BEBEL. Se n’è andato un “mostro sacro”

Quando se ne va un “mostro sacro” come Jean-Paul Belmondo è come se si chiudesse un’epoca, indimenticabile e irripetibile. L’ultimo “guascone” di Francia, con quella faccia da italiano che lo rendeva orgoglioso delle sue origini torinesi, e che faceva a pugni se i compagni di scuola lo deridevano, è scomparso a 88 anni lasciando una traccia indelebile che ne fece un’icona tanto amata dal pubblico quanto dalla critica.
La carriera di Bebel che amava farsi chiamare così per sottolineare la sua aria scanzonata, è legato a doppio filo al ruolo di protagonista di “Fino all’ultimo respiro”; ruolo affidatogli da Jean Luc Godard col quale il regista franco-svizzero diede il via al filone della Nouvelle Vague che cambiò il modo di fare cinema.
La grande bravura di Belmondo attore è stato di riuscire a coniugare i ruoli popolari con pellicole innovative senza mai tradire le attese.

RENZO  BALMELLI da  L’avvenire dei lavoratori 

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