La Woodstock di Beppe Grillo
La Woodstock di Beppe Grillo a Cesena:
speranze, sogni, incredibile allegria
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La Woodstock di Beppe Grillo a Cesena:
speranze, sogni, incredibile allegria
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Due giorni di musica, canti, balli, ospiti ed esperti mondiali. Due giorni di folla ordinata, variegata, moltissimi giovani, ma anche famiglie, bambini, gente di mezza età ed anziani. Del tutto inusitato vederli mescolati insieme, in una comunanza di intenti, senza diffidenze, chiusure, sguardi ironici, ma nella spontaneità. Senza problemi o incidenti, risparmiati anche dal cielo minaccioso. |
Tutto è filato liscio, e quelle musiche, dal vecchio rock che colmava gli stacchi, al rap, al blues, al jazz, al folk, al metal, alle nuove tendenze conosciute solo dai giovanissimi… tutto si è amalgamato alla perfezione nei cuori, nelle orecchie e nelle menti, quasi un miracolo. Grillo ha ironizzato dicendo che, se la Woodstock originale significava droga, sesso, trasgressione, qui al massimo si sorseggiava un chinotto. Sono stati ritrovati e consegnati così tanti oggetti persi nella calca, compresi portafogli pieni, da dover creare uno sportello oggetti smarriti. Difficile descrivere le emozioni di due giornate straordinarie, irripetibili, senza cadere nel retorico, nel melenso, almeno per chi non c’era ed è giustamente incredulo. Di solito neppure io mi faccio trascinare tanto facilmente. Erano almeno trent’anni che non ballavo… Difficile, se non impossibile, descrivere a parole la corrente di empatia pura che scorreva fra le persone nella folla, la serenità e la ritrovata allegria, almeno per un attimo. Sì, allegria, e spontanea, semplice: perché da quanto tempo non ci sentiamo più gioiosi e spensierati, in questa Italia grigia, depressa, che si rispecchia al massimo in una felicità televisiva isterica, stupida, ostentata e fasulla? Da quanto tempo non ridiamo per il gusto di ridere? Da quanto non ci guardiamo l’un l’altro sorridendo e condividendo una speranza? Per questo Grillo, per la manifestazione del suo MoVimento, ha scelto una festa vera e propria. Ci meriteremmo, un po’ di sana festa, in tempi tanto bui. Per non parlare del momento quasi commovente in cui Dario Fo, sabato sera, cantando il suo blues-grammelot ha indicato la luna, quasi piena, brillante, che spuntava da nuvole scure. Certe emozioni, come puoi spiegarle?
Le parole non sono d’aiuto, le immagini forse un po’ di più. Una piccola idea può arrivare dal video realizzato dal Meetup di Sanremo, che con noi savonesi ha organizzato un pullman.
http://www.youtube.com/watch?v=GzgsvFRtNEk
Queste immagini, quanto meno, smentiscono le falsità di alcuni media, che hanno ignorato o sminuito l’evento. Altro che 5000… soprattutto nel pomeriggio-sera, sia di sabato sia di domenica, almeno 100000 persone se non il doppio hanno affollato quel prato immenso, le collinette, gli stand. Per non parlare dei milioni di collegamenti internet. |
Chi non ha ignorato, ha attaccato con le solite calunnie. Persino Vendola e Di Pietro, di solito più cauti degli altri, hanno perso un’occasione di obiettività e lealtà, soprattutto il primo che, già immemore del sostegno ricevuto da Grillo per le primarie in Puglia, (sostegno, attenzione, ottenuto su impegni circa l’acqua pubblica, su obiettivi concreti, come ama fare Beppe), ha bollato il tutto come eccessiva semplificazione, che ignorerebbe la “complessità del cambiamento”.
