La Toscana conta i danni.

Acqua e luce dopo 4 giorni in alcune zone, ma non in tutte.
Meglio tardi che mai?

Virgilionotizie

A campi Bisenzio,  area metropolitana di Firenze,  cittadina più colpita dall’alluvione, sono iniziati alle 18 di domenica 5 novembre i lavori per garantire l’approvvigionamento di acqua . Così come nella   zona nord di Prato la cui fornitura è stata  interrotta a causa della rottura della tubazione che dalla Val di Bisenzio  che garantiva la risorsa all’impianto della Nosa. In somma urgenza è stato definito il progetto di collegamento dell’area nord  all’anello idrico di Prato che è avvenuto  grazie all’installazione di un booster e di pompe che garantiscono la spinta dell’acqua. I lavori proseguiranno fino al loro completamento che ha  consentito  di superare il disservizio entro le prime ore della mattina di lunedì 6  quando  sono iniziati  anche i lavori sulla condotta della Val di Bisenzio per ripristinare il sotto-attraversamento. Ricevuto parere positivo da parte del Genio Civile, a differenza di quanto prospettato inizialmente, non si tratta di opere provvisorie ma di interventi finalizzati al superamento definitivo della criticità derivata dall’alluvione.

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“Fondo ai comuni colpiti entra la fine del mese, in tutto 200 milioni, non servono passerelle, ma fatti concreti” dice il ministro Tajani per conto del governo, in visita ai luoghi del disastro

Intanto il ministro  Musumeci auspica,  con  autorità e autorevolezza,   che l’Italia sarà  sicuramente  brava a reagire.
Rende noto che  la nostra protezione civile è fra le  migliori al mondo.  Ne siamo davvero orgogliosi. Ma la stessa parola protezione significa mettere al sicuro persone o beni esposti a rischi. E  in Italia   non sembra sia  stato fatto, o fatto in misura inadeguata.  L’obiettivo del governo  è non solo quello di consolidare  l’intervento emergenziale, ma di affidare al Sistema nazionale di  protezione civile anche il compito della previsione e della  prevenzione del rischio, anche strutturale.
Francamente questo lo sentiamo dire da anni  in maniera più o meno stentorea da tutti i ministri passati. Ma  lo dice il ministro per  la Protezione Civile e le Politiche del Mare, per cui ci dobbiamo credere. ”La volontà del presidente del Consiglio è  mettere in sicurezza il territorio.  Lavoriamo per  modificare il codice di Protezione civile del 2018, con più competenze sulla prevenzione. Uno dei problemi sta nella frammentazione dei  poteri, troppi enti: si occupano delle stesse cose”.
Già a suo tempo  Matteo Renzi evidenziava l’assoluta necessità  di interventi strutturali e investimenti in prevenzione, per una nuova cultura dell’impiego del suolo. E una maggiore sburocratizzazione. Con “Italia Sicura” SI SCEGLIEVA LA STRADA DELLA PREVENZIONE SUPERANDO LA LOGICA EMERGENZIALE, NEI SETTORI CHIAVE PER L’ATTIVITA’ SOCIALE ECONOMICA E CULTURALE.
Non solo dissesto idrogeologico , ma anche infrastrutture idriche ed edilizia scolastica, presentato il 12 marzo 2014 dopo 19 giorni da Presidente del Consiglio. Seguito dal decreto 133 del 12 settembre, lo “Sblocca Italia”,  convertito poi in legge. Il progetto ebbe successo, ma fu smantellatao da “mister pochette”.
News.
Intanto assistiamo alla prima notte di tregua dal maltempo per la Toscana, flagellata quasi ininterrottamente da pioggia, vento violentissimo e mareggiate fin dal tardo pomeriggio di giovedi’ 2 novembre che hanno provocato otto  vittime. Una notte, quella meteorologicamente tranquilla, ma comunque di grande lavoro per gli addetti  della protezione civile. La situazione, in molte zone della Toscana, resta infatti ancora molto critica.  E l’allerta continua. Quella che non è stata data in tempo dal Governatore, nominato  commissario straordinario all’emergenza, che ora si trova addosso tutte le polemiche del caso. Da persone esauste  che sono state prese alla sprovvista  da Ciaran, tempesta tropicale,  e  sono state per 4 giorni senza corrente elettrica e acqua potabile . con mezzo metro di acqua  fangosa ai piano terra.  Inutile dire che la tutela del territorio, pulizia degli argini e dei Tombini, è mancata. Soprattutto in provincia di Prato e di Pistoia ci sono intere aree ancora sommerse dall’acqua e dal fango e sono ancora tanti gli abitanti costretti a dormire fuori da casa. Altro grosso problema non ancora completamente risolto riguarda l’energia elettrica che  è stata riattivata  ma ancora manca in numerose zone. Da Prato a Montemurlo, da Campi Bisenzio a Poggio a Caiano, intanto, oggi ancora scuole chiuse in molti dei comuni maggiormente flagellati dal maltempo.

Carla Ceretelli

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