LA BACCHETTA MAGICA
LA BACCHETTA MAGICA |
E’ di questi giorni la notizia del colossale salvataggio che lo stato ha effettuato nei confronti della Banco Monte dei Paschi di Siena, che si diceva vicino al Partito Democratico. Non proprio la nostra banca di infausta e fassiniana e/o dalemiana memoria, ma quasi. |
Non entrerò nel merito della cosa, più o meno documentata dai giornali. Non ne sarei tecnicamente capace. Mi limito ad osservare che il pubblico denaro è stato utilizzato, tecnici o non tecnici, baratro della crisi o non baratro, come una specie di bacchetta magica per correre in soccorso di chi non lo meriterebbe. Una banca. L’operaio che ha perso il lavoro o il piccolo imprenditore che non ha più credito, purtroppo talvolta si suicidano. Le banche e coloro che le amministrano, mai. Il soccorso “monetario” interviene sempre con inaudita sollecitudine, a carico di coloro che sono sommersi dalle tasse o non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Ci si attenderebbe dai partiti, soprattutto da quelli popolari, una qualche forma di preferenza, di scelta, ma l’unica scelta è quella di farsi incatenare a doppia mandata sulle “cadreghe” dei consigli di amministrazione.
Ripeto non conosco le cause delle difficoltà del Monte dei Paschi. Certo è che questo istituto di credito ha usato disinvoltamente il denaro affidatogli in sponsorizzazioni sportive variegate e disinvolte. Costosissime. Nel basket, ad esempio, la squadra di Siena ha collezionato negli ultimi anni scudetti e coppe, mantenendo ai vertici nazionali ed europei una squadra onerosissima, piena zeppa di star internazionali, abbondantemente foraggiate. E non basta perché le sponsorizzazioni si estendevano, anche se di minore entità, al calcio, al ciclismo, all’atletica leggera e ad altri sport minori. Insomma pane e circo, soprattutto circo.
|
Le sponsorizzazioni dissennate sono un brutto male e talvolta si intrecciano con la criminalità.
Un ingegnere che presiedeva la locale squadra di basket di Vado Ligure ci ha letteralmente lasciato le piume.
|
Certo può scaldare il cuore dei tifosi se le squadre della propria città conseguono importanti risultati sportivi. Ma questo comporta il pagamento di un super biglietto in termini di tasse o di risparmi dei clienti, di tutti i clienti e di tutti i cittadini, non evasori, anche se non hanno mai visto una partita di basket o di calcio in vita loro. Anche le sponsorizzazioni che la Cassa di Risparmio di Savona (CARISA) elargisce alla squadra di calcio e a quella di pallanuoto non sono il frutto del benevole mecenatismo di chi la presiede o di chi la dirige, loro di loro non cacciano una beata mazza, anzi magari entrano gratis sul campo in tribuna d’onore, tanto a pagare sono quanto meno i correntisti, per non dire coloro a cui viene negato il mutuo che servirebbe loro a sposarsi e a metter su casa. So che probabilmente molti tifosi che incontro sul campo la domenica (pagando regolare biglietto scontato perché ultrasessantacinquenne) prenderanno a guardarmi male perché io condivido l’emozione e la gioia che mi dà un goal di Virdis. Ma mi sta più a cuore che tutti abbiano consapevolezza di come stanno davvero le cose.
Non è questa la sede per mettere in discussioni le politiche e le scelte economiche della CARISA, ma i 24000 disoccupati qualcosa dovrebbero dire anche a lorsignori, senza che debba arrivare la bacchetta magica. E poi mi domando quello delle banche è profitto o rendita anche un po’ parassitaria. Ma ci voglio tornare un altra volta.
UGO TOMBESI 19.12.2012
|