Intervista al Sindaco Berruti

L’INTERVISTA
Faccia a faccia con il sindaco che si ricandida
e  fa il bilancio di 5 anni di guida della città
Berruti: “Vado avanti con la coscienza pulita”

L’INTERVISTA
Faccia a faccia con il sindaco che si ricandida e fa il bilancio di 5 anni di guida della città
Berruti: “Vado avanti
con la coscienza pulita”
 

Deciso a restare a Palazzo Sisto IV fino al 2016, risponde alle critiche: “I savonesi sognano una città ideale che non esiste”. Il progetto Fuksas “è stato suicidato”. Fiori all’occhiello: la piscina, i giochi per bambini al prolungamento, lo Scaletto senza scalini alle Fornaci. Impegno per il mantenimento dei servizi sociali e per la riqualificazione di piazza Bologna. Con la fine delle Circoscrizioni ritrovare lo spontaneismo dei vecchi comitati di quartiere

Federico Berruti, 44 anni, commercialista, sposato con Claudia, ha due figli di 7 e 10 anni; dopo aver abitato per 20 anni a Villapiana ora si trasferito in centro, in via Untoria. Sindaco di Savona dal maggio 2006, eletto nelle liste del centrosinistra, si ripresenterà alle prossime elezioni amministrative.

Questo il testo dell’intervista di AuserSavonaNotizie per fare il bilancio del suo primo mandato a Palazzo Sisto IV.

 

Qual è il suo giudizio sull’esperienza umana e professionale, come sindaco di Savona?

“Direi positiva. Ci vuole molta passione e impegno per affrontare al meglio il difficile compito di amministrare una città. Ho mantenuto questa passione e amo Savona quindi affronto più facilmente la situazione. Qualcuno mi fa notare che ho perso alcuni chili da quando sono sindaco (sorride, ndc), in effetti ne ho lasciati sul campo cinque, ma vado in palestra per mantenermi in forma anche in vista dei nuovi impegni”.

Qual è il progetto o realizzazione di cui è particolarmente soddisfatto?

“E’ difficile scegliere, ma ne cito alcuni, emblematici dei valori che mi piace ricordare. Il più noto è la nuova piscina coperta, che è stata, per tanto tempo, emblema negativo della incapacità di realizzare, di portare a termine un progetto: insomma un fallimento e non solo delle ditte. Aver portato a compimento quest’opera quindi mi riempie di soddisfazione, non solo come sindaco ma anche come papà perché sono convinto che lo sport sia fondamentale per i giovani. Oggi c’è una grande difficoltà per i ragazzi a vivere il tempo libero socializzando con gli altri, lo sport mi pare la risposta più adeguata. Inoltre la realizzazione di un’opera così importante mi sembra sia la testimonianza della nostra “capacità di fare” . Ci sono altre due realizzazioni meno mediatiche a cui tengo molto. La prima è la riqualificazione di Piazza Bologna. La valorizzazione dei quartieri, a cominciare proprio da Villapiana, mi sembra uno dei punti di forza. Villapiana è un quartiere che si potrebbe definire “laboratorio sociale”. E’ molto eterogeneo; accanto agli insediamenti storici si sono succedute ondate di migrazioni: dai meridionali che, negli anni sessanta, si trasferivano a Savona per lavoro come hanno fatto i miei genitori, ai nuovi migrati per lo più extracomunitari. Ci sono quindi problematiche, bisogni, risorse e complessità di tutti i tipi. La seconda è la realizzazione di un’area giochi nei giardini del prolungamento e la riqualificazione della spiaggia delle Fornaci con la realizzazione del famoso “scaletto senza scalini” . Questi giochi e la spiaggia dello scaletto hanno una caratteristica importante: sono fruibili anche da bambini, nel caso dei giochi, e da adulti per la spiaggia, con deficit sensoriali e/o motori. Questa attenzione per le persone svantaggiate ci ha sempre caratterizzato e ci pare qualificante per la nostra amministrazione”.

C’è qualcosa che non rifarebbe?

“Non rifarei il sistema di protezione dello stadio Bacigalupo. Lo ritengo esagerato rispetto alle necessità. Lo stadio non ha mai ospitato più di 2mila persone (in effetti si è rimasti ben al di sotto, ndc) mentre le cancellate e i sistemi di sicurezza sono stati tarati per un flusso di 4mila spettatori”.

Parte della cancellata alla stadio Bacigalupo

Si è molto discusso sul progetto Fuksas, prima esaltato, poi bocciato. Tra polemiche e minacce di cause giudiziarie, la Regione ha detto stop anche al progetto Margonara bis. Qual è in definitiva la posizione dell’amministrazione comunale sul porticciolo turistico?