Come se si fossero trovati quattro amici al bar, a dire ovvietà ascoltando musica fragorosa. Quattro ragazzi velleitari e dilettanti. E Jeremy Rifkin, il politico londinese Ken Livingston, una deputata islandese, Lester Brown, Joseph Stiglitz, per dirne solo alcuni, esperti di fama mondiale consultati da organismi internazionali e governi, presenti con collegamenti e filmati, cosa sarebbero, i gestori del bar Sport? |
Quando disinformazione e, ahimè, malafede dimostrabile vanno di pari passo, non si rende un buon servizio alla verità, alla crescita, alla consapevolezza e tanto meno a chi ripone ancora fiducia in certi leader. E spiace dirlo, quando a comportarsi così non sono quelli prevedibili, ma gli altri, quelli ritenuti meno ottenebrati, quelli dai quali si vorrebbero segni tangibili di cambiamento e inversione di rotta.
Forse vuol dire che il MoVimento a Cinque Stelle inizia a spaventare davvero, a non poter essere più ignorato. Lo vedremo, alla prova dei fatti. Un discorso a parte meriterebbe l’obiezione, tanto cara a sinistra, che Grillo e il MoVimento “non si occuperebbero del tema del lavoro e della precarietà”. Meriterebbe una risposta dettagliata, ci tornerò prima o poi. Intanto noi di Savona avevamo più di un motivo di riflessione. Quando il cantante dei Sud Sound System saltava sul palco esibendo una maglietta “no al carbone”. Quando l’economista ed ecologista Lester Brown, che dallo schermo sembrava guardarci direttamente negli occhi, diceva che in USA il crescente movimento dei No Coal ha bloccato la costruzione di nuove centrali a combustibile fossile. Quando ci raccomandava, ovunque siamo, se abbiamo una centrale a carbone in città, di lottare contro di essa. Quando l’imprenditrice di Vedelago, Treviso, che gestisce con successo, garantendo guadagni e occupazione, un centro di riciclo quasi totale dei rifiuti, ha spiegato le sue idee, che più che una filosofia di vita o meno che mai un’utopia, rappresentano una realtà industriale concreta e in espansione, tra selezione, separazione, riciclo e lavorazione delle materie seconde. (Eccolo, il lavoro!)
Quando il bravissimo Ferruccio Sansa, autore con Marco Preve de IL PARTITO DEL CEMENTO e LA COLATA, ha ricordato il dramma devastante della cementificazione nel nostro Paese.
Ma i sogni, anche i più belli, ahimè, finiscono. Si ritorna a casa, con Canavese che minaccia cassoni in porto a Vado, con l’implacabile ampliamento della centrale Tirreno Power che prosegue piano piano il suo iter, fra politici che si destreggiano nel dire e non dire (specie PD, perché il PDL purtroppo dice eccome), e sindacati che sembrano letteralmente inebriati dalla polvere nera. Chissà, che a loro piaccia respirare, sniffare carbone? La minaccia di bruciare i rifiuti imperversa fra l’approvazione generale, (Genova, Vado, ora anche Sanremo) mentre la differenziata fa mediamente pena. Interessano solo grossi affari mortiferi, i piccoli affari diffusi come Vedelago che portano a circoli virtuosi e occupazione sono ignorati. E in porto a Savona hanno l’immondo coraggio di inaugurare festosamente il “Crescentino”. Forse sperano che il diminutivo riscuota simpatia. Il danno e le beffe: da quando in qua si pretende di inaugurare con grande festa per la cittadinanza, festoni e palloncini, un edificio privato, un lucro privato senza alcuna utilità su territorio che era un tempo almeno in parte pubblico? Sarebbe come, che so, se il solito B., o per essere equanimi, il mio cognonimo, pretendessero di festeggiare l’ennesimo fantastiliardo come ricorrenza pubblica, scoprendo una lapide commemorativa e offrendo biscotti al volgo. E non è detto che non succeda, prima o poi.
Spesso dico che a Savona dovremmo svegliarci. Forse, piuttosto, dovremmo tornare a sognare, invece. Lasciare sì questo sonno torpido senza sogni, ma per credere nelle visioni invece, immaginare un futuro diverso, prenderne forza e cercare di trasformarlo in realtà.
Spero nei giovani, ormai. Spero che il seme gettato a Woodstock possa germogliare. Forza e coraggio, continuiamo a lavorare.
Milena Debenedetti 02/10/2010 Il mio ultimo romanzo I Maghi degli Elementi
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