La mobilità del futuro e il cambio di strategia delle principali case automobilistiche

Nessuno se ne sta accorgendo, ma l’accelerazione in tema di elettrificazione dei mezzi di trasporto, imporrà la totale scomparsa imminente delle auto utilitarie e familiari.
La transizione energetica fa le sue prime illustri vittime.
Le principali case automobilistiche mondiali stanno effettuando un completo ricambio dell’offerta di modelli di auto, che si intensificherà sempre più verso il trend elettrico nei prossimi anni.

Questo è quanto ufficialmente annunciato, perché il tempo stringe sempre più e l’elettrificazione è il futuro della mobilità, anche se a farne le spese sono modelli di auto che attualmente hanno ancora grande successo sul pubblico.
La scelta che ne deriva, determinerà la scomparsa di molte auto a “misura di popolo” dai listini e dalle strade, e quindi sarà responsabile di tutta
la morte della “classe media”, quella che finora determinava il successo di vendita delle auto.

In parole spiccie ovvero, sarà la fine dell’auto di proprietà, la fine della libertà individuale di poter acquistare un’auto e di poterla possedere, di poterla mantenere per propria soddisfazione ed uso familiare, per le classi sociali meno abbienti.
Qualunque sia la storia che inizierà dopo, sarà semplicemente puntata su una mobilità a livello familiare fallimentare, costosa, ed al momento per come viene progettata, gestita e per come viene prodotta l’energia elettrica delle batterie, per come vengono prodotte le stesse, riciclate e stoccate al momento della loro inutilizzazione per fine vita, tutt’altro che ecologica.
Inoltre l’elettrico, per come è concepito oggi, non è perseguibile, non è sostenibile, non è per tutti e non lascia alcuna libertà di movimento, diventa per cui solo un gioco per pochi.

L’addio ai motori tradizionali, al diesel soprattutto è una delle scelte più scellerate ed impopolari che una casa automobilistica possa compiere, un insulto a uno dei prodotti più venduti di sempre, e l’addio alle utilitarie è di fatto l’addio ad un progetto di massa tra i più riusciti e popolari di sempre.
L’alternativa attuale costa come un’ammiraglia di pochi decenni fa, e anche nella versione a noleggio, sarà costosissima perché verrà fornita agli avventori, con un sistema di eterno noleggio, col bene placido di finanziarie e banche che ne trarranno enormi profitti.
Le vendite di auto in Europa al momento continuano a diminuire, le richieste di auto nuove sono al minimo storico, inoltre la mancanza dei pezzi di ricambio e delle componentistiche per l’assemblaggio in catena di montaggio, rende il tutto più difficile.
L’alternativa del mercato dell’usato è satura, perché pochi a differenza di qualche anno fa, oggi sono disposti a vendere le proprie auto, per acquistarne una nuova a questi termini.

Quindi nel futuro bisognerà essere pronti a spendere per un’auto, la stessa cifra mensile di un mutuo o di un affitto di un appartamento, solo perché il mercato vi chiede di seguire una moda.
Siete pronti per questo ad azzerare le vostre scelte private, il vostro modo di essere?
Al momento, non una piccola parte dei modelli disponibili di city car sul mercato sono diventati veicoli al 100% elettrici.
Questo passaggio alla mobilità completamente elettrica incide direttamente anche sul prezzo di vendita, che aumenta a dismisura di mese in mese e non più di anno in anno.

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La nuova generazione di city car elettriche, auto piccolissime che sono le sostitute delle vecchie utilitarie familiari, avrà un prezzo approssimativo compreso tra 20.000 e 25.000 euro.
A queste cifre, al netto dell’inflazione e del valore attuale del denaro, si potevano acquistare auto molto più grandi e lussuose.
La forbice delle possibilità che una famiglia media possa permettersi di acquistare un tale mezzo oggi, ci permette di avere un’idea del futuro verso cui ci stiamo dirigendo quando, non verranno più prodotte auto a combustione, le auto a benzina più piccole ed economiche cominceranno ad essere poche o nulle.
Il mercato che si delinea all’orizzonte è lo specchio della fine della libertà individuale, ma anche la fine dei tradizionali grandi gruppi automobilistici.

Paolo Bongiovanni

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