“Questo progetto è stato “suicidato”. Ci sono due dati diversi quello amministrativo e quello politico. Dal punto di vista amministrativo siamo fermi alla delibera del dicembre 2008 che approvava, con numerose e significative prescrizioni, il progetto Fuksas. Questa delibera veniva dopo una lunga e ampia consultazione e partecipazione dei cittadini.

Il progetto, che vede come capofila l’Autorità portuale, è stato reso impraticabile dalla Regione per l’impatto ambientale pertanto il soggetto attuatore dovrà riconvocare la conferenza dei servizi. Ma, più importante, mi pare, il dato politico. Tutta la vicenda ha indebolito fortemente la prospettiva della realizzazione del progetto. Non c’è né il consenso delle istituzioni, né quello della gente. Si è esaurita, per così dire, la spinta propulsiva, se mai c’è stata!

Oggi dovremmo fare una riflessione attenta sulla nautica da diporto e sui porticcioli turistici. Dovremmo studiare alternative che rispondano alle esigenze dei diportisti savonesi ma anche per i cantieri navali e per la riqualificazione del litorale”.

Dai nostri soci riceviamo lamentele soprattutto per quanto riguarda le periferie degradate e sciatte. E’ un problema su cui pensa di intervenire in caso di rielezione?

“Bisogna capire cosa si intende per degrado. Noi stiamo procedendo ad un piano di riqualificazione dei quartieri e siamo molto impegnati, anche economicamente, per la pulizia della città, certo però molto dipende dai cittadini e dalle risorse che complessivamente l’amministrazione può metter in campo. Non si possono chiudere gli asili per tenere più pulito. Siamo costretti a scelte.

A volte abbiamo l’impressione che i savonesi non abbiano termini di paragone con altre città e sognino una città ideale che non esiste. La realtà, anche la nostra, registra vari livelli di senso civico. Oltre all’appello alla collaborazione da parte dei cittadini però abbiamo fatto cose concrete come, per ovviare alla difficoltà allo smaltimento dei rifiuti ingombranti, l’istituzione di stazioni mobili di raccolta.

Bastano, però, 100 cittadini, diciamo “indisciplinati”, per far nascere il problema. Alcuni amerebbero più multe ai trasgressori o maggiore presenza di vigili e polizia, ma noi siamo sempre in bilico tra controllo e militarizzazione della città.

Il problema comunque non mi pare l’assenza dell’amministrazione ma, piuttosto, la scarsezza di fondi a disposizione che ci fanno privilegiare i servizi scolastici, il trasporto pubblico, i servizi sociali piuttosto che gli arredi urbani anche se capisco che la percezione di sicurezza e ordine, specialmente degli anziani, possa essere legata alle panchine rotte e ai buchi nei marciapiedi.

Cercheremo, anche in queste difficoltà economiche di rendere Savona sempre più una città a misura dei più fragili anche se, a volte. la “nostalgia” per i tempi passati, che a volte provo anch’io, fa vedere la città con occhi non sempre obiettivi”.

Federico Berruti

Il Comune si è impegnato molto per mantenere efficaci i servizi sociali, ma i tagli della Legge di stabilità, la vecchia Finanziaria, potrebbero peggiorare a situazione. Quali prospettive per il futuro?

“I bisogni aumentano per tre motivi fondamentali: l’età media dei savonesi è sempre più alta con un crescente bisogno di sanità, assistenza, e mantenimento di standard urbani e di trasporto che rendano fruibile la città per gli anziani; l’immigrazione ha raggiunto il 10 per cento della cittadinanza consegnandoci una realtà molto diversa da quella di dieci o anche solo cinque anni fa; la crisi economica del nostro Paese, poi, ha cancellato o messo a rischio circa mille posti di lavoro con licenziamenti e cassa integrazione.

Quindi maggiori bisogni a fronte di scarse risorse. Il bisogno di intervento pubblico è pressante per la scuola, i servizi, i trasporti e la salute. Noi ci impegniamo e ci impegneremo per il consolidamento e il mantenimento degli attuali servizi, ma la situazione è assai preoccupante anche per i tagli che hanno colpito, oltre ai comuni, anche la sanità e la scuola.

“Le circoscrizioni a giugno sono destinate a scomparire. Quale decentramento possibile?

