerra, anni duri per tutti, anche per Valerio che passava dal Vado FBC alla Cairese per approdare – nell’anno ’44-’45 – al Genova 1893 in prestito dal Savona, squadra nella quale militava. Segue il Sacrificio. Sono gli anni del fascismo, dalla nascita – avvenuta a Vado nel 1924 – sino alla fine degli anni Trenta. Si termina con la Storia e la Vittoria. 1945-1949: la Torino post bellica, i quattro scudetti, la nazionale di Vittorio Pozzo: i rigori parati, le uscite tanto spericolate quanto acrobatiche. È il personale contributo di Valerio Bacigalupo al calcio di “sistema” sopra quello di “metodo” voluto dall’allora presidente del Torino Ferruccio Novo, magistralmente interpretato dal grande allenatore magiaro di origini ebree Egri Erbstein. La mostra si chiude con la Morte tragica e la cristallizzazione di quella leggendaria squadra nella memoria collettiva nutrita dal Mito. La parola chiave è commistione tra l’alto e il basso: pop, calcio, Grande Storia, citazioni letterarie, sino a scomodare addirittura Heidegger, si affastellano in un percorso che può essere goduto con una pluralità di livelli di lettura differenti. La mostra è a ingresso libero e resterà aperta sino al prossimo 14 agosto. Tutte le informazioni e gli orari sul sito www.iovalerio.it Con il patrocinio della FIGC e del Torino FC. Media partner: “La Stampa” e “Tuttosport”. Media supplier “mentelocale.it”. Ricerca storica, curatela, direzione artistica, progettazione sono dello Studiowiki di Savona. Colophon della mostra Io, [Valerio]. Il mio tempo. Sei allegorie per Valerio Bacigalupo e il Grande Torino. Mostra prodotta e promossa dal Comune di Vado Ligure. Con l’apporto documentaristico del fondo della Famiglia Bacigalupo e del Museo del Grande Torino e della leggenda granata. Ideazione, progettazione e realizzazione Studiowiki Srl Direzione artistica e testi Federico Alberto Ricerca storica Chiara Di Biase, Federico Alberto Art direction Valeria Morando Progettazione e direzione allestimento Alessio Lo Muzzo Montaggio video Samuele Wurtz Video maker interviste e fotografo Luca Riva Interviste e ufficio stampa a cura di Elisa Di Padova Montaggio interviste Alessio Contadini Web design Enrico Piras Graphic design Chiara Claus Assistente di produzione Viviana Sarda |