Intervista alla Senatrice Marzia Casolati

Le interviste di Selena Borgna
Intervista alla Senatrice Marzia Casolati

Le interviste di Selena Borgna
Intervista alla Senatrice Marzia Casolati

 

 Il 25 novembre, come ogni anno, è stata la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e nonostante l’emergenza sanitaria in corso ci sono stati alcuni eventi e celebrazioni online. Nel nostro paese, presso il Senato della Repubblica, è presente la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul femminicidio nonchè su ogni forma di violenza di genere di cui fa parte la Senatrice Marzia Casolati, eletta nella Lega.

Un Suo breve curriculum

Ho 50 anni, sono commerciante, inizio a dedicarmi alla politica nel 1992 all’età di 21 anni e divento consigliere di circoscrizione per tre legislature, due negli anni 90 e una nel 2016, nella circoscrizione uno. Ho deciso di fare politica perchè non ho mai concepito che la situazione non potesse cambiare e sono convinta che la Lega è e rimane diversa dagli altri partiti; da quel momento è iniziata l’avventura e nel 2018 il mio sogno si è avverato poichè sono stata candidata al Senato nel collegio uninominale 02 di Moncalieri (Torino) comprendente 119 comuni, collegio molto difficile perchè è quello della TAV. Nel collegio in cui sono stata eletta ci sono comuni urbanizzati e realtà piccole con problemi diversi e le realtà che stanno soffrendo meno sono quelle agricole visto che durante il lockdown hanno sempre lavorato; il settore turistico e quello industriale sono in sofferenza così come le piccole aziende che hanno risentito dello spostamento degli interessi della FIAT in altre realtà bloccando l’indotto dell’auto. Per questi territori sono molto importanti l’enogastronomia e le produzioni industriali ma queste ultime sono ferme per la crisi del 2008 e dopo le Olimpiadi del 2006, che hanno rilanciato il Piemonte e la città di Torino, è iniziato un percorso teso a valorizzare il turismo con le relative bellezze storiche della zona ma la pandemia ha bloccato tutto. Mai come oggi è importante effettuare gli acquisti nei negozi di vicinato, mai come oggi è importante sostenere economicamente e moralmente gli artigiani ed i commercianti che più di tutti gli altri stanno soffrendo per questa pandemia. Ricordo che una serranda aperta e illuminata è sinonimo di sicurezza e presidio del territorio, oltre che professionalità, serietà e competenza. Dietro ogni piccola attività, oltre ai titolari, ci sono collaboratori e famiglie. Rilanciamo l’economia di questo paese, compriamo italiano e compriamo in negozio

  


  

Il “Codice Rosso” per le vittime di violenza è stato fortemente voluto dalla Lega. Cosa ne pensa di questa legge?

Il “Codice Rosso” è stato voluto dalla Lega con massima esponente Giulia Bongiorno ed è andato ad incidere, in alcuni casi raddoppiando, le pene per certi reati. E’ stato introdotto, nella legge, il reato per cui uno straniero in Italia o nel suo paese obbliga la figlia, la sorella o la fidanzata a sposarsi commette reato anche se il matrimonio avviene all’estero e gli operatori dei centri antiviolenza in cui vanno queste ragazze suggeriscono loro di mettersi un cucchiaio in tasca per far suonare il metal detector dell’aereoporto e rallentare così le operazioni d’imbarco. Nel “Codice Rosso” sono stati istituiti i reati di lesioni permanenti per le donne sfregiate con l’acido e revenge porn nel caso in cui l’ex partner mette online video intimi della coppia poichè le cose in rete difficilmente si cancellano e le giovani ragazze, per la vergogna, si uccidono; abbiamo anche inserito l’inasprimento della pena per le violenze in famiglia visto che l’80% delle violenze contro le donne ed il 5% contro gli uomini avviene in ambito familiare. Queste leggi tutelano anche anziani e bambini e se la violenza viene fatta davanti ad un minore è eliminato il patteggiamento mentre se l’atto violento è compiuto da un convivente c’è un aggravante; dall’inizio dell’anno sono più di 90 le donne uccise, una ogni tre giorni, e questo fenomeno è trasversale toccando tutte le fasce sociali. Le violenze possono essere verbali, fisiche ed economiche; in queste ultime le donne non sono libere di usare i loro soldi ed è fondamentale l’intervento dei centri antiviolenza che si basano quasi esclusivamente sul volontariato. Queste strutture svolgono anche un lavoro di ascolto suggerendo le vie da seguire ed aiutando le donne che sporgono denuncia; fatti come quello della Terrazza Paradiso a Milano in cui sono coinvolte persone di cultura elevata dimostrano che il problema è la mentalità troppo maschilista in cui l’uomo si considera padrone della donna. Nel codice era stato istituito il braccialetto elettronico poichè più del 63% dei femminicidi viene compiuto da persone recidive di violenza ed è inoltre previsto che, entro tre giorni dalla denuncia, il giudice deve prendere in carico la pratica e audire la vittima. Riguardo al braccialetto elettronico mi sento in dovere di ricordare che si viene sanzionati quando si infrangono i diktat delle autorità ma questo progetto non è partito come volevamo a causa della caduta del governo gialloverde. La cosa fondamentale per me è quella per cui occorre cambiare la mentalità delle persone con un’apposita educazione

 

Secondo Lei lo Stato e le istituzioni fanno abbastanza per contrastare la violenza sulle donne?

Sulla carta sì ma in pratica non si riesce. Si crea una figura che sa ascoltare, uffici che raccolgono denunce, la presenza di operatori donna e la realizzazione di ambienti per far sì che le vittime si aprano ma la questione fondamentale è il cambiamento di mentalità. Il 25 novembre 2019 siamo stati uditi dal premier Conte ma la cosa fondamentale è il rispetto della persona e se le persone vengono messe al centro di tutto le cose migliorano.

 


 

Le risorse destinate a questo problema sono sufficienti?

Le risorse non sono sufficienti; tanti fondi vengono destinati alle case famiglia, dai 80 ai 110 euro al giorno, ma queste non funzionano come devono e sono convinta che dovrebbe essere il violento ad essere allontanato da casa e non la vittima ma tutto questo si potrebbe fare con l’introduzione del braccialetto elettronico. L’attuale Governo ha una scarsa attenzione sul tema e preferisce investire nell’accoglienza ma vi è la necessità di investire nell’educazione civica.

 

Da donna delle istituzioni cosa si sente di dire alle vittime di violenza?

Bisogna dire che coloro che denunciano hanno molto coraggio perchè, troppo spesso, chi lo fa viene vittimizzata dall’opinione pubblica ed occorre aiutare queste persone. Lo Stato c’è e si cerca di migliorare anche se le votazioni sulle leggi che aiutano le persone in difficoltà hanno visto un voto positivo all’unanimità; occorre continuare a denunciare e, attraverso le denunce, si blocca qualcuno che può fare del male ad altri anche se molte associazioni sono disponibili ad accogliere le vittime lungo il difficile percorso emotivo

Cosa si sente di dire ai Suoi colleghi uomini su questo tema?

Tutti sono molto attenti e sensibili ed io sono la sola donna leghista nella commissione sul femminicidio ma non mi piace quando le cose vengono declinate in un’ottica femminista

 

Un Suo appello

Mai mollare, continuare a cercare di facilitare il percorso di denuncia e ripartenza delle vittime che non devono mai sentirsi sole e trovare il modo di dare la possibilità di mantenersi a chi è economicamente debole

 

Una frase che la rappresenta

Non mollare mai se credi in qualcosa

 

SELENA BORGNA 

 

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