“Su questo terreno si misureranno le forze politiche anche in campagna elettorale. Noi immaginiamo una rete forte tra pubblico e privato sociale. Nelle sedi fisiche delle circoscrizioni si potranno costituire punti di aggregazione aperti all’associazionismo e alla partecipazione dei cittadini recuperando un po’ di quello spirito di condivisione civile che era alla base dei comitati di quartiere. Certo quegli anni erano ben diversi, sia per situazione politica sia economica, ma la partecipazione dal basso e la costruzione di progetti condivisi ci pare necessaria come allora. Come dire, va recuperato un po’ di spontaneismo e di partecipazione dal basso, da pare dei cittadini”.

Quale nuova vocazione è ipotizzabile per una città che offre poche possibilità di lavoro ai giovani e ha un altissimo tasso di anziani?

Savona sta dentro ad un mondo con una economia che non produce più opportunità, tuttavia, essendo fortemente terziarizzata, ha retto meglio di altre città. Oggi però l’impatto è forte, il reddito nel comprensorio è calato, la crisi industriale soprattutto della Valbormida non riversa più consumi in città e anche le attività che i savonesi svolgevano fuori sono drasticamente diminuite con un impoverimento complessivo della provincia che ha fatto calare, di conseguenza, i consumi e ciò che si spende in città. Dovremmo però imparare a sfruttare maggiormente le risorse che Savona offre. Abbiamo un porto sicuro e moderno che, con tutte le sue ramificazioni, offre lavoro diretto a circa 220 persone.

Si stanno modernizzando gli l’impianti preesistenti come nel caso del trasporto carbone con la costruzione del tunnel, ma si dovranno prevedere nuove attività legate alla presenza delle navi da crociera che movimentano e portano a Savona più di un milione di persone. Si deve costruire un valore aggiunto sui croceristi potenziando l’offerta di tipo turistico, alberghiero, enogastronomico e di accoglienza. Ma la vocazione, diciamo così, turistica Savona la può esprimere più compiutamente in un turismo specializzato offrendo, con la realizzazione della sala congressi della Sibilla e la piscina, occasioni di tipo sportivo e congressuale.

Anche la recezione alberghiera con le strutture in darsena e nella ex Metalmetron saranno potenziate; inoltre Savona resta capoluogo in una zona altamente turistica offrendo opportunità di tipo culturale, enogastronomiche, commerciali, di terziario e di servizi alla persona di qualità.

Un’altra risorsa sulla quale dobbiamo puntare è il Campus universitario che dovrà essere il volano per un’industria del terzo millennio. Non solo università, quindi, ma anche insediamento di piccole industrie ad alta intensità di conoscenza che potranno offrire sbocchi lavorativi e di ricerca per i nostri giovani”.

Il Sindaco Berruti davanti al Crescent

Come giudica la città e i savonesi dal suo punto di osservazione?

“Cerchiamo di guardare la città con un criterio meno emotivo, ci misuriamo con la realtà e con il tempo che è passato. Savona dopo il periodo di sviluppo massimo degli anni sessanta-settanta ha dovuto affrontare un forte declino con la chiusura di quasi tutte le fabbriche, con una diminuzione degli abitanti, e con l’attuale crisi economica. Ma una domanda viene spontanea continuiamo a scendere o risaliamo?

Io credo che stiamo lentamente risalendo perché Savona ha saputo mettere in campo elementi di inversione. Certo il confronto con gli anni ’60 è difficile ma direi che in mezzo c’è stato un “terremoto” con la crisi industriale, la perdita di posti di lavoro e la discesa demografica a 60mila cittadini. Ma, stiamo risalendo: basta fare il confronto con cinque anni fa”

Cosa si sente di promettere ai suoi concittadini senza correre il rischio di non mantenere la promessa?

“Proseguire nei programmi avviati e affrontare alcuni temi spinosi ad iniziare dalla mobilità. La mobilità ma soprattutto i posteggi sono un problema che affligge Savona come molte altre città. Abbiamo inaugurato il nuovo posteggio in corso Mazzini, a fianco del Crescent, con 500 posti a rotazione ma sarebbero necessari altri posti auto. Posti che potrebbero ottenersi dal parcheggio interrato, come previsto dal Puc, nella zona di Piazza del Popolo. Questo intervento, con i suoi mille posti circa, sarebbe una risorsa per il traffico urbano specialmente il lunedì quando il mercato sottrae spazi in superficie.

La promessa, però, che posso veramente fare senza tema di smentita è che continuerò a fare del mio meglio avendo in mente l’interesse generale della città così come ho fatto in questi cinque anni. Ed è per questo che posso dire tranquillamente che non ho rimorsi di coscienza”.

Tomaso Minuto – Dominica Piccardo

 

(Da AuserSavonaNotizie)

13 marzo 2011

 

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