[IO] NON SONO PIÚ IO… IO… IO… IO… ALTER…ALTER… ALTER…ALTER

La prima metà del ‘900 ha affrontato la cognizione dell’identità del singolo cercando di mutarne le radici, ponendo l’accento sui concetti laici di patria e famiglia e tollerando il persistere di un astratto sentimento religioso. In sintesi, la triade: Dio, Patria, Famiglia. A tal fine, i regimi totalitari si avvalsero dei nuovi potenti mezzi di comunicazione: cinema e radio, per spegnere ogni anelito individualista e incanalarlo nell’immedesimazione del singolo con la nazione e, in subordine, con la propria famiglia. Quanto a Dio, gli si concedeva una posizione onorifica, ma altrettanto vuota di potere reale.

Joseph Goebbels, l’efficiente Ministro della Propaganda del Terzo Reich, avrebbe potuto risparmiarsi molti dei suoi vibranti discorsi se avesse avuto a disposizione i potenti mezzi di persuasione di massa oggi disponibili e in fase di rapido sviluppo

Fu un nuovo ed efficace metodo di irreggimentazione e di pensiero unico, in sostituzione di quello cristiano, dominante sino al secolo dei Lumi e poi, col graduale e infine tumultuoso ingresso della scienza nello scenario produttivo, in progressiva eclissi.
L’individuo aveva un forte senso della propria identità e insieme di appartenenza ad un insieme di altre persone, che condividevano i suoi medesimi ideali e valori. La propaganda era il cemento che trasformava tutti i cittadini di una nazione in un unico blocco compatto. I dissidenti venivano osteggiati in tutti i modi, considerandoli traditori, da mandare in carcere o al confino. 

Nell’URSS la propaganda era affidata all’Agit-Prop ed era enfatica come nella Germania Nazista e nell’Italia fascista, connotate tutte da un Partito Unico. Al Libro e Falce sovietico corrisponde il Libro e Moschetto fascista. Dove il libro sta per “cultura pilotata

Ho fornito un quadro del nazionalismo spinto, che ebbe modo di esprimersi sotto forma di fascismo, nazismo, comunismo. Le loro “bestie nere” erano quelle nazioni che venivano spregiativamente bollate come “democrazie”. Sappiamo come sono finiti nel sangue i tentativi di distruggerle. La forma di libertà che i totalitarismi maggiormente detestano è quella di pensiero: tu devi pensare così e solo così; altrimenti sei un traditore, un corpo estraneo, una zizzania che va estirpata.
Il libero pensiero che seguì con l’affermarsi della democrazia negli ex Stati totalitari, col passare degli anni, finì con l’imitare l’atteggiamento dei regimi precedenti, cambiando però i suoi traguardi e mascherando i metodi. L’informazione doveva apparire libera; ma tale privilegio si era venuto confinando nei circuiti di minimo diametro: radio locali, libri e pubblicazioni di bassa tiratura, che al massimo potevano soltanto scalfire la granitica impalcatura dell’informazione imposta dal nuovo potere. Il metodo era peraltro ben collaudato: chi aveva fatto della parola o dello scritto la sua professione non doveva minimamente deragliare dai rigidi binari prefissati. Altrimenti, addio carriera. Un monito che valeva (vale) sia nell’insegnamento scolastico/universitario, sia nel giornalismo. Con una importante differenza, tuttavia: le direttive non erano più di matrice statalista e ideologica, ma privatista e deideologizzata. 

Ai massimi censori e dominatori di Internet, come Facebook, Google et al., fonti inesauribili di ricchezza, fa da contraltare il duetto più ricco del mondo, Bill Gates & Elon Musk, l’uno attivissimo sul fronte sanitario, tanto da essere il primo finanziatore dell’OMS; l’altro, con Neuralink, nel campo dell’intrusione nel cervello umano. [VEDIl Il limite tra filantropia ebusiness è quanto mai labile. A quando l’entrata in scena del terzo plutocrate Jeff Bezos, il signor Amazon? 

