La lettera
LA LETTERA |
LA LETTERA |
La “Lettera” costituisce un classico della nostra letteratura comica cinematografica. Totò prima, in “Totò Peppino e la Malafemmina”, alla Soubrette innamorata del nipote studente; Benigni e Troisi poi, in “Non ci resta che piangere”, a Savonarola. |
Un po’ Malafemmina, un po’ Savonarola è apparsa oggi al berleghismo in decomposizione l’Europa, dominata da Merkel e Sarkozy. E così le si è scritta una bella lettera dove si rivendicano, si promettono e si millantano atti ed intendimenti assunti, o da assumere, per mettersi in riga con le esigenze della Comunità e per…affrontare nel nostro Paese la crisi economico finanziaria che affligge il mondo intero, in avanzata fase di corrotto capitalismo, con provincialissimi ed anche contradditori interventi, provvedimenti e leggi. Una Mesciüa dalla quale si deduce la nullità dell’azione governativa dei passati anni di regime berleghista. Alcuni malintenzionati hanno voluto andare all’osso della missiva, parafrasando lo stile dei grandi comici sopra citati. Siamo venuti, fortunosamente, in possesso di rilevanti stralci della bozza che, pare, un Ministro abbia mandato a Bruxelles, per fare dello spirito. Barroso che, lì per lì, non ha capito, ha incaricato della traduzione un gruppo di portoghesi di passo, andando poi su tutte le furie e chiedendo subito ad Olli Rehn (Commissario europeo agli affari economici) di scrivere al Ministro Tremonti, per farsi spiegare che cavolo mai volessero significare le proposizioni della famosa lettera. Riproduciamo i brani pervenutici per i nostri quattro lettori. “Signorina! … Europa! veniamo noi con questa mia addirvi che scusate se sono pochi ma duemila miliardi che pagassimo pari pari nei anni avvenire perché i nostri nipoti tenessero la testa dove deve stare, cioè sul collo, vi dovreta consolare di tutti gli sbilanci che con questo-questo qui- scatola italiana di lavoranti che siamo noi, che nero su bianco anche senza un soldo spendiamo nei ristoranti dove, senza offesa, si mangia mille volte meglio che da voi che avreta il paté ma non il caffè, vostra schifosa ciofeca. Eh, eh…che è? Lo diciamo con la faccia sotto le vostre zoccole: Eurolandia, ehilà, diamoci una calmata! Santa Europa, santissima Europa, un po’ più bona, eh… ma pensata che ci abbiamo il sud e il nord che inveci voi siete tutto nord. Che sì, il sud ha fatto il nord ma adesso il nord debbe fare il sud, con soldi vostri, e ci abbiamo avuto la morìa delle mozzarelle ma poi al mercato apriamo tutto che ci potiate trovare quelli che lavorano per un giorno due, tre, un mese, due, tre, un anno anche, come vodrete e, se non voreta, a casa. Articolo diciotto, scrivo dieci e porto otto. Vedreta che tutto facile, tutto privato che saremo sempre moderni senza salti indietro e faremo tantissime edilizie dappertutto anche su fiumi e spiagge per tanti turisti con soldi da spaparacchiare. Facciamo in pressa tanti buchi nelle montagne per andare come neutrini che avreta visto sono italiani che l’hanno scoperti per merito della galleria della ministra Gelmini (no, non quelli gelati di Loano). Anche i Tribunali velocissimamente , pochi che tanti non servono e se è passato un anno, tutti a casa. Via Province? Ma non Bolzano, Ya. Via tante leggi, vedreta che imparereta da noi, come sempre. Poi faremo una sola Provincia “Grandimperial” al confinante gallico sub padano. Punto,due punti,puntevvirgola . : ; che poi dicono che stiamo a guarda’ el capello. Poco tempo, da due a quattro mensilità, e facciamo tutto perché siamo personcine per bene. . . . Indistintamente salutando. B§B da Arcore, con la testa sotto che potete, se voleta, anche muovere i piedi. Senza nulla a pretendere.” Così, ancor prima di ricevere la “lettera”, quella vera, Olli Rehn è stato in grado di formulare una dozzina di paragrafi con le domande che non trovavano risposta nelle astratte affermazioni trasmesse : se sarà abolita l’anzianità; se e come si intendono usare i fondi europei; che cos’è il piano Eurosud; come si intende valorizzare l’istruzione, l’università e l’accesso degli studenti per merito; come si creerà lavoro per i giovani; con quali provvedimenti si attuerà la concorrenza nei vari settori d’impresa e professionali; in che modo si velocizzerà la giustizia civile; con quali strumenti si attueranno i pareggi di bilancio in sede centrale e in sede locale ; ecc. ecc. Intanto la baraccopoli berleghista perde i pezzi, sbanda e precipitevolissimevolmente se ne va a ramengo dopo avere tentato di trascinarci tutti con sé, fatto non consentito dalla Presidenza della Repubblica in salde e sagge mani. L’Italia sopravviverà, come è sempre avvenuto anche in tempi più oscuri, le risposte ci saranno. Ma, per piacere , berleghisti della malora, via dal càssero! BELLAMIGO
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