La minaccia termica

La minaccia termica
Quando preferire il metano serve a tasche ed ambiente

La minaccia termica
Quando preferire il metano serve a tasche ed ambiente

Questa settimana trascurerò le questioni professionali e politiche, dirottando su tematiche economiche ed ambientali; intendo informarvi operando una serie di considerazioni sottovalutate ed accantonate perchè etichettate come “i soliti luoghi comuni”.

In tempi di crisi energetica ed emissioni ormai insostenibili a causa della combustione del carbone è necessario mettere al bando, per quanto possibile, i dispositivi di riscaldamento elettrici, che la maggior parte della cittadinanza crede ad alto risparmio.

Nel momento in cui si ha bisogno di riscaldare una stanza soltanto, di ridotte dimensioni magari, si ricorre spesso alla classica stufetta ad incandescenza (la quale sfrutta una resistenza elettrica per produrre calore) preferendola all’utilizzo dell’impianto autonomo perchè l’impressione è quella di fare economia evitando il consumo di gas metano. La stufetta elettrica è solitamente disponibile come corpo scaldante statico, una sorta di termosifone elettrico, o come ventilatore ad aria calda che può raggiungere, per modelli di modeste dimensioni, l’elevata potenza nominale di 2 kW. Per mantenere una temperatura confortevole all’interno di un soggiorno di 10 mq, diciamo per lo spazio temporale di una serata davanti al televisore, dovremmo mantenere in funzione la stufetta per circa 3 ore, consumando quindi 6 kWh (cioè 2 all’ora). Utilizzando invece l’impianto autonomo con caldaia a gas metano, il consumo energetico raggiunto riscaldando solamente il termosifone del soggiorno scenderebbe a 1.40 kWh (cioè 0.47 all’ora), con un risparmio del 76%. In termini monetari la serata costerebbe 1.26 € nel primo caso e 8 centesimi nel secondo. Non c’è bisogno di fare proporzioni su scala annua per comprendere quanto il tipo di energia utilizzata possa incidere sul bilancio di bolletta, cosa che dovrebbe far riflettere molti utilizzatori di riscaldamento ad energia elettrica.

A livello ambientale tutto ciò risulta ancor più impattante, perché per ogni kWh elettrico utilizzato presso la propria abitazione la centrale ha la necessità di consumarne 2,18 bruciando carbone, con un rapporto del 118%. La serata in soggiorno comporterebbe quindi la combustione di 7 etti di carbone, che causerà l’emissione in atmosfera di 4,5 kg di anidride carbonica (contro gli 0.28 kg emessi consumando gas metano).

Sperando che l’informazione arrivi con il massimo impatto, vi invito quindi alla messa al bando del riscaldamento elettrico in favore di quello a metano, anche parlando di boiler e scaldabagno. L’energia non viene prodotta gratuitamente, ma in massima parte grazie al combustibile fossile, costituendo un’alternativa eco-sostenibile in fatto di automobili ed una scelta troppo inquinante in materia di resa termica. 

Davide Frumento 

 

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