Attraverso questo nuovo sistema pseudo-democratico, il nastro della storia silenziosamente si riavvolgeva, nonostante e anzi grazie all’avvento di quel mostro globale di notizie ed opinioni con cui era stato salutato l’avvento di Internet, scippato agli Stati ad opera dei nuovi privatissimi dittatori e censori del nuovo millennio, che tutti conosciamo.
Questi nuovi dittatori dal volto friendly sono tali in quanto hanno potuto accumulare ricchezze inimmaginabili, utilizzando la globalizzazione di fatto dei loro strumenti informatici, esacerbando le disparità economiche e sociali e arrivando ai vertici del potere mondiale. Per restare ben saldi in una simile posizione, tuttavia, non si sono accontentati di far leva sull’individualismo, estirpando ogni legame di appartenenza del singolo alla collettività. Ne parla con chiarezza un illuminante articolo che guarda da un’angolazione attuale al libro del 1930 di Ortega y Gasset “La ribellione delle masse”. Il neoliberismo, a dispetto del suo nome, ha ripercorso la strada dei totalitarismi novecenteschi e “l’odierno uomo-massa è il cittadino trasformato in consumatore; l’attivista ridotto a influencer; il cittadino cosciente appiattito sul follower del leader politico di turno; l’individuo che si va sradicando da qualunque sentimento di appartenenza (che si parli di nazione, religione o classe) con la stessa forza con cui i regimi di un tempo estremizzavano il radicamento ad essi.” [VEDI].

Ma neppure questo basta ai fautori del pensiero unico: il prossimo obiettivo, sbandierato come un avanzamento della scienza medica al servizio dell’umanità, è quello di entrare nel cervello dell’uomo, mediante le nanotecnologie, e pilotare il suo pensiero, le sue scelte, il suo ex libero arbitrio, in sostanza annullando la sua personalità, ergo la sua stessa identità. Un simile obiettivo va oltre i più audaci voli pindarici di qualsiasi regime dispotico, trasformando la popolazione in un docile esercito di burattini. E le odierne “democrazie” non dovrebbero nemmeno più affannarsi a progettare automi/robot per svolgere questa o quella mansione, essendo già disponibili in carne ed ossa: schiavi eterodiretti.

Se vi sembra che abbia volato troppo alto, questo video  potrebbe convincervi del contrario. Alcuni dei ministeri più influenti del nostro stesso governo sono nelle mani di tecnici specializzati nel genere di programmi invasivi sopra accennati, verniciati, secondo la moda corrente, di green: uno è il ministro Roberto Cingolani, un fisico di lungo corso al quale è stato affidato il compito della “transizione ecologica”, che egli ravvisa in un incestuoso abbraccio tra industria e ambiente.

Roberto Cingolani e Vittorio Colao, i due ministri delle transizioni avveniristiche

Quanto alle fonti energetiche, Cingolani spezza ancora la frusta lancia a favore dei combustibili fossili e degli impianti nucleari, ma “di nuova generazione”, cozzando addirittura contro i piani dell’UE. [VEDI] L’altro ministro sulla cresta dell’onda è Vittorio Colao, ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. Forgiato nella fucina dei grandi manager internazionali McKinsey, ex CEO di Vodafone, è ovviamente fautore del sistema 5G, di cui decanta tutte le avveniristiche applicazioni collaterali. Al contrario di Cingolani, Colao è in piena sintonia con la visione green comunitaria.
La filosofia che sta dietro le scelte del governo, espresse attraverso i suoi ministri “futuristi”, è la solita: fare qualunque cosa, a qualunque costo, per continuare l’attuale stile di vita. Tutto può essere modificato e stravolto, purché questo sistema economico, basato su un pil che prospera al crescere dello spreco e del disordine ambientale e sociale, non subisca modifiche di fondo. Infatti, una parola che sarebbe da dimenticare e invece connota ogni dichiarazione di politici e industriali è sempre la stessa: crescita.

Anche se nuvole naturali e nebulosità diffusa siano già presenti, non si bada a spese e si disseminano altre sostanze per accentuare l’opacità del cielo

Una dimostrazione grafica di questo atteggiamento ce la danno i nostri cieli: anziché ridurre i consumi e varare piani di contenimento dell’esplosione demografica, onde contrastare l’effetto serra, si irrorano i cieli di sostanze chimiche, quasi non ne entrassero già in circolo di nuove al ritmo di migliaia all’anno. Chi, come me, denuncia da anni il fenomeno, passa per “complottista”, salvo poi venirne confermate realtà e finalità sui canali ufficiali, come il TG2 [VEDI]. Quali altre sostanze chimiche siano presenti o aggiungibili nelle scie, al volgo non è dato sapere: sono dati sensibili…

Marco Giacinto Pellifroni                         12 settembre 2021

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.